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Cifre da record per Expo 2015 141 Paesi partecipanti e 60 padiglioni

Sempre più Paesi vogliono presenziare ad Expo 2015. In 141 hanno firmato la partecipazione all'evento; si sono aggiunti nelle ultime ore Polonia e Bosnia. I padiglioni saranno 60, rispetto ai 42 dell'edizione 2010. Sul sito dell'Esposizione, alla sezione “Lavora con noi”, sono già arrivate 100mila candidature da diverse regioni italiane

23 dicembre 2013 | 11:09
Cifre da record per Expo 2015
141 Paesi partecipanti e 60 padiglioni
Cifre da record per Expo 2015
141 Paesi partecipanti e 60 padiglioni

Cifre da record per Expo 2015 141 Paesi partecipanti e 60 padiglioni

Sempre più Paesi vogliono presenziare ad Expo 2015. In 141 hanno firmato la partecipazione all'evento; si sono aggiunti nelle ultime ore Polonia e Bosnia. I padiglioni saranno 60, rispetto ai 42 dell'edizione 2010. Sul sito dell'Esposizione, alla sezione “Lavora con noi”, sono già arrivate 100mila candidature da diverse regioni italiane

23 dicembre 2013 | 11:09
 

Cifre record quelle di Expo 2015. Sono sempre di più le richieste dei Paesi che vogliono partecipare all’esposizione del 2015, dedicata al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”; sono già 141 i Paesi che hanno firmato la partecipazione all’evento.

«Siamo andati - dice Giuseppe Sala (nella foto), commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 - oltre ogni aspettativa. Ai 139 Paesi che avevano già aderito, si sono aggiunti nelle ultime ore Polonia e Bosnia, e poi abbiamo sempre la promessa degli Stati Uniti e dell’Irlanda», si legge su Corriere.it.



Un altro dato sorprendente riguarda il numero dei padiglioni, che saranno 60, un numero superiore all’edizione 2010 di Shanghai, che si era fermata a 42; «Noi puntavamo ad eguagliare questa cifra - commenta Sala - ma evidentemente c’è grande interesse sia verso l’Expo in sé, sia verso il tema che abbiamo scelto di approfondire».

E nel frattempo aumentano a dismisura le domande di lavoro: sul sito di Expo 2015, alla sezione “Lavora con noi”, sono già arrivate 100mila candidature da diverse regioni italiane. L’evento inoltre, sta disegnando una nuova geografia socio-politica del mondo, vista la presenza di molti padiglioni di Stati asiatici; «Avremo più padiglioni di Stati asiatici a Milano che non a Shanghai - spiega infatti Sala - segno evidente del fatto che molti di loro sono cresciuti in questi cinque anni».

E ci sono anche alcune presenze africane come l’Angola, ad esempio, che «ha chiesto uno spazio proprio ed è chiaramente una nazione che sta molto correndo». Tra quelli che hanno prenotato le metrature più ampie ci sono i Paesi del Golfo, che non badano a spese e puntano a mostrarsi al meglio.

Giuseppe SalaArriveranno a febbraio le prime squadre dei Paesi partecipanti, pronte a costruire le loro strutture, sebbene a questo punto il boom di richieste abbia messo in difficoltà i tecnici del sito, che stanno cercando di rivedere le posizioni e la disposizione degli spazi per garantire a tutti i metri quadrati richiesti.

Le assegnazioni però vanno in base ai tempi di prenotazione, come vuole il regolamento, perciò chi prima arriva meglio alloggia, come si suol dire; a tal proposito, nei giorni scorsi, è stato annunciato che il padiglione “Art and Food”, una delle cinque aree tematiche previste all’interno del sito, andrà alla Triennale, «Sia per dare l’idea dell’esposizione diffusa - spiega Sala - sia perché davvero sta diventando difficile dare spazio a tutti».

All’estero sembra dunque che abbiano accolto più che positivamente le possibilità che Expo 2015 ha da offrire, e i Paesi esteri coinvolti sono ansiosi di presentarsi e allacciare rapporti commerciali e diplomatici. Intanto Milano si sta preparando ad accogliere l’evento, lavorando in due direzioni, come spiega Sala: «Una è quella dell’offerta culturale, di eventi e di divertimento. In questo senso Milano non può prescindere da moda e design che, sarà anche scontato, ma rappresentano un valore assoluto nell’offerta della nostra città a livello internazionale».

