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La crisi colpisce i consumi di pesce Al ristorante tiene il fresco di qualità

Il pesce fresco è sempre più un lusso per le famiglie italiane: nel primo trimestre del 2013 sono scesi del 5% gli acquisti e di oltre il 6% i nuclei familiari acquirenti. Il consumo pro capite si attesta sotto i 20 kg

 
06 luglio 2013 | 09:40

La crisi colpisce i consumi di pesce Al ristorante tiene il fresco di qualità

Il pesce fresco è sempre più un lusso per le famiglie italiane: nel primo trimestre del 2013 sono scesi del 5% gli acquisti e di oltre il 6% i nuclei familiari acquirenti. Il consumo pro capite si attesta sotto i 20 kg

06 luglio 2013 | 09:40
 

Sempre più sacrificato nella dieta degli italiani, con acquisti in flessione dal 2010 e un consumo per lo più occasionale, il pesce fresco per alcuni è un lusso a cui si è costretti a rinunciare completamente. È quanto emerge dagli ultimi dati Ismea Gfk-Eurisko che indicano, per il primo trimestre 2013, un calo del 5% su base annua degli acquisti domestici dei prodotti ittici freschi, accompagnato anche da una riduzione di oltre il 6% del numero dei nuclei familiari acquirenti. A far riflettere è anche il dato sulla spesa riferita al segmento, che decresce più delle quantità acquistate, evidenziando una diminuzione dei prezzi medi al consumo non ancora sufficiente a rilanciare i consumi delle famiglie.

Se il prodotto ittico fresco subisce gli effetti della “spending rewiew” a tavola, con i cali maggiori per alici (-14%), calamari (-15%), trote e polpi (-9%) e riduzioni più contenute per naselli e merluzzi (-4%), risultano invece in aumento, nei primi tre mesi dell’anno, i consumi di prodotti conservati, secchi, salati affumicati e surgelati.

Nel segmento del secco, salato e affumicato (+4,4% i consumi domestici in termini quantitativi), il salmone confezionato accresce i suoi consensi con un incremento del 6% del numero di famiglie acquirenti e del 3% dei volumi acquistati, a fronte di una netta riduzione dell’esborso sostenuto dalle famiglie, per effetto della pressione competitiva giocata sul fattore prezzo.

Tra i prodotti conservati (+1,3% le quantità, +5,2% la spesa) il tonno risulta stabile nelle quantità, mentre si rilevano progressioni sia in volume che in valore per le alici sott’olio e per gli sgombri.

Gli acquisti di pesce surgelato avanzano mediamente dell’1,1% a fronte di una riduzione dei corrispettivi monetari del 2,4%, che lascia intendere uno spostamento del consumatore verso prodotti più convenienti.

Per il settore ittico nel suo complesso, il bilancio dei primi tre mesi dell’anno, almeno sul fronte della domanda interna, risulta negativo (-2,5% gli acquisti in volume e -10% la spesa), con una dinamica in ulteriore peggioramento sull’anno precedente.

Proprio nel 2012, come emerge dalle ultime elaborazioni Ismea, il consumo pro capite di pesce in Italia si è attestato per la prima volta dall’inizio degli anni 2000 sotto i 20 kg, ponendo il nostro Paese in netto distacco rispetto ad altri partner comunitari come il Portogallo (oltre 60 kg di consumo pro capite annuo), la Spagna (49 kg) e la Francia (oltre 33 kg).

Pesce nella ristorazione e stagionalità
Nel settore ristorazione e consumi fuori casa, che riguarda circa il 60% dei consumi di prodotti ittici in Italia, le specie maggiormente richieste sono polpo, vongole veraci, cozze da allevamento, seppia, tonno a pinne gialle, salmone norvegese, astice, branzino, pesce spada e orata.



Fondamentale è poi il concetto di stagionalità del pesce: i prodotti ittici di stagione hanno infatti una maggiore probabilità di freschezza e il vantaggio di costare meno dal momento che provengono da mari vicini. Di seguito uno schema indicativo della stagionalità dei principali prodotti ittici in base ad una classificazione stagionale:

  • Inverno: triglia, sarago, sardina, ricciola, pagello, alice, pescatrice, palamita, sgombro, vongola verace, rombo chiodato, lampuga, polpo, seppia.
  • Primavera: sugarello, sgombro, gallinella, branzino, sarago, leccia, palamita, pagello.
  • Estate: sugarello, sogliola, orata, ricciola, branzino, gallinella, sarago, sardina, alice.
  • Autunno: alalunga, branzino, triglia, rombo chiodato, gallinella, lampuga.
Tutto l’anno: cefalo, mormora, zerro, occhiata.
Vongola: da novembre a marzo.
Cozza: da maggio ad agosto.

Pesca in Italia in cifre
  • 900mila le tonnellate di pesce commercializzate ogni anno in Italia
  • 220mila le tonnellate di pesce pescate nel mare italiano
  • 1.167 milioni di euro è il volume d’affari del settore ittico (di cui 1/3 è il valore dell’export)
  • 13.300 le imbarcazioni italiane impegnate nella pesca

Pesca nel Mediterraneo
Secondo le elaborazioni dell’Ismea su dati Fao, il 22,8% del pesce pescato nelle acque del bacino mediterraneo proviene dalle coste italiane. Con oltre 220mila tonnellate su un totale di quasi 1 milione di tonnellate, il nostro Paese è al primo posto per catture tra quelli che si affacciano sul mar Mediterraneo. In seconda posizione troviamo l’Algeria (14,3%), seguita da Spagna (10,8%), Tunisia (9,9%), Egitto (9,2%), Grecia (8,8%) e Turchia (6,5%).

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