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Riso, una risorsa per l’economia italiana Da tutelare con un marchio di origine

Il 90% della produzione di riso in Italia è destinata al mercato europeo, e rappresenta una grande risorsa per l’economia del Paese, messa però in dubbio dalla liberalizzazione tariffaria sul commercio del riso. Perciò le importazioni nell’Ue del riso extra Ue, sono passate da 5,5 mila a 241mila tonnellate

di Juri Piceni e Mariapia Gandossi
27 settembre 2015 | 09:36
Riso, una risorsa per l’economia italiana 
Da tutelare con un marchio di origine
Riso, una risorsa per l’economia italiana 
Da tutelare con un marchio di origine

Riso, una risorsa per l’economia italiana Da tutelare con un marchio di origine

Il 90% della produzione di riso in Italia è destinata al mercato europeo, e rappresenta una grande risorsa per l’economia del Paese, messa però in dubbio dalla liberalizzazione tariffaria sul commercio del riso. Perciò le importazioni nell’Ue del riso extra Ue, sono passate da 5,5 mila a 241mila tonnellate

di Juri Piceni e Mariapia Gandossi
27 settembre 2015 | 09:36
 

Cucinando senza glutine, un piatto tipico e di facile approccio è sicuramente il riso. In Italia la coltivazione del riso ha potuto svilupparsi sia in termini di superfici sia in termini di innovazione tecnologica per venire incontro alle esigenze dei consumatori europei. All’interno dell’Unione europea il consumo di riso si aggira intorno ai 2,5 milioni di tonnellate. L’Italia colloca su tale mercato circa il 90% della propria produzione, concentrando la coltivazione in Piemonte e Lombardia.



Sono passati circa cinquecento anni da quanto si è iniziato a coltivare il riso nella Pianura Padana e questo patrimonio continua oggi a essere fonte di occupazione e lavoro per migliaia di persone. Ma la concessione Eba “Every but arm”, una concessione unilaterale che il Consiglio europeo ha accordato a 49 Paesi meno avanzati, sta mettendo in crisi il settore. La concessione è stata applicata per il riso solo a partire dal 2009 ma riporta già molti danni per il mercato.

Grazie a questa liberalizzazione tariffaria a qualsiasi stadio di lavorazione le importazioni nell’Ue del riso extra Ue sono aumentate da 5,5 mila a 241mila tonnellate. In questo dato si rileva tutta la gravità del fenomeno: il riso lavorato importato a dazio zero rende impossibile per gli agricoltori dell’Unione europea vendere la loro produzione all’industria di trasformazione a un prezzo remunerativo.



Cosa possiamo fare per aiutare i nostri produttori di riso? Sicuramente accertarci che i fornitori abbiano tracciabilità del riso e che sia Made In Italy. A questo proposito l’Ente nazionale risi ha registrato un marchio che ha la funzione e lo scopo di garantire l’origine, la natura e la qualità del riso commercializzato dagli operatori italiani. L’utilizzo di questo marchio è gratuito e prevede unicamente controlli da pare dell’ente sul prodotto.

I produttori italiani di riso, e così anche il Made in Italy, si trovano in una situazione di sfavore e si tratta di una questione che non può passare inosservata, vista l’importanza che la produzione del riso ha nell’economia italiana. Date queste premesse era proprio necessario inserire nel Cluster del Riso a Expo 2015 Paesi come: Bangladesh, Cambogia, Sierra Leone, Myanmar, Repubblica Democratica Popolare Laos ed escludere l’Italia?

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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