È spago sottile che, torcinato, collega Piazza Amedeo ai quartieri collinari di Napoli; strada di scorrimento urbano: Via del Parco Margherita. Qui, da pochi mesi, si è insediata una tra le più interessanti realtà della ristorazione napoletana: Pallino.
Pallino ha claim: cibo e colori. Sì, i colori delle buone pietanze, ben approntate e ben eseguite in cucina. E le componenti cromatiche di vivida luce, gai codici di comunicazione, inducono ad un piacere multisensoriale della cucina che cominci proprio, come normale dovrebbe essere, dall’appagamento della vista.
Tavoli apparecchiati con questo ricorrente pentagramma di colori, due sale, cucina a vista, sorta di palcoscenico per esibizioni solo serali. In sala Dario e Luca dettano ritmi e coinvolgono accorta clientela, ben presto già divenuta fidelizzata, a scelte che si palesano mediante pentagramma di menù, cinque menu per cinque colori.
Piatti che acquisiscono forma e materia grazie alla talentuosa cuoca Luisa Cuozzo (nella foto), da brigata tutta al femminile coadiuvata.
Cucina campana che virtuosamente si adegua ai gusti attuali e che mantiene forte la sua congenita essenza: la bontà delle materie prime e degli ingredienti con ricerca dell’eccellenza qualitativa.
Sferico il codice dell’inizio/fine: è edibile e gustosissima pallina a porgere il benvenuto, è in trasparente pallina che arriva il conto. Ottima la carta dei vini. Solo vini campani e solo i migliori. Encomiabile onestà nei ricarichi e quindi, finalmente, grandi vini a prezzi abbordabili.
Nostre meditate puntatine, esplorando in policromia i cinque menù, ci hanno consentito di degustare innanzitutto gli assaggi. Da manuale e da plauso la pappa con il pomodoro. E il pomodoro, sia ben detto, è il San Marzano Dop.
A seguire due ottimi primi: vermicelli allo scammaro con Fioresardo Dop, olive di Gaeta, capperi di Pantelleria Igp, pinoli ed alici; mezzi paccheri con pomodorino del Piennolo Dop in salsa di pomodoro lungo napoletano e scaglie di provolone del Monaco Dop.
Due i secondi: pollo alle mandorle di Noto con salsa al limone di Sorrento Igp e cicorie ripassate; polpo con lenticchie dell'Alto Fortore e radicchio rosso di Treviso Igp, brasato all'aceto balsamico di Modena Igp.
Sono pietanze di cui si intuisce l’arguzia nel concepirlo, la competenza nell’individuazione delle fidate sorgenti di fornitura, la sapienza nell’eseguirlo, la passione genuina nel proporlo e nel raccontarlo. Nei calici il sontuoso Rosso 57 di Moio. Ottimo il predessert e il dolce a contrappunto del quale il vino passito di Antonio Caggiano: il Mel.
Il conto è onesto: in due abbiamo pagato, vino incluso, poco più di 80 €. Assolutamente nessuna gabella del passato che è ostinata presenza per tanti altri, ovvero coperto e servizio e, fatto non trascurabile, fruibilità gratuita di wi-fi. Finalmente, nel centro di Napoli, un ristorante consono alla grande arte culinaria della città.
Pallino
via del Parco Margherita, 45 - 80121 Napoli
Tel 081 19575042
Aperti a cena dal martedì al sabato e la domenica a pranzo.