Francamente contavamo su una campagna elettorale un po’ più sobria e con contenuti concreti. Ci aspettavamo risposte originali alle richieste dei diversi comparti economici colpiti dalla recessione. Dagli esodati alla riqualificazione della spesa pubblica, dalle polemiche sul Monte Paschi alle litanie contro la magistratura, è stato un invece un susseguirsi di banalità, falsità e argomentazioni fuori dal tempo. Certo non tutti sono uguali. C’è chi cavalca il populismo più bieco o chi dosa come un farmacista rigore e illusioni di ripresa. Ma sta di fatto che di vere parole forti, capaci di dare speranza ad un Paese distrutto più nel morale che nel fisico, ne abbiamo sentite poche.
Temi come una drastica riduzione delle poltrone della casta o l’eliminazione di enti ed istituzioni inutili (a partire dalle Province) sembrano spariti dal lessico dei candidati, anche se magari sono presenti nei programmi elettorali del partito. E non parliamo di questioni centrali come cultura, turismo ed enogastronomia. In compenso è sembrato di vivere in un Carnevale degli imbroglioni, con le promesse più demagogiche, non ultima quella di restituire quanto pagato per l’Imu. Peccato che chi l’ha proposta è corresponsabile del dissesto dei conti pubblici e l’introduzione dell’Imu l’aveva votata in Parlamento più o meno un anno fa...
Nonostante tutto ci ostiniamo a credere in un futuro positivo e invitiamo tutti a non sprecare l’occasione di cercare di cambiare volto a questa politica italiana davvero poco attraente. Leggete con attenzione i programmi elettorali e guardate chi c’è in elenco fra i candidati sotto al capolista. Il primo sarà quasi sicuramente una persona decente, ma soprattutto in certe zone e per certi partiti potrebbe fare da specchietto per le allodole per coprire personaggi magari imbarazzanti che, anche in virtù di un sistema elettorale osceno, potrebbero essere eletti sicuramente. Se avete dei dubbi... meglio cambiare partito. O coalizione. L’importante è andare a votare: chi più, chi meno, dovremo turarci il naso, ma non lasciamo che solo quelli che hanno interessi decidano per noi. Piuttosto scegliamo il meno peggio.
Se solo ci fossero state delle risposte alle domande poste dal mondo degli esercizi pubblici e dalla filiera agroalimentare, le avremmo riportate. Salvo qualche rara eccezione, non ci sono neppure candidati che vogliano sul serio rappresentare questo mondo. Sul nostro quotidiano online e sulla newsletter settimanale abbiamo segnalato peraltro qualche candidato che dichiaratamente si è messo in gioco per rappresentare interessi altrimenti senza voce. Ci sono sembrate scelte responsabili che in qualche modo, al di là degli schieramenti, potrebbero orientare in un voto difficile, ma ineludibile. Per il resto usiamo il buon senso e convinciamoci che votando comunque qualcosa cambierà...