La “prudenza” del Consorzio Franciacorta Più controlli per una vendemmia difficile

04 agosto 2017 | 17:51
di Renato Andreolassi

Il comunicato, pur con la debita prudenza, suona come un avvertimento: «Il consorzio Franciacorta in una situazione piuttosto delicata come la vendemmia 2017, ha richiesto ufficialmente un incremento dei controlli da parte delle unità competenti, al fine di garantire il rispetto delle regole». Come dire, prudenza nel fare valutazioni ed esprimere giudizi in base alla vendemmia anticipata dei primi di agosto sul versante esposto a Sud del Monte Orfano fra Cologne, Coccaglio e Rovato.



È presto, troppo presto per dire come sarà l'annata poichè la raccolta delle uve si prospetta piuttosto difficile fra le gelate tardive della primavera e il caldo feroce di questi giorni. Qualcuno ha ipotizzato anche un calo delle rese intorno al 30%. Né squilli di trombe, né necrologi, «perché - dice Silvano Brescianini, vicepresidente del consorzio - vi è molta disomogeneità sul territorio e le cantine hanno fatto scelte diverse nelle potature. Sul piano fitosanitario la stagione è stata invece piuttosto tranquilla».

Par di capire quindi che rispetto al passato, dove vi era la corsa alla "prima vendemmia" adesso si invita a non strafare e a perseguire l'eccellenza in ogni singolo passaggio produttivo poiché «il disciplinare del Franciacorta è il più restrittivo al mondo fra i vini rifermentati in bottiglia».

E dal 2017, dopo molti anni di sperimentazioni condotte in sordina si è giunti all'inserimento di un nuovo vitigno: l'Erbamat, a bacca bianca da molti dimenticato ma di cui si ha notizia fin dal '500. Si affiancherà nella misura massima del 10% al Pinot bianco e al Pinot nero, in tutte le tipologie ad eccezione del Satèn. E i bresciani lanciano il guanto della sfida, «in un mondo spumantistico - dicono - che prevede pressoché ovunque l'impiego di Chardonnay e Pinot nero, l'Erbomat può diventare un fattore di esclusività e un fiore all'occhiello». Chi ha orecchie per intendere sui primati vendemmiali, intenda...

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Alberto Lupini


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