Il Castello Sforzesco ha fatto da sfondo alla protesta della associazioni anti Ogm, che si sono riunite ieri 2 aprile, per lanciare un chiaro messaggio al presidente del Consiglio Matteo Renzi, affinché intervenga al più presto attraverso l'emanazione di un decreto contro le coltivazioni geneticamente modificate.
Stefano Masini, responsabile ambiente della Coldiretti, Manuela Giovannetti, del dipartimento di Scienze agrarie dell’università di Pisa, Simone Vieri, del dipartimento di management dell’università Sapienza di Roma, Wes Shoemyer, un agricoltore statunitense in lotta contro le multinazionali Ogm, e Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai, Fondo ambiente italiano, hanno dato voce alle associazioni in protesta.
Dal dibattito milanese è emerso come, nei Paesi in cui la semina Ogm è legalmente riconosciuta, tale modalità di coltivazione sia ormai predominante; negli Stati Uniti per esempio il 73% dei semi è stato geneticamente modificato per tollerare gli erbicidi, si tratta di cifre allarmanti.
Perciò le associazioni anti Ogm hanno indetto una giornata di mobilitazione, in programma il prossimo 5 aprile, in occasione della quale saranno allestiti dei presidi delle associazioni in una decina di città italiane del centro-nord, per informare i cittadini sulla gravità e rischi che tali semine comportano.