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Pesticidi nelle scuole italiane Rapporto shock sulle mense

Un rapporto di Altroconsumo rileva le condizioni allarmanti delle mense scolastiche italiane: più di un terzo dei piatti analizzati contiene infatti antiparassitari. A rischio frutta e pane. A Genova in due scuole è stato trovato il Diclorvos, un pesticida il cui utilizzo è vietato in Europa

09 settembre 2011 | 17:29
Pesticidi nelle scuole italiane Rapporto shock sulle mense
Pesticidi nelle scuole italiane Rapporto shock sulle mense

Pesticidi nelle scuole italiane Rapporto shock sulle mense

Un rapporto di Altroconsumo rileva le condizioni allarmanti delle mense scolastiche italiane: più di un terzo dei piatti analizzati contiene infatti antiparassitari. A rischio frutta e pane. A Genova in due scuole è stato trovato il Diclorvos, un pesticida il cui utilizzo è vietato in Europa

09 settembre 2011 | 17:29
 

Pesticidi nel pane, antiparassitari sul piatto, fungicida nelle mele. Lo rivela un rapporto shock di 'Altroconsumo” sulle condizioni delle mense scolastiche italiane; l'associazione ha messo sotto i riflettori dieci scuole primarie in cinque città alla prova del laboratorio per verificare la sicurezza dei pasti.

Il risultato è allarmante: più di un terzo dei piatti analizzati contiene antiparassitari. A rischio frutta e pane. Miglior risultato per le scuole di Roma: nessun pesticida trovato nei piatti. A Milano, Napoli e Torino riscontrati invece antiparassitari nei limiti di legge. A Genova la sorpresa: in due scuole, la Andersen e la Cantore, è risultato presente il Diclorvos, un pesticida il cui utilizzo è vietato in Europa. Un grave e preoccupante problema, visto che, come sottolinea la Coldiretti, per esempio il 45% del pane in vendita in Italia che è ottenuto con grano proveniente da altri Paesi anche extracomunitari dove è possibile utilizzare prodotti vietati in Europa che mettono a rischio la salute.



L'indagine, si legge in una nota, è stata realizzata alla luce del sole, con la collaborazione indispensabile delle società di refezione scolastica e le amministrazioni locali. A luglio, referti del laboratorio alla mano, Altroconsumo ha immediatamente segnalato il problema della sostanza fuorilegge al Comune di Genova. A oggi tuttavia, denuncia l'associazione, nessun passo formale è stato ancora annunciato per garantire che la sicurezza del prodotto sia stata ripristinata all'apertura del nuovo anno scolastico. L'inchiesta ha coinvolto un campione di dieci scuole di primo grado a Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino.

Lo scorso aprile per una settimana sono stati prelevati porzioni di pasto dai primi piatti, dai contorni, dalla frutta e dal pane. Sui 40 gruppi di pietanze sono stati cercati 253 pesticidi. I risultati delle lunghe analisi sono arrivati tre mesi più tardi, a scuole chiuse. Il caso più preoccupante emerso, quello di Genova, secondo Altroconsumo segnala due problemi: «Il primo, la carenza di controlli puntuali e ricorrenti che possano fotografare l'anomalia e risalendo nella catena delle forniture, eliminarla alla fonte; il secondo, la carenza di informazione alla cittadinanza, pur non essendo in una situazione di reale allarme per la salute pubblica. I genitori hanno il diritto di sapere».

E continua: «Segnalata tempestivamente all'amministrazione genovese, la denuncia ha prodotto solo una risposta interlocutoria ad Altroconsumo, dove si confermava che il fornitore di pane era lo stesso per entrambe le scuole, pur gestite da due società di refezione scolastica diverse, Compass e Cir». L'associazione chiede quindi «per l'anno scolastico che comincia che la refezione scolastica ripristini e mantenga queste caratteristiche di qualità».
 
Anche per la Coldiretti la situazione è molto grave visto che quasi la metà (45%) del pane in vendita in Italia che è ottenuto con grano proveniente da altri Paesi anche extracomunitari dove è possibile utilizzare prodotti vietati in Europa che mettono a rischio la salute.

Per questo è sempre più importante estendere l'attività di controllo, ma occorre a garanzia dei consumatori e dei produttori estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate in tutti gli alimenti, a partire dal pane e dalla pasta.

L'esigenza di conoscere la provenienza del prodotto scaturisce dalla considerazione che nel nostro Paese entra grano proveniente da Paesi extraeuropei nei quali le norme di produzione sono molto meno rigide delle nostre. Il rischio è che arrivi sul mercato – come purtroppo sembra accaduto – una coltivazione trattata con fitofarmaci messi al bando  in Europa perché pericolosi, ma utilizzati in altri paesi.

Un rischio che riguarda molti prodotti in un Paese come l'Italia con un forte flusso di importazioni agricole ed alimentari dall'estero. Con l'inizio dell'anno scolastico 2011/2012 sono almeno 1,5 milioni i bambini che ogni giorno pranzeranno in mensa dove per fortuna quest'anno è aumentata l'offerta di pasti con cibi di stagione, locali e a chilometri zero.

Una tendenza sollecitata nelle linee guida per la ristorazione scolastica fissate dal ministero della Salute dove si invita a considerare 'la varietà e la stagionalità dei cibi, utilizzando anche proposte di alimenti tipici della regione di residenza, per insegnare ai bambini il mantenimento delle tradizioni”.  Il risultato è che verranno serviti nelle mense scolastiche un milione di prodotti biologici, ma anche menu tipici e locali. L'Italia è l'unico paese al mondo che può contare sulla leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con ben 229 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.606 specialità tradizionali censite in tutte regioni. Un paniere di specialità che è oggi più facilmente accessibile grazie alla rete di aziende agricole e di mercati degli agricoltori di Campagna Amica che vendono direttamente il proprio prodotto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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