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E.coli, variante nelle barbabietole Esami su erba medica e legumi

Il ministro della Salute Fazio: «Le autorità tedesche ipotizzano che alla base dell'epidemia possa esserci il consumo di germogli vegetali di erba medica, lenticchie, fagioli azuki e fieno greco prodotti in uno stabilimento nei pressi di Amburgo». In Italia non è stato registrato nessun caso

 
09 giugno 2011 | 18:55

E.coli, variante nelle barbabietole Esami su erba medica e legumi

Il ministro della Salute Fazio: «Le autorità tedesche ipotizzano che alla base dell'epidemia possa esserci il consumo di germogli vegetali di erba medica, lenticchie, fagioli azuki e fieno greco prodotti in uno stabilimento nei pressi di Amburgo». In Italia non è stato registrato nessun caso

09 giugno 2011 | 18:55
 

«Le autorità tedesche ipotizzano dal 5 giugno che alla base dell'epidemia di E. coli possa esserci il consumo di germogli vegetali di erba medica, lenticchie, fagioli azuki e fieno greco prodotti in uno stabilimento nei pressi di Amburgo. Per questo motivo, l'attività produttiva dello stabilimento è stata sospesa». Lo ha detto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, in un'informativa nell'Aula del Senato.

L'ipotesi «sembra dotata di un certo fondamento», ha aggiunto Fazio, anche se «i primi esami di laboratorio sui campioni prelevati nello stabilimento hanno dato esito negativo. Altre analisi sono in corso a Berlino. Questa mattina una variante del batterio è stata scoperta in germogli di barbabietole olandesi esportati in Germania e Belgio».

A oggi, ha riferito Fazio, sono 2.808 le persone con infezione da variante aggressiva di E.coli, di cui 722 colpiti da sindrome uremica, e 26 i decessi.

Il ministro ha poi spiegato che i Nas stanno effettuando controlli sui produttori e importatori di semi per la produzione di germogli vegetali nel nostro Paese. Si tratta «di controlli aggiuntivi rispetto ai normali controlli che avvengono in Italia, oltre 450mila l'anno. Il nostro è uno dei Paesi più sicuri al mondo. Alcune associazioni di consumatori e alcuni parlamentari hanno chiesto l'adozione di ulteriori misure cautelari da parte del Governo, come il blocco delle importazioni di prodotti ortofrutticoli dalla Germania».

«Si tratta - precisa - di misure cautelari non necessarie per due motivi: l'infezione è localizzata nell'aria nord della Germania e questo tipo di infezioni, a differenza dell'epidemia influenzale, rimane confinata nell'area in cui si è manifestata, in secondo luogo le normali norme igieniche (lavaggio delle mani e della frutta e verdura) sono sufficienti, anche in caso di presenza di questi batteri altamente aggressivi, a escludere anche il minimo rischio».

Nella Penisola, finora, «non si è registrato alcun caso di infezione, né tra i cittadini né tra turisti provenienti dalla Germania. Se anche accadesse, non rappresenterebbe un problema perché l'Italia è pronta a circoscrivere l'infezione - assicura Fazio - il nostro Paese e le nostre strutture sanitarie sono state immediatamente attivate per indagare e arginare il fenomeno».

Apprezzamento per il lavoro svolto dall'Italia ha espresso il commissario europeo alla Salute John Dalli, che oggi ha visitato, insieme a Fazio, i laboratori dell'Istituto Superiore di Sanità, dove è stato messo a punto il test rapido per l'identificazione del nuovo batterio. «L'Italia ha dato un notevole contributo in questa crisi nata in Germania» sono state le parole del commissario, che ha sottolineato come il contributo dell'Italia sia stato fondamentale grazie soprattutto «a questo metodo che ha permesso di identificare il batterio in 48 ore invece di sei giorni. Questo ci ha aiutato e ci aiuta ancora».

Intanto, altre due persone sono state contaminate in Svizzera dallo stesso ceppo del batterio E.coli che si è diffuso nel nord della Germania. Come nei precedenti tre casi, le persone sono in condizioni stabili e non hanno sviluppato complicazioni. In tutti e cinque i casi i malati «avevano soggiornato in Germania prima che cominciasse l'epidemia», ha indicato oggi l'Ufficio federale della sanità pubblica.


Fonte: Adnkronos


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