Centinaio: innovazione e ricerca per valorizzare di più il vino italiano

Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio commenta positivamente i dati rilevati da Ismea e Uiv e rielaborati dall’Osservatorio del vino che fanno dell’Italia il primo produttore al mondo . Centinaio tuttavia spiega che c’è ancora da lavorare per sfruttare tutte le potenzialità

04 settembre 2018 | 17:07
di Mariella Morosi
«L'attuale quadro della vendemmia 2018-19 - ha detto il Ministro - presenta una tendenza produttiva che fa ben sperare per l'intero comparto del vino. Ma per poter sfruttare tutte le potenzialità del mercato occorre incentivare la crescita del settore investendo su qualità, ricerca, innovazione e differenziazione dell'offerta. Per questo il Mipaaft ha sbloccato il bando per la promozione Ocm Vino e fatto partire subito il Comitato nazionale vini Dop e Igp».



«Serve anche semplificazione - ha aggiunto - per rendere le nostre aziende sempre più competitive sui mercati internazionali. Inoltre proprio in previsione di questa vendemmia abbiamo riproposto i voucher e stiamo lavorando sull’abbinamento turismo-agricoltura che debbono procedere insieme. Cerchiamo di fare più sistema per comprendere i nostri punti di debolezza e potenziando quelli di forza. Bando ai campanilismi per rilanciare la nostra economia».

L’Italia, secondo il rapporto presentato dal presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona, e da Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea, con 49 milioni di ettolitri, +15% rispetto ai 42,5 milioni dello scorso anno 2017, si conferma primo produttore al mondo, prima della Francia e della Spagna. «Pur con qualche criticità in gran parte al Sud dovuta a fattori climatici - ha detto Ernesto Abbona - con questa vendemmia si delinea un quadro nel complesso positivo. La viticoltura italiana, in larga parte, ha saputo affrontare un bizzarro andamento stagionale con attenzione, tempestività e professionalità consentendo al nostro Paese di confermare la propria leadership produttiva a livello mondiale».


Gian Marco Centinaio

L’incremento produttivo della campagna in corso - secondo Raffaele Borriello dell’Ismea - consentirà di recuperare gli effetti negativi derivati dalla riduzione registrata nel 2017 soprattutto sul fronte dell’export (-10%), con la prospettiva di superare a fine anno la soglia dei 6 miliardi di euro. Questo risultato permetterebbe all’Italia di mantenere la leadership mondiale. Notevoli gli incrementi produttivi stimati anche per Francia (46,1 milioni di ettolitri) e Spagna (43), secondo i dati forniti da Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Europeen des Enterprises Vins.

La metodologia ormai consolidata dell'annuale ricerca Ismea-Uiv, che comprende anche un'analisi previsionale di tutte le regioni vitivinicole italiane, si basa sulla messa a sistema di una fitta rete territoriale di osservatori del settore con la valutazione comparata delle indicazioni quantitative e qualitative e la successiva elaborazione statistica.

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