Asti Secco Docg, l'Asti che non c'era Una nuova sfida enologica per Toso

La realizzazione del primo Asti Secco rappresenta per Toso l’applicazione di due caratteristiche radicate nel suo dna: l’innovazione e la passione per il Moscato, il vitigno più rappresentativo del territorio

23 febbraio 2018 | 16:10
L’Asti Secco Docg rappresenterà infatti la sfida del 2018 nell’area spumanti per la casa vinicola di Cossano Belbo (Cn). A pochi mesi dal lancio ufficiale sul mercato, questo prodotto enologico totalmente innovativo sta suscitando grande interesse non solo in Italia ma anche all’estero, dove oggi l’azienda realizza già il 65% del suo fatturato (36 milioni nel 2017, in linea con l’anno precedente), con la Francia come principale mercato.



«Abbiamo riscontrato in numerosi mercati esteri grande interesse per l’Asti Secco Docg - ha commentato Gianfranco Toso, alla guida della cantina con il fratello Pietro e il cugino Massimo - i primi ordini sono arrivati da Francia, Russia, Ucraina e altri mercati del Nord Europa; i riscontri di gradimento lasciano prevedere significativi sviluppi già nei prossimi mesi. Ma anche l’Italia è fondamentale per il nostro prodotto. Vogliamo sostenerlo al massimo, in particolare nel canale della ristorazione, perché ha stoffa da vendere sia per il consumo al momento dell’aperitivo sia negli abbinamenti a tavola».

L’Asti Secco Docg Toso è stato concepito in modo da conservare le caratteristiche note aromatiche del Moscato, che rappresentano il tratto distintivo del vitigno e del territorio, in grado di distinguerlo nettamente da tutti gli altri spumanti. Da un complesso lavoro di ricerca e sperimentazione in cantina è nato uno spumante fresco ed equilibrato, un Asti che non c’era.

Ma nella cantina di Cossano Belbo l’impegno nella sperimentazione non si ferma. Va in questa direzione, per esempio, anche la ricerca per continuare progressivamente ad abbattere il contenuto di anidride solforosa, ingrediente utilizzato in enologia per le sue proprietà antiossidanti e antisettiche, che nei vini e spumanti Toso è da sempre molto inferiore al limite massimo imposto dalla normativa.

In un’ottica di miglioramento continuo, inoltre, da alcuni anni Toso ha avviato un percorso di trasformazione in una cantina 4.0. Nel reparto di imbottigliamento spicca la tecnologia della speciale riempitrice, un’unica macchina che svolge tre diverse operazioni: risciacquo della bottiglia, riempimento e tappatura, garantendo al massimo la sicurezza del prodotto finito.

Per informazioni: www.toso.it

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Alberto Lupini


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