Braida e le espressioni del Monferrato

Dal Monferrato astigiano a Verona, è questo il viaggio che ha portato Braida al Vinitaly, a presentare le nuove etichette, 2015, 2016 e 2017. A raccontarle la titolare dell'azienda Raffaella Bologna

18 aprile 2018 | 10:15
di Marco Di Giovanni
L'azienda Braida ha una storia ben radicata nel territorio. Nacque nel 1961, tre generazioni fa, e ad oggi è guidata da Giacomo e Raffaella Bologna stessa: entrambi enologi, coltivano diverse tipologie di varietà autoctone, tra cui, in primis, naturalmente, la Barbera. Il loro obiettivo è far proseguire a questo vitigno la conquista dello status di nobiltà e qualità che merita.

Non solo Barbera, però, per Braida, ma anche Grignolino e tanti altri, al Vinitaly in tre diverse annate, «2017, 2016, 2015. Tre annate favolose - ci racconta Raffaella - che anch'io avrei difficoltà a scegliere quale delle tre meriti il primo acquisto. Sono tutte e tre davvero spettacolari».



Raffaella comincia dai vini più giovani, «La Monella e Limonte», vini con sentori vinosi e fruttati. «La caratteristica che distingue i vini Braida in quest'annata 2017 è l'unione di note fruttate e floreali, in particolare un mix tra la ciliegia e la viola. E io che sono una donna ne sono molto appagata, amo molto i profumi, così come le combinazioni a tavola con i piatti che sappiano esaltare questi aromi».

Passando ai vini 2016, si scopre maggior struttura, maggior corpo e maggior intensità: «C'è un po' di ciccia», spiega Raffaella per render bene l'idea. Infatti «la parte fruttata va a combinarsi con una nota minerale», tipica in effetti del territorio dell'azienda. «Il Monferrato letteralmente è da intendersi come Monte ricco di ferro, ecco perché i nostri vini sono straordinari per le donne un po' anemiche, sono quasi una medicina». Li conosce bene i suoi vini, Raffaella, sa come consigliarli, come categorizzarli, e ne ama i diversi aspetti, in particolar modo questa nota minerale che contraddistingue l'annata 2016.



Una chicca per il 2015 è l'Ai Suma, «il vino del sorriso», lo chiama così Raffaella. Un vino che si produce solo in annate particolarmente favorevoli e che rappresenta una sorta di "apice" per l'azienda. «Si tratta di una Barbera raccolta tardiva, dove l'acino ha un diametro inizialmente spesso, poi nella sub maturazione perde il 20% del contenuto di acqua, quindi si concentra ed appassisce. Regala al naso ma soprattutto alla bocca delle note balsamiche estremamente piacevoli. Un vino importante, molto persistente».

Per informazioni: www.braida.com

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