E l’altra? «Il tema - continua Sala - della mobilità. Molto positivo il rafforzamento della mobilità leggera e sostenibile che si sta facendo, soprattutto con il bike sharing, le auto elettriche e le piste ciclabili che realizzeremo entro il 2015. Ma anche il trasporto pubblico tradizionale sarà chiamato ad una grande prova e siamo certi che gli amministratori si dimostreranno all’altezza del compito».

L’obiettivo è fare tutti entro i termini previsti, ed in effetti il tempo corre; «Mancano meno di 500 giorni - conclude Sala - che sono pochissimi ma anche lunghissimi. Tra l’altro noi evochiamo sempre il primo maggio 2015, data dell’inaugurazione dell’evento, ma poi arrivano i 184 giorni cruciali dell’evento. Abbiamo recuperato i ritardi, ma non ci sono margini. E tra pochi mesi avremo non uno ma 70-80 cantieri attivi contemporaneamente. Questo significa che dovremo ancora aumentare i controlli sull’organizzazione e la tempistica dei lavori, sulla sicurezza, sul rischio di infiltrazioni».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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23/12/2013 15:31:12
1) Expo potrebbe essere un boomerang negativo per la ristorazione
Caro Alberto, ti scrivo come ristoratore e gradirei spazio a questa mia replica. L'Expo è sicuramente un'evento di portata mondiale e non faccio fatica a credere alle dichiarazioni dell'A.D. Sala sull'occupazione degli spazi del sito di Expo, quello che preoccupa e ti assicuro non è solo un mio pensiero, è il reale riflesso che tutto ciò avrà, naturalmente, sul mio settore, cioè la ristorazione. Noi ristoratori, sappiamo già come funziona il mondo degli eventi dove il cibo è l'attore principale, prendi questi mesi di Novembre e Dicembre, dove il mercato milanese era saturo di eventi di cibo, non ultimo anche l'artigiano in fiera, forte della presenza di oltre 40 ristoranti interni, cosa succede al visitatore di uno di questi eventi golosi, visita appunto gli stand, viene super coccolato con assaggi vari e poi mangia qualcosa nei vari padiglioni, chiaro che non esce per andare a mangiare in uno dei tanti ristoranti del territorio, se a questo si aggiunge il traffico e indubbio che a nessuno viene in mente di fare un ulteriore fatica alla ricerca del ristorante desiderato. Ma questo avviene anche in eventi tipo Macef o Salone del Mobile,senza contare gli eventi della moda, ormai i clienti vengono attratti e monopolizzati dall'offerta di cibo quasi a rendere unica la visita ad una azienda piuttosto che un 'altra.
Torniamo a Expo, evento dedicato al cibo, forte appunto di 141 nazioni ospitate, quindi 141 offerte di cibo diverse, poi c'è il nostro paese e per cominciare tutte le nostre Regioni avranno almeno un paio di ristoranti a testimonianza delle stesse, poi ci saranno i privati, Autogrill, le varie catene di ristorazione e dulcis il nostro grande Farinetti che credo, abbia già dichiarato che come Eataly, aprirà almeno 6 ristoranti interni fatte le debite somme e forse mi sbaglio per difetto, oltre 200 ristoranti aperti al pubblico.
Ma una ulteriore preoccupazione arriva dalle affermazioni e intenzioni della struttura di Expo che hanno dichiarato che l'evento chiuderà a mezzanotte, quindi chi entra sarà monopolizzato, forse la moda cittadina avrà qualche coda di commercio, ma sicuramente la Ristorazione no, anzi rischiamo di perdere anche la clientela normale che sarà attratta dalla curiosità e visto che avrà tempo fino a mezzanotte, probabilmente andrà a cena all'interno della struttura di Expo. Expo, rischia di non essere un buon affare per l'ospitalità di Milano e della sua provincia, e fra tutto proprio la chiusura a mezzanotte sarà l'elemento negativo per tutti noi.
matteo scibilia



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