“Quelli che la grappa la fanno davvero” Tre storici produttori trentini a Roma

13 marzo 2015 | 11:49
di Mariella Morosi
Piace sempre più la grappa, questo distillato solo italiano per tradizione, per cultura e per legge. Continua a conquistare palati raffinati e non ha più niente in comune con quel “cicchetto” bevuto in fretta, destinato a dare una sferzata di energia contro la fatica e il freddo. Ha acquistato morbidezza e piacevolezza, attraverso un processo produttivo raffinato che preserva gli aromi della materia prima, le vinacce, distillate ancora fresche dopo la produzione dei mosti.

A parlare della difficile arte della distillazione si sono recati a Roma tre affermati produttori trentini, “Quelli che la grappa la fanno davvero”, come recitava l’invito con degustazione al ristorante “Il Passetto” rivolto agli appassionati romani: Beppe Bertagnolli (nella foto, al centro) della Distilleria Bertagnolli di Mezzocorona, presidente dell’Istituto trentino grappa, che ha promosso l’evento; Stefano Marzadro (nella foto, a destra) della Distilleria Marzadro di Nogaredo; e Giuliano Pisoni (nella foto, a sinistra) della Distilleria F.lli Pisoni di Pergolese.

Ognuno di loro ha raccontato la propria storia aziendale, che spesso coincide con quella familiare. Generazione dopo generazione - alcuni marchi risalgono a metà Ottocento - la produzione trentina si è evoluta con metodi di distillazione che hanno permesso ai vari tipi di alambicchi un’estrazione degli aromi accurata e delicata. Proprio il Trentino può essere considerata la vera patria della grappa, anche se si fa anche in altre regioni.


Nella foto, da sinistra: Giuliano Pisoni, Beppe Bertagnolli e Stefano Marzadro

«La nostra - ha detto Bertagnolli - è l’unica certificata. Non solo, i produttori trentini oltre a garantire con metodi diversi la sua purezza, sono stati i primi a fare distillazioni separate con le vinacce dei vari vitigni, selezionando tra gli autoctoni e quelli più vocati, come Teroldego, Nosiola e Marzemino, lavorate entro dicembre. Sulla qualità del prodotto trentino incide anche il territorio, tra mare e montagna».

L’incontro a “Il Passetto”, moderato da Daniel Della Seta, giornalista e conduttore della trasmissione “Italia che va...” di Rai Radio 1 , ha permesso di far conoscere le tappe di un successo meritato per le imprese familiari che hanno investito capitali e risorse umane nella valorizzazione del distillato. Ma sono stati anche denunciati i tanti nodi che gravano sul settore. Sono soprattutto oneri burocratici, depositi fiscali e accise a rallentarne la crescita. Le possibilità di lavoro ci sono, per tanti giovani, ma nessuna scuola insegna a fare grappa, è solo l’esperienza a formarli. Gli istituti tecnici non insegnano la distillazione e solo quello di San Michele all’Adige la contempla parzialmente nei programmi scolastici.

La grappa è uno dei pochissimi distillati che possono essere consumati giovani ed è considerata con attenzione dai bartender per la miscelazione nei cocktail. Ma anche quelle invecchiate e barricate stanno prendendo sempre più posto nelle scelte dei consumatori, pur prodotte in misura minore. Notevole è l’interesse dei mercati stranieri che grazie anche all’Expo - come è stato auspicato - potrebbe ulteriormente affermarsi come modello di un bere consapevole made in Italy.



Le grappe dei tre produttori sono state degustate all’appuntamento romano anche in abbinamento ai piatti serviti. Con un Tonno al pepe nero, Ravioli di pesce alla crema di scampi, Filetto di orata in crosta di patate e zucchine e infine con un Semifreddo al cioccolato bianco con crumble di amaretti e salsa ai frutti di bosco si è pasteggiato a grappa, morbida o dura, servita nel classico bicchiere a tulipano.

Sono 30 i soci dell’Istituto tutela grappa del Trentino, nato nel 1969 per valorizzare la produzione tipica del prodotto ottenuto solo da vinacce prodotte in Trentino definendone uno standard di qualità. La produzione totale rappresenta il 10% di quella nazionale, con circa 4 milioni di bottiglie, ed è contrassegnata da un marchio d’origine, il marchio del Tridente, simbolo della città di Trento.

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Alberto Lupini


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