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Kfc punta sulla carne sintetica In autunno nel piatto i nuggets 3D

La catena nota per il pollo fritto sta iniziando a sperimentare una tipologia di “carne” che deriva da cellule di pollo coltivate in laboratorio che, una volta pronte, verranno… macellate con una stampante.

 
20 luglio 2020 | 16:19

Kfc punta sulla carne sintetica In autunno nel piatto i nuggets 3D

La catena nota per il pollo fritto sta iniziando a sperimentare una tipologia di “carne” che deriva da cellule di pollo coltivate in laboratorio che, una volta pronte, verranno… macellate con una stampante.

20 luglio 2020 | 16:19
 

Cellule di pollo coltivate in laboratorio e stampa 3D. Questa è la carne del futuro che finirà nei nostri piatti. E non è più fantascienza e nemmeno si parla di un futuro troppo lontano perché la nota catena Kfc ci sta già lavorando seriamente in collaborazione con la russa 3D Bioprinting Solutions. Obiettivo: realizzare le crocchette di pollo attraverso la stampa a tre dimensioni.

I celebri nuggets Kfc - Kfc, ecco la carne-non carne Nel piatto i nuggets 3D

I celebri nuggets Kfc

Una catena, quella tridimensionale, che fornirà anche l’impanatura e le spezie così da avvicinare il più possibile il gusto dei nuggets 3D a quelli di oggi, un po’ più reali. Come reagiranno gli appassionati del pollo fritto, non si può sapere, ma a sorridere saranno sicuramente gli animalisti perchè in questo processo non verranno usati gli animali. La prima crocchetta verrà testata a Mosca già nell’autunno di quest’anno, ma la speranza è che apra le porte alla diffusione più ampia di carne realizzata con cellule cresciute in laboratorio. Kfc non è del tutto nuova a questi temi visto che già dall’anno scorso ha iniziato a offrire negli Usa i prodotti della Beyond Meat, ossia sostituti della carne di origine vegetale.

La scelta è anche di tipo “politico” e di strategia. Kfc intende compiere un importante salto di qualità nel mondo dei cibi alternativi con il preciso scopo di percorrere la strada della sostenibilità ambientale e dell’etica. Secondo alcuni studi, il cosiddetto bioprinting dei nuggets porterebbe a una riduzione di 25 volte dei gas serra e al dimezzamento del consumo di energia rispetto alle tradizionali attività di allevamento. Senza dimenticare il fatto che non verrebbero più utilizzati gli animali per realizzare la carne, aspetto non di poco conto per una parte della popolazione.

L’ipotesi che questo mercato possa funzionare è avvalorata dal fatto che si aprirebbero probabilmente nuovi segmenti di mercato composti da una nuova clientela. Inoltre, l’essere indipendenti dagli allevamenti permetterebbe di avere una “materia prima” più sicura e indenne da difficoltà che dipendono da cause naturali.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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