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Vendemmia, l'Italia supera la Francia Record storico di 5 miliardi per l'export

La vendemmia 2013 ha regalato un primato all'Italia, che conquista la leadership per la produzione di vino, stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri contro i 44 della Francia e i 40 della Spagna (in crescita del 23%). Aumentano del 9% gli acquisti di vino made in Italy oltre confine; gli spumanti realizzano le migliori performance

04 novembre 2013 | 14:52
Vendemmia, l'Italia supera la Francia
Record storico di 5 miliardi per l'export
Vendemmia, l'Italia supera la Francia
Record storico di 5 miliardi per l'export

Vendemmia, l'Italia supera la Francia Record storico di 5 miliardi per l'export

La vendemmia 2013 ha regalato un primato all'Italia, che conquista la leadership per la produzione di vino, stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri contro i 44 della Francia e i 40 della Spagna (in crescita del 23%). Aumentano del 9% gli acquisti di vino made in Italy oltre confine; gli spumanti realizzano le migliori performance

04 novembre 2013 | 14:52
 

Per quanto riguarda l’ultima vendemmia, con una produzione stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri, l’Italia supera la Francia (che si ferma a 44 milioni di ettolitri), e conquista nel 2013 il primato mondiale. In Italia si è infatti registrato un aumento del 2% rispetto allo scorso anno con una qualità buona con punte eccezionali per i grandi rossi, dal Barolo al Chianti, dal Brunello di Montalcino all’Aglianico.

Un aumento produttivo che ha consentito di battere i concorrenti francesi dove il raccolto è aumentato del 7% secondo l’organizzazione mondiale della vigna e del vino (Oiv). L’andamento climatico anomalo ha capovolto le previsioni iniziali e ha consentito all’Italia di conquistare nel 2013 la leadership nazionale nella produzione di vino a livello internazionale dove dopo la Francia si classifica al terzo posto la Spagna con una produzione in forte crescita a 40 milioni di ettolitri (+23%), seguita dagli Stati Uniti.
 


La vendemmia si chiude in ritardo di quasi due settimane rispetto allo scorso anno che in realtà significa un ritorno alla normalità per effetto dell’andamento climatico con temperature estive, non eccessivamente bollenti e con escursioni termiche, che hanno favorito una più lenta ma ottimale maturazione delle uve, e una qualità molto elevata. In Italia è stato già raccolto circa il 90% delle uve e la vendemmia si sta concludendo con Aglianico e Cabernet e Nerello.

La produzione è stata destinata, per oltre il 40% ai 331 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 59 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.

La conclusione della vendemmia si festeggia in Italia con il record storico per il vino all’estero con un valore delle vendite che raggiunge per la prima volta i 5 miliardi di euro per effetto di un aumento del 9% degli acquisti oltre confine, secondo le proiezioni Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno.

A realizzare le migliori performance sono stati gli spumanti che mettono a segno un aumento in valore del 18% togliendo anche spazi di mercato allo champagne. Per i vini italiani la maggioranza del fatturato all’estero viene realizzata sul mercato statunitense dove l’export in valore aumenta del 10%, mentre al secondo posto si classifica la Germania che mette a segno un positivo aumento del 9%.

Un aumento del 10% si registra anche in Russia e una crescita record (+23%) anche in Australia. Un dato significativo se si considera che lo stato oceanico è oggi il primo Paese esportatore di vino tra quelli extraeuropei e il quarto a livello mondiale dopo Francia, Italia e Spagna. Positivo anche il dato sui mercati asiatici, con una crescita complessiva del 3%, con un apprezzabile aumento del 6% in Cina che è il Paese con maggiore crescita dei consumi.

Negli Stati Uniti sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio mentre in Russia sono apprezzati Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti ed in Inghilterra Prosecco, Chianti, Barolo.
 
Sul mercato interno ed estero è però in atto la riscossa dei vitigni autoctoni del territorio che hanno conquistano ben tre premi su quattro assegnati dalla principali guide 2014, a conferma di una tendenza che, nel tempo della globalizzazione, vede gli italiani bere locale a “chilometri zero”, secondo una analisi della Coldiretti sulla ricerca condotta da istituto marchigiano di tutela Vini (Imt) e università Politecnica delle Marche, che hanno catalogato i vini bianchi vincitori e i premi assegnati dalle sei pubblicazioni più autorevoli (Bibenda, Slow Wine, Gambero Rosso, Vini d’Italia de L’Espresso, Veronelli, Vinibuoni d’Italia 2014). Complessivamente i vitigni autoctoni portano a casa il 76% dei riconoscimenti rispetto a quelli internazionali a conferma di un trend che vede una domanda sempre più sostenuta di vini di produzione locale.

Il forte legame del vino con il territorio di produzione, le abitudini di consumo, ma forse anche una maggiore attenzione dei cittadini al sostegno dell’economia locale in un momenti di crisi ha come risultato il fatto le bottiglie più richieste e più premiate sono quelle prodotte a livello regionale, da sud al centro fino al nord del Paese. Non a caso in testa alla classifica dei vini bianchi più premiati dai gourmet c’è il marchigiano Verdicchio che si aggiudica 57 massimi riconoscimenti davanti a Fiano (35), Sauvignon (31), Soave (30), Friulano (27).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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