Malvasia delle Lipari, poca produzione Caravaglio: «Ma i numeri crescono»

26 aprile 2016 | 16:19
di Alberto Lupini
Il vino Malvasia delle Lipari è uno dei passiti più celebrati d’Italia, di cui però la produzione è piuttosto limitata. Per cercare di agire a tutto tondo sul fronte produttivo vitivinicolo, partendo dalla Malvasia, bene comune per tutte le isole dell’arcipelago delle Eolie, nel 1999 nasce il Consorzio di tutela e valorizzazione del vino Malvasia delle Lipari e Igp Salina, il cui presidente dal 2002 è Antonino Caravaglio (nella foto), il cui obiettivo è guardare anche agli altri vitigni e vini che il territorio può esprimere, tenendo conto della sua preziosa specificità.



Nonostante, come detto, la produzione attualmente sia limitata, «i numeri registrano una crescita - spiega Caravaglio - anche se siamo ben lontani dai tempi in cui si producevano 16mila ettolitri: parliamo della fine dell’800. Dopo una leggera ripresa agli inizi del secolo scorso, di fatto i vigneti stavano quasi per scomparire. A Salina c’è stato un ritorno all’attività agricola, soprattutto alla viticoltura, negli anni ‘80. Si è ricominciato ad impiantare, ed oggi si continua ad impiantare. Rispetto alla fine degli anni ‘80, oggi abbiamo quadruplicato la superficie vitata, passando da circa 20 ettari agli attuali 70-80».

La produzione dell’intera isola è di circa 200mila bottiglie all’anno. «Si tratta di piccole produzioni - precisa il presidente del Consorzio - che fanno capo ai 12 produttori presenti sull’isola di Salina. Una quantità che si può paragonare a quella di una cantina di medie dimensioni».


Antonino Caravaglio

Ci sono però dei vini ricercati: «La Malvasia delle Lipari - spiega Caravaglio - ha un bel nome all’interno del panorama enologico internazionale. È un vino che ha una bella storia, è ottenuto da un’uva che è sempre stata destinata alla vinificazione, quindi si tratta di un vino che ha secoli di storia alle spalle. Il futuro di questo vino è la crescita, ma ciò che è sicuramente interessante sono i risultati che si sono ottenuti dalla vinificazione senza appassimento dell’uva Malvasia delle Lipari, che dà vita a dei vini bianchi interessanti, che hanno diversi anni di durata in bottiglia».

L’obiettivo è portare la Malvasia delle Lipari a diventare un vino consumato a tutto pasto: «Bisogna prevedere una modifica del disciplinare di produzione - sottolinea Caravaglio - introducendo o sostituendo la tipologia liquorosa, che non si è mai rivendicata, con la tipologia secca».



Il mercato della Malvasia delle Lipari, oggi, è «innanzi tutto il mercato locale: le isole Eolie insieme a Taormina sono i maggiori poli turistici della Sicilia - conclude il presidente del Consorzio - poi c’è il mercato nazionale, ma soprattutto l’estero, in particolare i Paesi del Nord Europa».

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Credits  -  Policy  -  PARTNER  -  EURO-TOQUES | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024