Terredora, la forza della storia Campore, un Fiano elegante e longevo

13 settembre 2017 | 18:44
di Andrea Radic
La cantina Terredora si trova a Montefusco, nel cuore dell'Irpinia, con tenute nei comuni di Montemiletto, Montefalcione, Lapio, Gesualdo, Venticano e Pietradefusi. Circa 200 ettari di Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi, Aglianico, Falanghina, bland e riserve con uno stretto legame con il territorio, declinato nella storia, nelle tradizioni, nella toponomastica e nei nomi dei cru.



Una trasposizione italiana del termine terroir che unisce i mondi della vite, del clima, della tradizione dei vignaioli e del suolo. I terreni di questo prezioso fazzoletto di Campania sono argillosi e calcarei, anche di origine vulcanica, e donano ai vini mineralità, aromaticità e il carattere di una terra affascinate, ma tosta. Infatti il Fiano Campore è longevo: il 2010 che abbiamo degustato sprigiona profumi e sensazioni davvero notevoli, eleganza e forza grazie anche al giusto microclima.

Da oltre quarant'anni l'enologo Paolo Mastroberardino ha scelto di seguire i dettami dell'agricoltura biodinamica e della lotta integrata con rispetto in vigna della biodiversità del suolo. «Il territorio nel quale viviamo - commenta Mastroberardino - l'appennino campano, è una zona chiusa in un canale nord-sud, l'Irpinia, che come le Langhe presenta colline alte fino a 900 metri, ma con una climatologia più complessa e sbalzi termici». Mentre parla, proietta le fotografie delle sue vigne e una veduta, dai 1.650 metri del Monte Terminio, della verde provincia.



Le vigne Terredora crescono fino ai 600 metri di altitudine sopra il livello del mare e le influenze climatiche sono ricche e preziose, come la cittadina medioevale di Montefusco, dove da alcuni secoli la famiglia a Mastroberardino è protagonista, oggi con Terredora, del vino e del territorio.

«Siamo profondamente legati al territorio, con radici ancestrali - prosegue Mastroberardino - che nascono dal rispetto dell'uva e dalla passione di produrre con attenzione e cura. Per la vendemmia che sta per cominciare torneranno, come da alcuni anni, le "signore delle viti", mamme di famiglia che si offrono di lavorare alla selezione manuale dei grappoli anche per lasciare da parte per qualche giorno le incombenze familiari. Un fatto particolare, che potrebbe sembrare curioso, ma che ci fa molto piacere, anche perché tornando anno dopo anno, hanno acquisito professionalità e tecnica».



Anche il vento è uno dei fattori climatici di questa area, tanto che il Taurasi e il cru Fatica Contadina provengono da vigne più protette, mentre, laddove il vento è padrone, c'è l'Aglianico, la cui conformazione delle cellule vegetali lo rende molto più resistente. «Abbiamo investito in nuove viti di Falanghina - prosegue Paolo Mastroberardino - maggiormente resistente al gelo, che quest'anno si è manifestato con oltre un metro di neve a gennaio. Lo abbiamo combattuto al momento giusto bruciando i residui di estirpazione dei vigneti con balle di paglia e buttando acqua per creare vapore acqueo caldo che ha protetto l'uva».

Il Cru Fatica Contadina viene dalle piante più vecchie come la riserva Campore. Il nome viene dal campo che riforniva la famiglia reale borbonica. "Campo del re", appunto. Anche la cantina è stata studiata e realizzata per dare il meglio, «anche se il vino si fa in vigna», sottolinea Mastroberardino, ricordando la figura del fratello Lucio, prematuramente scomparso, che era l'enologo di famiglia, premio Miglior enologo dell'anno nel 2006 per la categoria vini bianchi.



In questa zona gli ambienti hanno il legno come protagonista, e in questa zona si agisce anche nel rispetto della sostenibilità ambientale, «sulla quale dobbiamo avere il coraggio delle nostre azioni», conclude Paolo Mastroberardino. Abbinata ai piatti del cuoco della Terrazza Palestro, la degustazione, tra cui una verticale di Taurasi Pago dei Fusi e una di Fiano Campore conferma che Terredora non è solo una azienda guidata con passione, ma la forza di una storia.

Per informazioni: www.terredora.com

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Alberto Lupini


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