Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
lunedì 20 maggio 2024  | aggiornato alle 20:59 | 105291 articoli pubblicati

Roero
Salomon FoodWorld
Roero

Alchimistiche serate con l'Anag Avellino Un viaggio tra le acquaviti di frutta

La delegazione di Avellino dell'Associazione nazionale assaggiatori grappa ed acquaviti è andata alla scoperta in un goloso percorso di 5 acquaviti di frutta, tutte cristalline, fini al naso, franche e piacevoli al gusto

di Annito Abate
 
20 dicembre 2012 | 16:03

Alchimistiche serate con l'Anag Avellino Un viaggio tra le acquaviti di frutta

La delegazione di Avellino dell'Associazione nazionale assaggiatori grappa ed acquaviti è andata alla scoperta in un goloso percorso di 5 acquaviti di frutta, tutte cristalline, fini al naso, franche e piacevoli al gusto

di Annito Abate
20 dicembre 2012 | 16:03
 

In arabo “all-ambiq” vuol dire distillare, melodiosa e affascinante parola che, nel latino medievale, è diventata "alembicus" e in francese antico "alambic". Roba da alchimisti! "L'acqua di vita" resuscita le persone in difficoltà ma il piacere non è mai stato associato a una difficoltà ed allora queste "bevande spiritose", da galenica scienza medievale, sono diventate delizia per i palati raffinati dei degustatori di distillati.



È facile cadere nel tipico tranello, tutto nazionale, ed "annacquare" il significato di acquavite "mescolandolo" con quello "Grappa", bevanda solo italiana ottenuta per distillazione di vinacce, cioè della parte solida del mosto di vino dopo la torchiatura; in Portogallo dalla vinaccia si ottiene la "Bagaceira", in Francia un equivalente è il "Marc", rigorosamente seguito dal nome della Regione di derivazione (il Marc de Champagne, ad esempio, non c'entra nulla con le "bollicine") ottenuto però da vinacce molto umide, "grondandi" ancora di ottimo vino d'oltralpe, cosa che allontana la distillazione dalla "italica grappa", ottenuta da materia un tantino più "secca". Dire allora "acquavite" non è lo stesso che dire "grappa" in quanto è vero che la grappa è un’acquavite, ma l’acquavite non è una "grappa", infatti è molto di più! La grappa è solo un’acquavite di vinacce!

Qualche "purista" starà già delineando giudizi severi sull'autore di questo scritto, pensando ad una "dissacrazione" di questa "purissima" arte della distillazione, vanto ed orgoglio per la nostra patria. Come ci si può permettere di fare simili "affermazioni"?

"Si chiama acquavite ogni bevanda fortemente alcolica ottenuta per distillazione di liquidi zuccherini fermentati". Il nome ha una certa "aura magica" derivando dal latino alchimistico "aqua vitae", un'acqua di vita, addirittura un elisir di lunga vita. Secondo questo "assioma" esistono tantissimi tipi di acquavite, almeno uno per ogni "frutto", specie se di origine vegetale, ed almeno uno tipo per luogo di provenienza nel mondo.

La storia ci consegna usi e tradizioni di popoli "tentati" dal distillare ogni cosa. L'Acquavite di vino in Francia, è Cognac (Charente a nord di Bordeaux) o Armagnac (Guascogna a sud di Bordeaux), in Spagna è Aguardiente, in Perù, Cile ed Argentina è Pisco, in Armenia è Ararat, in Turchia è Kanyak ed un po’ in tutto il mondo è Brandy.

Questo circa il vino, con l'uva, poi, si ottiene un'altra "bevanda": l'Acquavite di uva, minimalisticamente e semplicemente chiamata così. Dando ancora spazio alla "curiosità", il Gin è un distillato ottenuto dalla fermentazione di cereali (frumento e orzo) macerati con erbe, spezie, piante e radici, e bacche di ginepro, dalla cui "radice", quella della parola, ne deriva il nome; il Rum e la CachaÇa vengono fuori dalla canna da zucchero e la Tequila dalla pianta di agave e mi fermo qui per questa tipologia.

Dove l'uomo si è evoluto con l'aiuto della pastorizia, laddove la religione, a volte, sapeva "frenare" l'istinto all'uso di alcol, è stato il candido prodotto della mungitura a dare "una mano": Aiven (Asia Centrale) e Akara (Turkestan) sono distillati derivati dal siero del latte, Arika (Asia) direttamente dal latte.

Addentrarsi nell'universo "fruttato" è cosa ardua dato che, praticamente, ogni tipo di pomacee ha generato un'Acquavite e, nel caso di questo articolo, un'emozione che mi piace condividere, almeno sottoforma di storia vissuta.

