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La Ue vuole piatti etichettati No di Fipe e Cuochi di Lombardia

I piatti serviti al ristorante potrebbero avere l'obbligo di indicazione degli ingredienti nel menu. È stato proposto in sede comunitaria. La normativa creerebbe non pochi problemi, in termini pratici, alla ristorazione: contrari all'approvazione la Fipe ed il consorzio Cuochi di Lombardia

15 giugno 2009 | 18:10
La Ue vuole piatti etichettati No di Fipe e Cuochi di Lombardia
La Ue vuole piatti etichettati No di Fipe e Cuochi di Lombardia

La Ue vuole piatti etichettati No di Fipe e Cuochi di Lombardia

I piatti serviti al ristorante potrebbero avere l'obbligo di indicazione degli ingredienti nel menu. È stato proposto in sede comunitaria. La normativa creerebbe non pochi problemi, in termini pratici, alla ristorazione: contrari all'approvazione la Fipe ed il consorzio Cuochi di Lombardia

15 giugno 2009 | 18:10
 

 Il progetto è di quelli che lasciano basiti ed invece rischia di diventare reale: piatti serviti al ristorante con tanto di etichettatura. è quel che potrebbe accadere se passasse una proposta legislativa europea che vuole estendere anche alla ristorazione l'obbligo di elencare gli ingredienti, pensato per i prodotti alimentari preconfezionati. I menu, unico strumento per un ristoratore dove poter fornire le indicazioni, diventerebbero delle enciclopedie e andrebbero stampati quasi quotidianamente alla minima variazione anche di un solo ingrediente. Edi SommarivaSecondo Edi Sommariva (nella foto), direttore generale Fipe: «I ristoratori si troverebbero in grande difficoltà ad osservare la legge per non vedersi comminare sanzioni, oppure sarebbero costretti a fare uso di pietanze preconfezionate a scapito della tanto osannata e rispettata tipicità degli alimenti. Una situazione che è in netto contrasto con la domanda di una clientela sempre più esigente nei confronti della qualità, della tipicità e della territorialità. L'imposizione di una etichettatura sui piatti porterà, infatti, ad una offerta di gastronomia sempre più omogenea e dipendente dall'industria alimentare».

Nonostante la normativa debba ancora passare il vaglio dell'Europarlamento e del Consiglio dell'Unione europea, la ristorazione di tutta Europa è insorta in massa. Il 'no” si è levato corale dai rappresentanti dei francesi, irlandesi, spagnoli, italiani e di tutti gli altri paesi aderenti all'Hotrec, la federazione europea di riferimento per la categoria, riuniti nella tavola rotonda dal titolo 'Gli eccessi di burocrazia minacciano la biodiversità in cucina”, ultimo dei quattro convegni organizzati da Fipe a TuttoFood, la fiera milanese dell'agroalimentare.

Ad annunciare battaglia in sede di istituzione europea è stata proprio Margherite Sequaris, Segretario Generale Hotrec: «Le leggi, a maggior ragione quelle europee, dovrebbero venire incontro alle necessità degli operatori per cercare di facilitare il loro lavoro e non di renderlo più complicato». Fipe sostiene che le informazioni che la legge europea vuole mettere nero su bianco vengono trasmesse dai ristoratori disposti per questo a migliorare la loro formazione per un'informazione più accurata nei confronti del cliente. «Anche noi come associazione – sostiene Antonio Longo, presidente del Movimento difesa del cittadino – ci impegniamo a fare la nostra parte per informare sui rischi alimentari legati alle allergie. Non pensiamo che complicazioni burocratiche possono aiutare i consumatori ad orientarsi meglio».

Matteo ScibiliaUna posizione rilanciata anche dal Consorzio cuochi di Lombardia. «Non possiamo che essere soddisfatti - spiega il presidente Matteo Scibilia (nella foto) - della presa di posizione della Fipe. Un conto è impegnarsi per garantire la trasparenza assoluta rispetto ai piatti che vengono portati in tavola. Se si dice che si utilizza lardo di Colonnata, questo deve essere, e non un prodotto taroccato cdome purtroppo troppo spesso succede. Un altro discorso è però quello di trasformarci in burocrati da sanzionare se, un giorno, invece del timo che è finito in cucina qualcuno utilizza la maggiorana. Il problema vero è quello di garantire la trasparenza rispetto a cosa si utilizza e la tracciabilità dei fornitori non già di fare l'elenco iperdettagliato dei componenti quasi si trattasse di un farmaco.
Un conto è informare i clienti nel menu su chi sono i fornitori e se in qualche piatto si utilizzano prodotti o additivi che possono creare problemi di allergia o intolleranze, un altro è pensare di fare elenchi inutili e assurdi per ogni ricetta. Il tutto con una condizione ben precisa: se facciamo cucina di territorio o di tradizione è nostro interesse indicare i prodotti e le materie prime di qualità (a partire come detto dai fornitori). Se facciamo invece cucina molecolare dovrebbe essere un obbligo deontologico, prima ancora che di legge, indicare l'eventuale utilizzo di additivi, soprattuto se chimici...» 
 

