Tutte le rivoluzioni aprono la strada a nuove idee e sradicano vecchie convinzioni, Duca Enrico è figlio di una di queste rivoluzioni. Prodotto per la prima volta nel 1984, è il primo Nero d’Avola in purezza nella storia dei vini siciliani e una delle icone internazionali dell’enologia Made in Italy.
Nel 2014 Duca Enrico compie i suoi primi trent’anni e mantiene intatta la sua matrice rivoluzionaria. Questo vino dall’anima antica e moderna insieme, frutto di una lunga tradizione vinicola e del desiderio di creare un prodotto di qualità eccezionale, è diventato uno dei vini siciliani più amati, ma non per questo il lavoro della
Duca di Salaparuta è terminato. La passione per questo vitigno straordinario, la volontà di investire nella ricerca e nella sperimentazione individuando le zone di coltivazione, i sistemi di allevamento della vite, la vinificazione ed i metodi di affinamento perfetti rimangono intatti.
«Siamo convinti che Duca Enrico sia sempre stato un vino rivoluzionario», ci ha spiegato
Benedetta Poretti (
nella foto), responsabile comunicazione Duca di Salaparuta. «Bisogna pensare che è nato nel 1984, quindi in un periodo in cui la Sicilia non lavorava ancora come sta lavorando adesso, proiettata sui mercati internazionali. Un grande Nero d'Avola che si poteva confrontare già allora con i grandi vini di tutto il mondo».
Dal 2007 Duca Enrico nasce dalle uve provenienti dalla Tenuta di Suor Marchesa che si trova in una delle aree più vocate per la coltivazione dei vitigni a bacca nera. La scelta di territori specifici per la coltivazione di questo vitigno permette infatti di ottenere risultati enologici distintivi della zona di produzione, garantendo quindi un vino dalla personalità assolutamente unica. Un buon vino nasce dunque prima di tutto in vigna ma un grande vino è frutto di un delicato equilibrio tra diversi elementi: territorio, vigna, Cantina ma anche intelligenza, cura e passione.
Duca Enrico è tutto questo e molto altro, la rivoluzione è nel suo DNA. Per questo la Duca di Salaparuta per festeggiare questo importante compleanno ha creato, in collaborazione con gli studenti del Corso di Laurea in Design del Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design, un’esclusiva Limited Edition che incarna l’animo inquieto e originale di questo vino. Una struttura leggera, in cui le bottiglie risultano quasi “sospese”, realizzata in policarbonato trasparente e sorretta da quattro barre in argento brunito, che contiene tre annate di Duca Enrico ognuna delle quali simbolo di un decennio: la 1987, che stupisce per la freschezza e la complessità ancora intatte; la 1997, che affascina con la sua eleganza, i suoi profumi intensi e la sua lunghezza; e infine la 2008, che racchiude in sé le caratteristiche che fanno presagire un vino destinato alla longevità.
Tre vini figli di una lunga storia e di una grande tradizione che guardano al futuro e lo guardano da una prospettiva assolutamente personale, per questo le tre bottiglie incastonate in questo packaging elegante e decisamente innovativo sono capovolte. Osservare le cose da un’altra prospettiva e lasciar spaziare lo sguardo attraverso la trasparenza del policarbonato permettono di esercitare la creatività e di guardare quello che si ha davanti con la sicurezza data da una storia di passione e ricerca della qualità. Ad impreziosire l’essenzialità e la modernità del packaging il logo realizzato ad hoc per i trent’anni di Duca Enrico inciso con il laser.
Duca Enrico, dalle origini ad oggiDuca Enrico ha contribuito a rendere famoso il vitigno a bacca nera più diffuso della Sicilia le cui reali potenzialità, ancora negli anni Ottanta, non venivano pienamente riconosciute. Ci volle un piemontese arrivato per caso in Sicilia negli anni Sessanta e destinato a diventare uno dei più grandi enologi italiani per far occupare al Nero d’Avola il posto che gli compete, Franco Giacosa. Innamoratosi di questo vitigno rimase sull’isola e completò qui gli studi universitari presentando una tesi di laurea quantomeno bizzarra: “Le potenzialità economiche del Nero d’Avola”.
Giacosa capì subito che utilizzare il Nero d’Avola come semplice vino da taglio era un errore e coinvolse un altro maestro dell’enologia italiana, Giacomo Tachis, nel progetto di aprire nuove porte a questo vitigno così unico e dal fascino straordinario. Creando Duca Enrico, Giacosa e la Duca di Salaparuta inaugurarono di fatto una nuova epoca dell’enologia siciliana perché, oltre ad essere un grande vino e a incarnare l’eleganza e la personalità che la famiglia Alliata aveva sempre ricercato, Duca Enrico porta alla valorizzazione non solo dell’autoctono in quanto tale ma della capacità del vitigno di rendere in modo autentico l’espressione del proprio territorio d’origine.
Una concezione moderna e illuminata che riceve apprezzamenti sia in Italia che all’estero. A New York nel corso di un confronto alla cieca Sheldon Wasserman, famoso critico e wine writer, non riuscì a distinguere Duca Enrico da un mito come lo Château-Mouton Rothschild, premier cru bordolese. Una grande soddisfazione per un vitigno considerato per decenni adatto solo a dare carattere ai vini più nobili del Nord e una grande soddisfazione per il Duca Enrico, che da questo momento si affianca ai grandi vini di tutto il mondo.
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