Aperta la posta elettronica, leggo l'invito che, più o meno, "suona" così: «Caro socio ti aspetto lunedì al ristorante "La Via delle Taverne“ di Atripalda (Av) per una serata "golosa" con l’Anag delegazione Avellino in compagnia di acquaviti abbinate a spiedini e crostatine alla frutta... non dimenticare di portare la valigetta dei bicchieri da degustazione ed il tesserino».
Anag, Associazione nazionale assaggiatori grappa ed acqueviti, è stata fondata nel 1978 per "codificare" e "divulgare" un metodo di valutazione della grappa e delle altre acquaviti; organizza corsi per imparare a degustare il "mondo dei distillati" ed compilare, scientemente, la "scheda per la valutazione della grappa e dell'acquavite".

Adriana Amodio, delegata provinciale Avellino, Generoso Apicella, vice presidente sud Italia ed isole nonché presidente Campania e Gennaro Albano, relatore, ci hanno accolto con garbo e preparazione, ben coscienti che il "calore" sarebbe, di li a poco, "scaturito" dalla gradazione alcolica delle acque ardenti che ci aspettavano, in ordinata fila, sul tavolo di presentazione; di fianco bianchi ed "incipriati" da zucchero, i piatti, uno per ogni partecipante previsto: spiedino di frutta, dattero "impalato" da stuzzicadenti e fettina di crostatina, sempre di frutta. In sala, buona partecipazione alla serata, presenti altri relatori, sommelier e noti produttori di vino.

Il brusio dei saluti va a decrescere diventando quasi silenzio, rotto subito dalla voce introduttiva, la stessa che avrebbe poi condotto la degustazione delle cinque Acquaviti di frutta, ovvero, della “bevanda spiritosa ottenuta esclusivamente mediante fermentazione alcolica e distillazione di un frutto polposo o di un mosto di tale frutto, bacche o ortaggi, con o senza nocciolo”, almeno secondo la definizione di cui all'Allegato II, articolo 9, comma a) lett. i), del Regolamento (CE) n°110/2008 del Parlamento Europeo e Del Consiglio, tanto per essere un tantino più precisi.

I presenti armati di valigette, come killer addestrati, aprono con cura i ganci di fermo e "sguainano" i lucenti cristalli bombati facendoli "atterrare" con cura sui tavoli di degustazione; i presenti "disarmati" chiedono ai più alti in grado l'apertura della "santabarbara cartonata" per il giusto approvvigionamento di vetri all'uopo formati.

Dai calici cominciano a diffondersi "sinfonie" di profumi, qualcuno non resiste ed azzarda abbinamenti sorseggiando il primo distillato in ordine di "apparizione" ed addentando un pezzetto di frutta, il dolce lo avrebbe lasciato per i liquidi successivi.

Uno ad uno vengono versate, nei calici di degustazione omologati Anag, i 5 campioni di Acqueviti, tutte cristalline, fini al naso, franche e piacevoli al gusto, qualcuna con tinte delicate che lascia pensare ad una sosta in legno, qualche altra che si è fatta notare per la positiva persistenza.

  1. "Aqua 21" della Distilleria Castagner di Visnà di Vazzola (Tv), Acquavite di uva, gradazione di soli 21°, un bere alcolico inaspettatamente più "leggero", presente una nota sapida che accompagna i piacevoli e delicati aromi fruttati nella fase gusto-olfattiva. La frutta più delicata è un ottimo abbinamento.
  2. “Il Prunus”, Sliwovitz, della Distilleria Nonino di Pavia di Udine (Ud), Acquavite di Prugne di Dro del Trentino e dei Colli Orientali del Friuli selezionate, gradazione 43°, evidenti i sentori tipici dei frutti presenti.
  3. “Il Pirus” della Distilleria Nonino, Acquavite di Pera Williams della Val Venosta in Alto Adige, gradazione 43°, un evidente e persistente profumo di pera che ritorna, arricchita, anche negli aromi.
  4. "Grappafruit" della Distilleria Aniello Esposito di cui è contitolare Franco Castaldo, enologo e distillatore campano, Acquavite di frutti di bosco, gradazione 40°, evidente il sentore di tutti gli ingredienti (ribes, mirtilli, more, physalis, lamponi e fragoline di bosco) armonizzati dalla grappa campana bidistillata ed ottenuta da vitigni autoctoni regionali, la leggera maturazione in piccole barrique di rovere ne ha arricchito la bocca.
  5. "Nocillato" della Distilleria Aniello Esposito, gradazione 32° i cui profumi ed aromi di bocca ricordano molto il tipico e famoso infuso di noce.

Sulla via del ritorno come un aroma, ritorna il ricordo dell'alchimistica serata, del "tuffo" nel fresco maremagnun dei distillati, il piacere di aver incontrato gli amici dell'Associazione e la voglia di degustare ancora, in "compagnia", magari, di formaggi locali di varie tipologie e stagionature.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Nomacorc Vinventions
Consorzio Barbera Asti
Brita

Nomacorc Vinventions
Consorzio Barbera Asti

Brita
Molino Spadoni
Italmill