Malvasia delle Lipari, poca produzione Caravaglio: «Ma i numeri crescono»
26 aprile 2016 | 16:19
di Alberto Lupini
Nonostante, come detto, la produzione attualmente sia limitata, «i numeri registrano una crescita - spiega Caravaglio - anche se siamo ben lontani dai tempi in cui si producevano 16mila ettolitri: parliamo della fine dell’800. Dopo una leggera ripresa agli inizi del secolo scorso, di fatto i vigneti stavano quasi per scomparire. A Salina c’è stato un ritorno all’attività agricola, soprattutto alla viticoltura, negli anni ‘80. Si è ricominciato ad impiantare, ed oggi si continua ad impiantare. Rispetto alla fine degli anni ‘80, oggi abbiamo quadruplicato la superficie vitata, passando da circa 20 ettari agli attuali 70-80».
La produzione dell’intera isola è di circa 200mila bottiglie all’anno. «Si tratta di piccole produzioni - precisa il presidente del Consorzio - che fanno capo ai 12 produttori presenti sull’isola di Salina. Una quantità che si può paragonare a quella di una cantina di medie dimensioni».
Antonino Caravaglio
Ci sono però dei vini ricercati: «La Malvasia delle Lipari - spiega Caravaglio - ha un bel nome all’interno del panorama enologico internazionale. È un vino che ha una bella storia, è ottenuto da un’uva che è sempre stata destinata alla vinificazione, quindi si tratta di un vino che ha secoli di storia alle spalle. Il futuro di questo vino è la crescita, ma ciò che è sicuramente interessante sono i risultati che si sono ottenuti dalla vinificazione senza appassimento dell’uva Malvasia delle Lipari, che dà vita a dei vini bianchi interessanti, che hanno diversi anni di durata in bottiglia».
L’obiettivo è portare la Malvasia delle Lipari a diventare un vino consumato a tutto pasto: «Bisogna prevedere una modifica del disciplinare di produzione - sottolinea Caravaglio - introducendo o sostituendo la tipologia liquorosa, che non si è mai rivendicata, con la tipologia secca».
Il mercato della Malvasia delle Lipari, oggi, è «innanzi tutto il mercato locale: le isole Eolie insieme a Taormina sono i maggiori poli turistici della Sicilia - conclude il presidente del Consorzio - poi c’è il mercato nazionale, ma soprattutto l’estero, in particolare i Paesi del Nord Europa».
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi |
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini