Ao Yun, il vino che nasce a 2.500 metri Moët Hennessy vince una nuova sfida
Le prime bottiglie sono state stappate a Milano e vengono da molto lontano. Ao Yun 2014, nuovo cru della divisione vini del gruppo Moët Hennessy è coltivato ai piedi dell'Himalaya, nella regione dello Yunnan
09 ottobre 2017 | 12:33
di Andrea Radic
«Lo spirito visionario di Moët Hennessy si è concretizzato in questo vino - racconta ai microfoni di Italia a Tavola Jean Sebastien Philippe, responsabile mondo della divisione vini del gruppo - nel 2009 il presidente di Moët Hennessy ha deciso di produrre un grande vino in Cina, ed è cominciato un lavoro di individuazione del miglior territorio possibile. Questo "paradiso perduto" della viticoltura in Cina, citando John Milton, è stato individuato durante una serata con degli ingegneri agronomi cinesi che hanno indicato appunto il territorio a pochi chilometri dalla città di Shangri-La. Una rivelazione, le viti di ottima qualità Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon erano state piantate alla fine degli anni '90 in un luogo spettacolare tra il confine con il Myanmar e quello con la provincia autonoma del Tibet sui contrafforti dell'Himalaya di fronte alla montagna sacra Kailash protetta dall'Unesco e mai scalata dall'uomo. A qualche centinaio di chilometri c'è la sorgente del fiume Mekong, davvero un luogo magico per coltivare il vino e raccontare questa storia».
«Abbiamo inviato laggiù il nostro "uomo delle montagne" - prosegue - l'enologo Maxence Dulou che ha lasciato Bordeaux dove lavorava al castello di Cheval Blanc, una persona che conosce molto bene il suo mestiere. È partito con moglie e famiglia per dedicarsi alla produzione di Ao Yun, alla vigna e a insegnare alle popolazioni locali la viticoltura di precisione per fare un vino in altitudine a Shangi-La. Siamo all'inizio del progetto, queste sono le prime bottiglie, si impara ogni giorno, fare il vino a 2.500 metri non è cosa semplice, mai nessuno ci ha provato, è una sfida quotidiana, anche se si migliora costantemente, l'emozione sta proprio in questo, nel poter sempre migliorare. Contiamo di proseguire e scrivere una grande pagina del vino, in Cina, in questo luogo davvero suggestivo».
Jean Sebastien Philippe e Andrea Pasqua
Andrea Pasqua, responsabile Moet Hennessy Italia per Ruinart e per le sette aziende vinicole dalla Spagna all'Argentina, dalla Nuova Zelanda, alla California parla di un «gioiello, quello che stasera degustiamo in anteprima europea. In cinese Ao Yun significa volare sopra le nuvole, ed è quello che siamo risusciti a fare coltivando e vinificando a 2.500 metri d'altezza».
Per "aprire naso e palato" alla degustazione di Ao Yun, è stato servito il Malbec Terrazas 2013, coltivato a 1.067 metri, una sorta di campo base degustativo per raggiungere le successivi altitudini di Shangai-La. E poi ecco le prime delle quarantamila bottiglie della totale produzione di Ao Yun che riporta nella struttura e nei sentori la sua straordinaria avventura. Un progetto che ha visto anche difficoltà geopolitiche e linguistiche, nella remota provincia, non solo non si parla inglese, ma neppure cinese, quindi doppia traduzione dal dialetto locale. In alcuni momenti, raccontato i responsabili Moet Hennessy la nebbia impediva la vendemmia, in alcuni filari si è dovuti intervenire in quattro diversi momenti. Inoltre, data l'altitudine il sole è più raro e la maturazione delle uve, più complessa. Ao Yun fa anche un passaggio in legno e le barriques sono salite in quota a bordo di camion che si sono inerpicati sui tornanti. Un vino che è passione, difficoltà, impegno, fatto per sfidare i limiti e diventare leggenda.
Per informazioni: www.moethennessy.it
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