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Con Dalila e Cantodoro, Feudo Arancio punta sulla viticoltura sostenibile

Fin dalle primissime fasi di progettazione, Feudo Arancio ha investito tempo e risorse per ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente gettando al tempo stesso le basi per un modello sostenibile che guarda al futuro

 
10 febbraio 2013 | 15:20

Con Dalila e Cantodoro, Feudo Arancio punta sulla viticoltura sostenibile

Fin dalle primissime fasi di progettazione, Feudo Arancio ha investito tempo e risorse per ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente gettando al tempo stesso le basi per un modello sostenibile che guarda al futuro

10 febbraio 2013 | 15:20
 



Il progetto “Feudo Arancio” è nato all’inizio degli anni Duemila e ha visto crescere poco a poco una realtà che oggi è considerata una delle perle della produzione enologica siciliana. Diviso in due corpi aziendali distribuiti su quasi mille ettari di estensione nelle provincie di Agrigento (precisamente a Sambuca di Sicilia) e Ragusa (ad Acate), lungo la meravigliosa costa meridionale dell’Isola, ha voluto esaltare la bellezza del territorio siciliano.

Fin dall’inizio, l’impegno di Feudo Arancio in Sicilia ha interessato la valorizzazione dei vitigni autoctoni, senza tralasciare l’attenzione per alcuni vitigni internazionali che bene si adattano al clima mediterraneo e ai terreni dell’Isola, donando vini intensi, polposi, ricchi di struttura e aroma. Fin dalle primissime fasi di progettazione dell’azienda sono stati investiti tempo e risorse per ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente, gettando al tempo stesso le basi per un modello sostenibile che guarda al futuro. Una filosofia che ha una valenza unica e positiva e che si riflette sull’azienda, sul marchio e sui prodotti, ponendo come base l’eccellenza, ottenuta partendo direttamente dalla vigna.

La struttura produttiva è costituita dalla tradizionale architettura del baglio e cela al suo interno moderne tecnologie applicate in cantina, gestite da un qualificato team di enologi, che elevano il valore qualitativo dell’uva, preservando gli aromi e le caratteristiche organolettiche tipiche di ogni varietà, in un affascinante connubio tra tradizione ed evoluzione.

Proprio da qui nascono le Riserve Dalila (Grillo 80% e Viognier 20%) e Cantodoro (Nero d’Avola 80% e Cabernet Sauvignon 20%), due interpretazioni dell’evoluzione enologica siciliana, che vede l’unione tra vitigni autoctoni come il Grillo e il Nero d’Avola con Viognier e Cabernet Sauvignon.

Dalila è un vino bianco aromatico che fermenta e matura in legno, ricco, slanciato, intenso, con aromi di frutta matura e note di legno ben amalgamate; ottimo con antipasti di pesce, crudità, pesce alla griglia, carni bianche e formaggi mediamente stagionati.

Cantodoro è un vino rosso di carattere, con calde note di frutta rossa, more, fragoline di bosco e lamponi date dal Nero d’Avola legate alle note di ribes intense e marcate del Cabernet Sauvignon che apporta longevità e struttura. Si abbina magistralmente alla tradizione culinaria siciliana, ma anche a carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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