Il vino di Eataly “libero” in apparenza? 50mila euro di multa per Farinetti

10 maggio 2016 | 18:56
Il vino di Eataly è “libero”. Da cosa, lo chiede l'Antitrust alla catena di prodotti agroalimentari di qualità di Oscar Farinetti. Pare infatti che la dicitura “vino libero”, annessa alle etichette commercializzate dal colosso enogastronomico potesse, secondo l'“accusa”, trarre in possibile inganno il consumatore. A causa di una mancata tempistica nella risoluzione di tale problematica, è stata fatta scattare la multa di 50mila euro. Entrando nei particolari, si tratta del bollino “vino libero” applicato alle bottiglie di quelle aziende vinicole che aderiscono all'omonima associazione, commercializzate per l'appunto dalla catena leader nel mondo per l'enogastronomia italiana.



«La dicitura “vino libero” in mancanza di ulteriori specificazioni - dice l'esposto presentato dal Codacons nell'ormai lontano 2014 - lascerebbe erroneamente intendere ai consumatori che i vini promossi in vendita che si fregiano del marchio “vino libero” siano totalmente liberi da concimi chimici, erbicidi e solfiti, potendoli indurre in errore». Un errore che subito troverebbe soluzione scorrendo la pagina del progetto (dal sito di Eataly), la quale sottolinea sì l'assenza di concimi di sintesi ed erbicidi, ma specifica «libero da almeno il 40% dei solfiti».

L'ammonizione iniziale dell'Antitrust chiaramente è dovuta ai problemi di salute che i solfiti possono creare - quantità eccessive potrebbero provocare alterazioni del metabolismo e disturbi alle vie respiratorie ed emicrania, come tra l'altro riporta lo stesso sito dell'associazione Vino libero. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) trova che, nonostante la cartellonistica esposta da Eataly e la puntualizzazione sul sito dell'associazione Vino libero - tutte riportanti la corretta quantità di solfiti presenti nei prodotti commercializzati - potesse egualmente trarre in inganno la dicitura affissa sulle bottiglie della catena. La richiesta in conseguenza a Eataly di rettificare, apponendo più corretta segnaletica.

Quelli però che dovevano fungere da bollini riparatori, non sono giunti tempisticamente: lo provano diversi controlli tra marzo e novembre 2015 dell'Agcm. Ed ecco, in conclusione: 50mila euro di multa per l'azienda di Farinetti, 8mila per Fontanafredda (distributrice del prodotto) e 5mila per l'associazione Vino Libero. La difesa di Eataly? Nessun contatto diretto con Vl, la colpa è tutta di Fontanafredda. Curioso, perché nel febbraio 2013 proprio Andrea Farinetti, figlio del patron di Eataly e produttore di vino, è stato intervistato in qualità di promotore del disciplinare di Vino libero dal settimanale Il Salvagente.

Eataly si è pronunciata comunque in maniera chiara e forte riguardo questa “malcomprensione” tra le parti: «Eataly, pur non condividendo la motivazione [dell'accusa], ha da subito collaborato lealmente con l'Agcm chiedendo a Vino Libero di apportare le modifiche richieste. E così, oggi, è fatto. L’incomprensione con l’Autorità e quindi il provvedimento sanzionatorio, che comunque Eataly ritiene sbagliato, scaturiscono unicamente dalla tempistica con cui tali modifiche sono state effettuate. Vino Libero - prosegue il brand internazionale - è un progetto vero, importante che Eataly si impegna a portare avanti nel rispetto della salute dei clienti e dei tanti contadini che credono in un’agricoltura più pulita e con meno chimica».

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Alberto Lupini


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