Murgo, perfetta espressione dei vini del vulcano

Un’azienda che da anni è da considerare nell’aristocrazia delle cantine dell’Etna. Un marchio ormai storico, che nasce con i primi vigneti nel 1860 e successivamente è acquistata dalla nobile famiglia Scammacca

16 luglio 2018 | 09:26

Nonno Michele nel 1960 iniziò il rinnovamento dei vigneti, sul versante est-sud-est dell’Etna a Santa Venerina. Allora si produceva quantità, come d’altra parte quasi ovunque nel mondo, con le navi cariche di vino sfuso dell’Etna che partivano dal porto di Riposto; per avere quello buono si deve aspettare il 1980 quando si tappano le prime 3mila bottiglie dell’azienda, merito di papà Emanuele, un barone che univa la carriera di ambasciatore a quella di ingegnere-agronomo con laurea belga, che cominciò a puntare sulla qualità.



Oggi il vigneto nella Tenuta San Michele a 500 m di altitudine è 33 ettari, più 10 fuori della Doc Etna, condotto in pratica con tecniche naturali a basso impatto ambientale; se ne occupa Michele, mentre i fratelli Matteo e Pietro si dedicano all’hotel e al ristorante nella sede dell’azienda e all’oliveto nella piana di Catania. Il primo Etna Doc fu imbottigliato nell’82, il primo spumante metodo classico nell’89, primo anche in assoluto sul vulcano, a detta di Michele. Murgo è più conosciuta nel mondo proprio per i suoi spumanti, una produzione che raggiunge il 30% di tutti i suoi vini, indice di quanto cuore ed esperienza dedicano a questa tipologia. Il particolare terroir conferisce ai vini grande finezza ed eleganza, interessante complessità ed intensa mineralità, sostenuta da una piacevole acidità mentre l’altitudine del vulcano provoca forti escursioni termiche che rallentano la maturazione delle uve e arricchiscono i profumi.



Il primo spumante, un brut, stette 2 anni sui lieviti, ma costantemente da allora si sono avuti piccoli e grandi cambiamenti, continui accorgimenti che hanno creato un notevole miglioramento della qualità sia organoletticamente sia per la tenuta nel tempo. Dal 1999 si affianca un Extra Brut e oggi con i 2 rispettivi rosé gli spumanti sono diventati 4, tutti da uve rosse di Nerello Mascalese puro, un vitigno che con la notevole acidità, la bassa concentrazione in colore e molti altri elementi che provengono dal terroir, è particolarmente atto alla produzione di spumanti elaborati con il Metodo Classico. Si aggiungono 5 Doc Etna e 7 Igt Terre Siciliane da vitigni internazionali e da vigne non in zona Doc. Enologo è Vito Giovenco.



Degustiamo il Murgo Extra Brut millesimato 2010 e Tenuta San Michele Etna Bianco Doc 2016. Lo spumante deriva da vigne a spalliera su sabbie vulcaniche spesso finissime, vendemmia prima della completa maturazione chiaramente manuale per la difficile accessibilità dei luoghi, pressatura delicata, fermentazione e decantazione in acciaio a temperatura controllata. Nella primavera successiva la presa di spuma e affinamento in bottiglia da 6 a 7 anni, infine il remouage con giropallets e il degorgement senza aggiunta di zucchero. Nel flûte il colore è giallo paglierino e la carbonatica finissima e persistente. Al naso note di ginestra, mela, nocciola tostata, crosta di pane, grande equilibrio e finezza e già una sensazione di mineralità quasi da pietra focaia, interessantissimo. Al palato le bollicine sono microscopiche da spumante di gran classe, spicca la mineralità con sentori quasi salini, è molto secco ma arricchito da un leggero tocco fruttato di agrumi e di pesca, la lunga permanenza sui lieviti gli conferisce una struttura e un corpo vigorosi. Da aperitivo a tutto pasto, un compagno ideale. Sono 4.500 bottiglie in enoteca a 26 euro.



Il Tenuta San Michele rappresenta il top dei bianchi, prodotto senza compromessi e raccolto solo nelle migliori annate con selezione delle uve migliori che provengono da più vigne della Tenuta che poi vengono opportunamente mixate per ottenere il meglio. Le uve sono di Carricante al 60%, Catarratto 30% e altre minori autoctone. Pressa soffice, fermentazione a temperatura minima che dura fino a 20 giorni, affina in acciaio e in parte in botti di rovere per 10 mesi. Nel calice colore giallo tendente al dorato. Al naso si sente proprio il vulcano che si esprime con note di pietra focaia, con sensazioni di spinta mineralità che già si esprime all’odore, tutto ingentilito da fiori di ginestra e di camomilla, elegantissimo e perfettamente franco. Al palato si conferma la spiccata mineralità che vira verso una tendenza sapida, ha notevole struttura ma sensibile freschezza data da un’acidità evidente ma al contempo equilibrata, un finale quasi eterno. Splendido. Si accoppia ai pesci ma da provare anche con un Pecorino Dop stagionato. Sono solo 3.500 bottiglie in enoteca a 23 euro.

Per informazioni: www.murgo.it

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Alberto Lupini


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