Amarone Fieramonte Allegrini Il ritorno di una grande Riserva
Un’attesa durata 25 anni, un quarto di secolo che si è rivelato un moltiplicatore di finezza ed eleganza per una Riserva che rispecchia in toto lo stile Allegrini. La longevità è uno dei suoi punti di forza
03 ottobre 2017 | 15:01
di Gabriele Ancona
Marilisa Allegrini
Marilisa, Franco, Silvia e Caterina Allegrini hanno raccontato “sul campo” la storia di questa terra e le tappe che hanno riportato sul mercato un vino importante, coinvolgendo tutti i presenti nella raccolta delle uve per la vendemmia 2017.
«Fieramonte è un vigneto che appartiene alla nostra famiglia da molti anni», ha spiegato Marilisa Allegrini, oggi alla guida dell’azienda di famiglia. «Fino al 1985 abbiamo prodotto un Amarone che grazie alle condizioni geografiche e climatiche coniugava potenza ed eleganza. Ma in quell’anno molte viti si sono ammalate e la produzione si è dovuta interrompere. Nel 2001 abbiamo reimpiantato il vigneto secondo un concetto nuovo, con il doppio guyot, un impianto per ettaro molto fitto. Quindi abbiamo aspettato che ci fosse la maturità fisiologica delle viti e nel 2011 abbiamo cominciato a ridare vita a questo vino».
«Un vino pieno, elegante, profondo e di grande bevibilità», ha sottolineato Franco Allegrini, enologo e fratello di Marilisa. «L’Amarone Classico Riserva Fieramonte Docg 2011 è in grado di assicurare continuità nel tempo. Mantenendo l’integrità del grappolo, vede nella longevità uno dei suoi punti di forza».
Il vigneto si trova a circa 400 metri di altitudine, sulla collina che guarda Villa Della Torre. Orientato a est, dona uve ricche di particolare intensità aromatica proprio perché accarezzate dal sole del mattino. Uve che vengono poi appassite per 100 giorni. L’Amarone Classico Riserva Fieramonte Docg (16,5% vol.), prodotto con uve Corvina (45%), Corvinone (45%), Rondinella (5%) e Oseleta (5%), prevede un invecchiamento di 48 mesi in piccole botti di rovere. Limitata la produzione 2011: circa 5mila bottiglie (500-600 Magnum). Nuovo anche il pack, che ha voluto reinterpretare l’etichetta storica.
Per informazioni: www.allegrini.it
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