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Partenopee contaminazioni di gusto al Cap'alice di Napoli

Un piccolo locale dal cuore grande, in quella zona che separa il lungomare da via dei Mille, sapori veraci e contaminazioni dal mondo e un menu che cambia inseguendo il pescato quotidiano e le squisitezze del mercato

di Vincenzo D’Antonio
 
01 giugno 2013 | 11:45

Partenopee contaminazioni di gusto al Cap'alice di Napoli

Un piccolo locale dal cuore grande, in quella zona che separa il lungomare da via dei Mille, sapori veraci e contaminazioni dal mondo e un menu che cambia inseguendo il pescato quotidiano e le squisitezze del mercato

di Vincenzo D’Antonio
01 giugno 2013 | 11:45
 

Napoli ha una sua zona pedonale naturale, non imposta, da sempre bene accetta. È costituita dalle stradine, talvolta con rampe, che separano l’elegante via dei Mille dalla Villa Comunale e dal famoso lungomare. Qui i ritmi assumono le cadenze lente e qui c’è il posto buono per ristorarsi, non solo per il pranzo e per la cena ma anche per degni happy hours: Cap'alice.

Il nome è incipit di saggio proverbio: “Cap’alice è meglio di coda di cefalo”. A significare che è meglio essere a conduzione di piccola intrapresa piuttosto che elemento secondario in grande organizzazione. Ciò è stato il credo dei patron Mario Lombardi e Michele Palermo.

In cucina il valente e giovane chef Mario Loina, dal suo aiuto Antimo Femiano coadiuvato. Entrambi provenienti dalla scuola del Gambero Rosso. L’importante gestione della cantina e della carta è nelle mani della sommelier Fabiola Maresca. Il locale è molto accogliente, trasmette sorriso e giovialità. Gradevolissimi i giochi cromatici dei tavoli, delle sedie e dei piatti.


Lo chef ci porge il suo benvenuto con crostini di pane di Montevergine a letto di insalatina di basilico contornata da alici di Cetara e pomodori secchi tagliati a fiammifero.
L’antepasto è simpaticamente denominato fish and chips partenopeo: merluzzo in tempura (esecuzione perfetta) accompagnato da crema di rucola e da crema di rapa rossa. Angolare presenza, su bel piatto nero quadrato, di un tuorlo d’uovo cotto a 63°.
Due assaggini di primo, secondo un menù che cambia pressoché quotidianamente in funzione di mercato e di pescato.

E allora, gnocco di farina cotta in crema di peperoni con cozze. Punta sapida.

A seguire, ravioli in farcia di polpo in salsa di caramello agli agrumi e crema di cipolla rossa. Lodevole l’intento, buona l’esecuzione. Si chiude con pregevole dessert: mousse di ricotta agli agrumi con biscotto alle nocciole e pistacchi. Ad accompagnare molto bene l’intero pasto l’eccellente Falanghina dei Campi Flegrei Spumante by Cantina Astroni.

Di assoluta onestà il conto. In due, vino incluso, poco più di 70 euro. Cap’alice, proprio un bel posticino!

Cap’alice
via G. Bausan, 28 m/n - Napoli
Tel 081 19168992
Chiuso la domenica

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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