Un dilemma ormai attanaglia l'enogastronomia italiana, i ristoratori italiani, i consumatori italiani, le televisioni italiane, insomma tutta l'Italia: consumare prodotti a km 0 è eticamente corretto, si risparmia, si aiuta l'economia locale, etc.
Sono questi concetti sacrosanti, ma che non tengono conto di alcuni fattori, il primo è che non sempre consumare locale vuol dire risparmiare. Ho visto produttori di riso vendere un chilo di Carnaroli a 3.50 euro, e poi ho visto lo stesso riso in un supermercato a 1.89 euro, ho visto un agricoltore vendere i suoi salumi a 24 euro al chilo, e poi un salume Dop in un supermercato a 21 euro al chilo.
Oggi leggiamo su tutti i giornali che i nostri prodotti enogastronomici segnano un aumento delle esportazioni in tutto il mondo, e allora perchè non parlare di chilometro Italia, un raggio di azione e di consumo che va oltre i confini del nostro orto. Certo l'agricoltore vicino va tutelato e valorizzato ma non a scapito del cliente che si fida di lui e della sua artigianalità, che spesso viene “spennato” quando compra i prodotti locali.
Molti agricoltori soprattutto nei weekend aspettano, noi milanesi, che vanno a fare shopping nelle loro botteghe, spesso paghiamo senza avere ricevute e spesso non conosciamo i prezzi delle materie prime. Noi giornalisti e tutte le testate giornalistiche dovremmo riportare in una piccola Rubrica i prezzi delle materie prime, basta andare ad Assago (Milano) dove ha sede la borsa oppure seguire il sito della borsa merci per essere sempre informati; il lunedì per le carni e i suoi derivati e il martedì per i cereali e derivati per poter avere tutte le informazioni sui prezzi.
Vi assicuro che se ne vedono delle belle, io l'ho fatto e le sorprese sono tante. Certo mi si obbietta che poi ci sono i costi della lavorazione, gli scarti e oltre, ma a conti fatti abbiamo un bravo macellaio che vende i suoi salumi prodotti secondo le regole Asl a 13 euro al chilo e poi il bravo contadino che lo vende a 23 euro. Dov'è la verità? La qualità è sempre legata al prezzo?
Valorizziamo tutti i chilometri del gusto italiano da 0 a 1000 ma rispettiamo i consumatori, forse siamo in crisi anche perchè vogliamo sempre guadagnare tanto, e spesso senza il senso della misura.
La conoscenza è potere, e noi consumatori dobbiamo sempre cercare di conoscere. Dove possiamo.