Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 27 aprile 2024  | aggiornato alle 07:06 | 104825 articoli pubblicati

Sindrome metabolica, come curarla? In Italia ne soffre un adulto su 2

In Italia il 24% della popolazione soffre di una particolare condizione clinica detta sindrome metabolica. Aderire ad un regime alimentare di tipo mediterraneo previene del 30% l'insorgere di patologie cardiovascolari

 
23 marzo 2014 | 12:26

Sindrome metabolica, come curarla? In Italia ne soffre un adulto su 2

In Italia il 24% della popolazione soffre di una particolare condizione clinica detta sindrome metabolica. Aderire ad un regime alimentare di tipo mediterraneo previene del 30% l'insorgere di patologie cardiovascolari

23 marzo 2014 | 12:26
 

Se ne parla sempre più spesso, per colpa di abitudini alimentari errate che ne hanno favorito una maggiore diffusione all’interno della popolazione. La sindrome metabolica, riconosciuta per la prima volta verso la fine degli anni ’50 ma finita al centro del dibattito scientifico soltanto qualche decennio più tardi, si identifica come una condizione clinica caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno tre delle seguenti condizioni: obesità, elevata glicemia a digiuno, ipertensione, bassi livelli di colesterolo HDL, alta concentrazione di trigliceridi nel sangue.



Quando ciò si verifica, il rischio cardiovascolare aumenta in maniera sensibile. In Italia si stima che il 24% della popolazione soffra di sindrome metabolica. Un dato che risulta più alto se si guarda soltanto alla categoria degli over 50: in questo caso è 1 italiano su 2 a risultare più esposto all’insorgenza di eventi cardiovascolari che, in alcuni casi, possono risultare anche fatali.

Sindrome metabolica e dieta mediterranea
La sindrome metabolica si può prevenire. Come? Seguendo la dieta mediterranea, indicata anche per tutte quelle persone che ne hanno già ricevuto la diagnosi. Dei giusti comportamenti da seguire a tavola per evitare il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari si parlerà nel corso di NutriMI - 8º Forum di Nutrizione Pratica, in programma il 3 e il 4 aprile al centro congressi Fondazione Stelline di Milano e organizzato dalla società di consulenza Sprim Italia.

«Spiegheremo perché - sostiene Carlo Maria Rotella, professore ordinario di Endocrinologia all’Università di Firenze - l’utilizzo di acidi grassi mono e polinsaturi e un introito di carboidrati proporzionato al dispendio energetico abbiano un effetto preventivo sulla sindrome metabolica. Molti credono che la dieta mediterranea permetta di abusare del pane e della pasta, ma non è così. È importante anche effettuare un’attività fisica regolare: per perdere peso il bilancio energetico quotidiano dev’essere negativo».

L’ultima conferma del ruolo preventivo svolto dalla dieta mediterranea è arrivata dallo studio Predimed, i cui risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine. Al termine di una ricerca condotta su 7500 soggetti per cinque anni, si è visto come l’adesione a un regime alimentare di tipo mediterraneo fosse correlata a un rischio inferiore del 30% di incorrere in patologie cardiovascolari, in particolare l’infarto del miocardio.
 
Il menu
Cosa vuol dire seguire la dieta mediterranea? Ogni giorno bisognerebbe ingerire il 55% delle calorie da alimenti a base glucidica (pasta, pane, riso, patate, cereali), il 30% dai grassi e il 15% dalle proteine. Ciò che conta, però, è dare maggiore spazio ai prodotti della terra: cereali, frutta e verdura, legumi, olio extravergine di oliva. Le proteine animali - uova, carne e pesce - vanno alternate e consumate, singolarmente, non più di quattro volte alla settimana in porzioni da 100-150 grammi.



Diabesità: di cosa si tratta?

La maggior parte dei pazienti con diabete di tipo 2 è sovrappeso o obeso. Non è un caso, infatti, che l’aumento della sua prevalenza - oggi in Italia si contano 3,5 milioni di malati - sia, negli anni, andato avanti di pari passo con la maggiore diffusione del sovrappeso e dell’obesità.

«Il diabete di tipo 2 - afferma Paolo Sbraccia, professore ordinario di Medicina interna all’università di Tor Vergata e presidente della Società italiana dell’obesità (Sio) - è il figlio primogenito dell’obesità. Oggi il paziente diabetico e obeso viene definito con un neologismo: diabeso. I pazienti colpiti da questa condizione sono tanti: circa l’80% di coloro che soffrono di diabete tipo 2, ovvero un numero compreso tra 2,5 e 2,8 milioni di individui».

Gestire il peso è il primo passo da compiere: per prevenire la malattia, ma anche per curarla. Se il danno causato dal diabete di tipo 2 non è irreversibile, comportamenti alimentari più equilibrati possono far parzialmente regredire la malattia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali

24/03/2014 10:50:47
1) Grazie
molto interesante cuesto articolo seguire ancora altri nel futuro.
Gabriel Moreno
ristoratore


Fratelli Castellan
Electrolux
Molino Dallagiovanna
Prugne della California
Union Camere

Fratelli Castellan
Electrolux
Molino Dallagiovanna

Prugne della California
Festival Brodetto 2024
Torresella