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11/11/2010 18:01:00
3) I cambiamenti sono positivi
Salve a tutti.
Bisogna sempre vedere i cambiamenti anche in quello che è positivo. Per esempio il fatto di non poter impiegare additivi alimentari ed edulcoranti vietati e quello ancor più utile di elencare gli eventuali allergeni presenti nel piatto o impiegati nelle cucine (per contaminazione crociata potrebbero nuocere a persone allergiche perché nn c'è soglia!!). Ho detto allergico e non intollerante!! Quindi a mio avviso una protezione della tipicità e della creatività degli chef.
Grazie per l'attenzione.


15/06/2009 18:10:00
2) L'Arthob è con Fipe, Cuochi di Lombardia e Italia tavola contro la sciocchezza dei piatti etichettati
Come sempre, puntuali come un orologio svizzero, a Italia a tavola e a Matteo Scibilia non gliene scappa una: Complimenti per la tempestività. Inviterei volentieri i politici europei a fare una settimana di lavoro nella ristorazione. A questo punto potrebbero valutare cos'è la ristorazione, quali problemi sii possono creare con leggine inutili. Da ristoratore alternativo(nelle mie ricette faccio uso anche di liquori ed amari) se dovessi fare un menu con indicazione specifica degli ingredienti non sarei come fare. Ma avete mai provato a leggere gli ingredienti di un super alcolico, un amaro o un liquore? Non ci sono indicazioni di cosa sono gli aromi naturali, di cosa è composto. Essendo un po' estremo nelle mie ricette cucino anche con la Coca cola: ma che ingredienti ci sono in questa bibita? Per non parlare della Nutella. Chi non ha mai fatto uso della nutella nei dolci? E qusto non vale solo per piccoli artigiani, ma anche per grossi gruppi internazionali. Perchè noi ristoratori dovremmo mettere gli ingredienti quando ci sono prodotti indecifrabili di uso comune? Arthob è sempre vicina e sostiene queste cause e dà il suo sostegno nella provincia di Brescia e si schiera con Fipe, Consozio cuochi ristoratori della lombardia, Italia a tavola. E invitiamo i grandi amici della ristorazione Matteo Scibilia e Alberto Lupini a continuare cosi: noi siamo con voi e vi seguiamo.


15/06/2009 18:10:00
1) L'Arthob è con Fipe, Cuochi di Lombardia e Italia tavola contro la sciocchezza dei piatti etichettati
Come sempre, puntuali come un orologio svizzero, a Italia a tavola e a Matteo Scibilia non gliene scappa una: Complimenti per la tempestività. Inviterei volentieri i politici europei a fare una settimana di lavoro nella ristorazione. A questo punto potrebbero valutare cos'è la ristorazione, quali problemi sii possono creare con leggine inutili. Da ristoratore alternativo(nelle mie ricette faccio uso anche di liquori ed amari) se dovessi fare un menu con indicazione specifica degli ingredienti non sarei come fare. Ma avete mai provato a leggere gli ingredienti di un super alcolico, un amaro o un liquore? Non ci sono indicazioni di cosa sono gli aromi naturali, di cosa è composto. Essendo un po' estremo nelle mie ricette cucino anche con la Coca cola: ma che ingredienti ci sono in questa bibita? Per non parlare della Nutella. Chi non ha mai fatto uso della nutella nei dolci? E qusto non vale solo per piccoli artigiani, ma anche per grossi gruppi internazionali. Perchè noi ristoratori dovremmo mettere gli ingredienti quando ci sono prodotti indecifrabili di uso comune? Arthob è sempre vicina e sostiene queste cause e dà il suo sostegno nella provincia di Brescia e si schiera con Fipe, Consozio cuochi ristoratori della lombardia, Italia a tavola. E invitiamo i grandi amici della ristorazione Matteo Scibilia e Alberto Lupini a continuare cosi: noi siamo con voi e vi seguiamo.





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