Il Chianti Classico candida il territorio a patrimonio dell’umanità Unesco

16 febbraio 2016 | 17:57
In occasione dei suoi 300 anni di storia il Chianti Classico punta a candidare il proprio territorio a patrimonio Unesco. È quanto annunciato dal direttore del consorzio del Gallo nero Giuseppe Liberatore, nell’ambito della Chianti Classico Collection, l'anteprima delle nuove annate e produzioni che andranno in commercio. Il progetto di candidatura sarà incentrato sulla valorizzazione delle risorse culturali e paesaggistiche della zona di produzione del Chianti Classico, di cui la componente enologico-produttiva costituisce il risultato più significativo. A seguire il progetto sarà la Fondazione per la tutela del territorio.



«Stiamo lavorando a questo obiettivo», dichiara Liberatore. «Il cda ha già dato il via libera e l'assemblea dei soci dovrebbe ratificare questa richiesta. È un elemento importante di valorizzazione del Chianti Classico, che arriverebbe nel suo trecentesimo anniversario. Per questo vorremmo ottenere l'iscrizione nella lista entro quest'anno, sarebbe una ciliegina sulla torta».

«Quest’anno celebriamo il nostro anniversario numero 300 - dice il presidente del Consorzio Sergio Zingarelli - non c’è modo migliore per pensare al futuro: puntare alla valorizzazione del nostro territorio e della nostra economia con la forza trainante del mercato del vino. Questo è quello che ci proponiamo con la candidatura del territorio a Patrimonio dell’Umanità».

Le terre del Chianti si estendono a cavallo tra le due province di Firenze e Siena; si tratta di 70mila ettari che comprendono per intero i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa. Elemento caratteristico del paesaggio agrario chiantigiano sono i filari di viti che si alternano agli oliveti.

Dopo l'inserimento paesaggio vitivinicolo di Langhe e Roero nella lista dei patrimoni Unesco, oltre al Chianti Classico sta affrontando lo stesso percorso anche la zona del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene.

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Alberto Lupini


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