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Aumentano i premi sulle guide vinicole Giudizi meno severi o qualità in rialzo?

Le edizioni 2014 dalle varie guide vinicole evidenziano un notevole aumento dei giudizi eccellenti assegnati. I cosiddetti vini-culto sono per la maggior parte rossi, sebbene anche la qualità dei bianchi sia indiscussa

di Guido Ricciarelli
 
08 marzo 2014 | 10:14

Aumentano i premi sulle guide vinicole Giudizi meno severi o qualità in rialzo?

Le edizioni 2014 dalle varie guide vinicole evidenziano un notevole aumento dei giudizi eccellenti assegnati. I cosiddetti vini-culto sono per la maggior parte rossi, sebbene anche la qualità dei bianchi sia indiscussa

di Guido Ricciarelli
08 marzo 2014 | 10:14
 

La pura analisi statistica evidenzia un’impennata del “monte premi” complessivo distribuito nelle edizioni 2014 dalle varie guide vinicole. Si è ormai sfondata quota 2.500 nella sommatoria delle eccellenze assegnate (erano meno di 2.300 nella stagione precedente). Una domanda sullo sfondo.

Si è allentata la severità premiale del “sistema guide” (l’argomentazione più utilizzata dai detrattori delle bibbie enologiche) o è migliorata la qualità dei vini italiani? Gli ottimi risultati messi a segno da denominazioni “pesanti” come Amarone, Barolo, Bolgheri, Brunello, uniti alla solida performance dei “supertuscans”, non bastano, da soli, a spiegare questo fenomeno. Può esserci d’aiuto provare ad interpretare le tendenze rispetto ai vini che più mettono d’accordo i vari annuari.



C’è uno zoccolo duro di etichette che, indipendentemente dalle annate in gioco, continua a riscuotere i favori della critica. Vini-culto come Amarone della Valpolicella Classico Bertani, Bolgheri Rosso Superiore Grattamacco ColleMassari, Bolgheri Rosso Superiore Sassicaia Tenuta San Guido, Brunello di Montalcino Riserva Poggio al Vento Col d’Orcia, Brunello di Montalcino Riserva Tenuta Greppo Biondi Santi, Cervaro della Sala Castello della Sala, Cepparello Isole e Olena, Le Pergole Torte Montevertine, Primitivo di Manduria Es Gianfranco Fino, Verdicchio Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci, risultano premiati da almeno 5 guide nelle ultime due edizioni.

Preponderante, in questo raggruppamento di soli 10 vini che bissano l’eccellenza in modo così condiviso per due anni consecutivi, la quota “rossista” (8 su 10). Ma tutt’attorno a quella che potremmo definire la “top ten” italiana per costanza di rendimento, si affacciano alla ribalta etichette che si candidano, a loro volta, alla leadership nelle rispettive tipologie di appartenenza.

Molto gettonati, quest’anno, nomi come Barolo Riserva Villero Vietti, Brunello di Montalcino Riserva Poggio di Sotto ColleMassari, Collio Friulano Franco Toros, Fontalloro Felsina, Franciacorta Cuvèe Annamaria Clementi Ca’ del Bosco, Greco di Tufo Vigna Cicogna Benito Ferrara, Il Caberlot Podere Il Carnasciale, Soave Classico La Rocca Pieropan, Terra di Lavoro Galardi e Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli Poderi Boscarelli, (anch’essi premiati da almeno 5 Guide).

In questo secondo raggruppamento di altri 10 vini la quota rossista scende da 8 a 6. L’altra faccia della luna, quella bianchista, emerge con una prepotente prova corale e finisce per dare la risposta alla domanda iniziale. Diciamolo una volta per tutte. In Italia non si è mai bevuto così bene.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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