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Braufactum, birre per la tavola La tradizione tedesca al ristorante

Che la Germania sia patria di tante eccellenze birrarie non c’è dubbio. Ma qualcosa sta cambiando nella patria di Goethe e un segnale arriva dal progetto Braufactum: birre pensate in particolar modo per la ristorazione

di Marta Scarlatti
 
18 maggio 2014 | 16:56

Braufactum, birre per la tavola La tradizione tedesca al ristorante

Che la Germania sia patria di tante eccellenze birrarie non c’è dubbio. Ma qualcosa sta cambiando nella patria di Goethe e un segnale arriva dal progetto Braufactum: birre pensate in particolar modo per la ristorazione

di Marta Scarlatti
18 maggio 2014 | 16:56
 

In Germania la birra è quasi una cosa sacra. Da millenni bevanda alcolica per antonomasia del popolo tedesco, la bionda spumeggiante è parte integrante della vita individuale e sociale di tutti gli adulti, a prescindere dal sesso, dalle convinzioni politiche, dalle fedi calcistiche o dal ceto sociale. E, del resto, i tedeschi hanno insegnato, soprattutto in materia di bassa fermentazione, al mondo. La stessa Pils, tipologia nata in Boemia nel 1842, si deve a un mastro birraio bavarese trasferitosi per lavoro nel paesino di Plzen.



In aggiunta a questa considerazione poco discutibile, c’è il gran vanto nazionale del Reinheitsgebot, noto in Italia come “Editto della Purezza”, decreto voluto nel 1516 dal duca Guglielmo IV di Baviera che stabilì così per la prima volta gli ingredienti “obbligatori” della birra. Acqua, malto d’orzo e luppolo (sorvolando sul lievito che, al tempo, era ancora una cosa misteriosa). Ora, il Reinheitsgebot è storicamente importante soprattutto perché con esso s’introduceva ufficialmente e per la prima volta il luppolo tra gli ingredienti base. Ma, nel tempo, è diventato anche un potente strumento di marketing per la birra tedesca.

Tuttavia ogni medaglia ha due facce, e se da un lato l’editto è assurto a un ruolo di “garanzia” di qualità, dall’altro ha un po’ “imprigionato” l’arte e l’espressività dei birrai tedeschi. Almeno, così sembrava fino a poco tempo fa. Ma, evidentemente, qualcosa sta cambiando nella patria di Goethe e un segnale chiaro arriva dal progetto Braufactum.

Braufactum è fondamentalmente un’idea nata in seno a Radeberger, uno dei gruppi birrari leader in Germania, e affidato a Marc Rauschmann. Questo giovane birraio ha lavorato a una linea di birre che innovassero la secolare tradizione germanica. Queste birre, la linea Braufactum, sono oggi a disposizione anche sul nostro mercato grazie a Radeberger Italia. Pensate in particolar modo per la ristorazione con la scelta di una bottiglia da 75 cl particolarmente raffinata ed elegante.



Ma quello che ci piace maggiormente è il contenuto. Prendete ad esempio la Progusta, un’aromatica India Pale Ale, stile certamente non originale della Germania, “profumata” con luppolo Citra, una delle varietà americane maggiormente interessanti sotto il profilo aromatico. E che dire della Indra, contaminazione del tutto innovativa tra un’India Pale Ale e una Weizen, dove al profilo aromatico agrumato tipico delle Ipa corrisponde una piacevole vena acidula e dissetante caratteristica delle birre di frumento bavaresi, le weizen appunto.

Sono al momento otto le etichette della linea Braufactum. Tutte di ottimo livello qualitativo e ideali per “sdoganare” anche come immagine la birra a tavola. E sono una delle più concrete dimostrazioni empiriche di come quello della birra sia non solo un mercato in crescita, sul fronte delle sempre più numerose specialità birrarie, ma soprattutto un settore in fermento dove anche i custodi della tradizione come sono sempre stati i birrai tedeschi possono innovare e “giocare” sul tema. Fornendo così altre carte da giocare ai pubblici esercizi più intraprendenti e, certamente, più divertimento ai sempre più numerosi consumatori evoluti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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