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Sicurezza alimentare e globalizzazione Verso una comunicazione più completa

La qualità e la velocità della comunicazione nell'era della globalizzazione sono requisiti fondamentali per una corretta gestione delle allerte alimentari e quindi nella tutela della salute pubblica

di Valeria Annunziata e Massimo Artorige Giubilesi
 
10 maggio 2014 | 16:33

Sicurezza alimentare e globalizzazione Verso una comunicazione più completa

La qualità e la velocità della comunicazione nell'era della globalizzazione sono requisiti fondamentali per una corretta gestione delle allerte alimentari e quindi nella tutela della salute pubblica

di Valeria Annunziata e Massimo Artorige Giubilesi
10 maggio 2014 | 16:33
 

Carne equina, germogli di soia, pesto, verdesca, frutti di bosco surgelati sono gli alimenti più chiacchierati sul web e che ritroviamo all’interno della relazione annuale 2013 del Sistema di allerta comunitario Rasff (Rapid alert system for food and feed), ai quali si aggiungono zuppa di verdure, gorgonzola al mascarpone, vongole veraci, ostriche, prodotti della pesca congelati, prodotti crudi nei primi mesi del 2014.

La gestione delle allerte alimentari è un tema di altissima attualità, più vivo che mai, che coinvolge, oltre alle industrie, le società di ristorazione e le istituzioni oggi anche i consumatori, ma facciamo un passo indietro.



Il ritiro ed il richiamo, questi sconosciuti

Il termine ritiro ed il termine richiamo rappresentano i perni su cui verte il sistema di allerta alimentare. L’impiego però di questi termini non è sempre univoco ed il valore che assumono possono avere significati diversi. Il Reg. (CE) 178/02, che stabilisce i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare, non definisce giuridicamente né il ritiro né il richiamo; una definizione legale è rinvenibile nella Dir. 2001/95/CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti (non alimentari).

All’art. 2 l g) si definisce richiamo: le misure volte ad ottenere la restituzione di un prodotto pericoloso che il fabbricante o il distributore ha già fornito o reso disponibile ai consumatori, mentre alla l h) si definisce ritiro: qualsiasi misura volta a impedire la distribuzione e l’esposizione di un prodotto pericoloso, nonché la sua offerta al consumatore.

In pratica, il ritiro è quando il prodotto incriminato non è ancora stato venduto e quindi si rintraccia nelle vari fasi di stoccaggio senza coinvolgere il consumatore; il richiamo invece, ben più complicato da coordinare ed attuare, è il sistema di rintracciabilità del prodotto, quando questo è già stato venduto, creando per la maggior parte delle volte un allarme pubblico, oltre che mediatico.

I sistemi di allerta, Rasff ed autorità
Il Rasff trova il fondamento giuridico nella Direttiva 92/59/ CEE recepita col D.Lgs. 115/95, relativa alla sicurezza generale dei prodotti, nel Reg. CE 178/02 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare.

Il sistema a rete del Rasff composto dalla Commissione europea, da tutti i Paesi membri Ue e dall’Efsa, deve garantire la completezza delle informazioni e la tempestività della comunicazione, mediante schede di notifica standard e uso della posta elettronica o, in casi gravi, anche di comunicati stampa e radio-televisivi. L’attività del sistema di allerta prevede il ritiro di prodotti di qualsiasi natura pericolosi per la salute umana o animale e le notifiche vengono comunicate e condivise tra gli Stati membri via rete, in tempo reale.

La “globalizzazione della filiera alimentare”, necessita che la Commissione Ue mantenga un contatto diretto anche con le autorità per la sicurezza alimentare nei Paesi Terzi, al fine di trasmettere le notifiche a tali paesi terzi e di assicurare lo scambio di informazioni pertinenti rispetto a tali notifiche e a qualsiasi rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto agli alimenti o ai mangimi.

Il ruolo del web
Appare evidente in questo scenario complesso, come la “qualità e la velocità della comunicazione”, giochino un ruolo strategico nei confronti della gestione delle allerte e quindi nella tutela della salute pubblica, evitando fenomeni di “allarmismo mediatico” che possono causare effetti devastanti sul sistema economico.

Un grande valore deontologico e tecnico-scientifico viene assegnato ai protagonisti della filiera alimentare: imprese produttive e del commercio, consulenti, università e centri di ricerca, associazioni di consumatori, autorità competente, ma anche ai professionisti della comunicazione multimediale, al fine di condividere esperienze e competenze al servizio del pubblico interesse.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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