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Stop ai bambini grassi, la ripresa parte anche da qui

di Alberto Lupini
direttore
 
16 settembre 2013 | 16:43

Stop ai bambini grassi, la ripresa parte anche da qui

di Alberto Lupini
direttore
16 settembre 2013 | 16:43
 

Ora ci dovrebbe essere più educazione alimentare nelle scuole. È soddisfatta il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, per l’introduzione nel recente decreto legge sulla scuola di nuove iniziative per favorire il consumo consapevole di verdura e frutta. Noi vorremmo essere in linea con lei, ma temiamo che l’obiettivo di cambiare le abitudini alimentari delle giovani generazioni richieda ben più di qualche accenno in una norma che si occupa per lo più di assunzioni.

Eppure quello della dieta sbagliata di troppi giovani è un problema fondamentale per l’Italia. Praticamente ogni settimana registriamo allarmi sull’aumento del peso dei bambini. Gli adolescenti italiani sono ormai diventati tendenzialmente i più grassi dell’Occidente, al pari degli statunitensi. Le inevitabili conseguenze di questa tendenza sono ovvie, ma spesso dimenticate da genitori e istituzioni che fanno finita di non vedere: dalle malattie invalidanti già in età scolare (a partire dal diabete fino alle intolleranze) alle difficoltà di apprendimento o di fare sport. Tutte situazioni che l’intera collettività pagherà duramente in termini di costi sociali (sanità, pensioni di invalidità, ecc.) a partire già dai prossimi anni, quasi non avessimo già gettato fin troppi debiti e costi sulle spalle delle giovani generazioni.

Ma non si tratta di problemi che non possano essere gestiti o risolti. L’obesità, salvo i casi legati a disfunzioni serie, è strettamente legata a diete sbagliate (dalle patatine fritte alle caramelle, dalle merendine confezionate alle bevande dolci) ed abitudini di vita a cui si può e si deve rimediare. E con urgenza, visto che ormai siamo ad una vera e propria emergenza nazionale. Una corretta alimentazione, capace di sviluppare gusto e piacere, non è così difficile da insegnare. Nei rari casi in cui a scuola si sono vietate per un certo periodo le merende confezionate e si è proposto ai bambini di mangiare frutta o panini col miele o burro e marmellata, dopo qualche resistenza iniziale il successo è stato sempre raggiunto. Con un risultato in più: quei bambini hanno imparato ad affinare un senso del gusto e oggi possono scegliere con più libertà e consapevolezza.

Serve un programma serio perché la scuola possa abituare i bambini fin da piccoli a sviluppare il gusto, a riconoscere profumi ed aromi. Servono lezioni di analisi sensoriale vera. Così facendo otterremmo due risultati in uno: gli adolescenti sarebbero più sani e più belli (che strazio vedere troppe ragazzine con la pancia in vista...) e l’Italia riuscirebbe a dare realmente valore alla nostra principale risorsa economica, la grande ricchezza di prodotti alimentari. Sapere riconoscere e gustare fin da giovani la qualità a tavola, oltre a permetterci di vivere meglio, diventerebbe quindi anche un fattore di sviluppo innescando un ciclo virtuoso. Produttori e ristoratori sarebbero spinti a lavorare sempre più per la qualità, innalzando così gli standard.

E in fondo basta poco per coinvolgere i giovani. Se ne è avuta esperienza in questi giorni a Firenze con Expo Rurale, in assoluto una delle più belle e riuscite manifestazioni per valorizzare filiere e produzioni agricole. Nella Fortezza da Basso trasformata in un’enorme cascina agricola era assoluto l’entusiasmo di bambini e ragazzini portati a conoscere un mondo quasi alieno per molti di loro. E il segreto in questo caso stava nella serietà e qualità delle proposte.

L’alternativa all’educazione non potrà che essere (magari anche a breve) la tassa sui grassi. Chi mette su peso per errori di alimentazione non può pesare sulla società. Ci si può anche fare male da soli, ma lo Stato ha il dovere di insegnare come evitarlo e non quello di pagarne poi le conseguenze.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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18/09/2013 01:04:54
1) E se poi a casa mangiano male?
Non è la scuola che deve insegnare questo. Cosa succede se a scuola mangiano bene, che poi si tratta di uno spuntino, e a casa mangiano male? Prima la famiglia con l'esempio. Tutto detto e scritto in Mamma,che buono! Uscì 2 anni fa. Buona giornata. 
rosita Ghidini bosco



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