È stato presentato con due testimoni ufficiali: l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava e l’assessore provinciale di Bergamo all’Expo, Silvia Lanzani. È il nuovo dolce che, perfezionato negli ultimi mesi grazie a una équipe di giovani volenterosi pasticcieri, vuole aggiungersi alle eccellenze gastronomiche della terra orobica. Si chiama “M’Oro” ed è una riedizione, più equilibrata e non stucchevole, della “polenta e osèi” inventata nel 1910 dal pasticciere Alessio Amadeo che aveva la pasticceria sul viale Roma, oggi viale Papa Giovanni.
«Gli ingredienti principali - come ha spiegato Luca Brembati (nella foto) della omonima pasticceria di Villa d’Almè (Bg) - sono più o meno gli stessi: uova, farina di nocciole e di mandorle, farina di frumento e di mais, cioccolato fondente 67%, panna, burro, cacao magro, zucchero».
Ha la forma di un piccolo lingotto o - se si vuole - di un mattoncino; è avvolto in una carta color oro, pesa 500 grammi, ha per ora una durata di circa 40 giorni (ma si cercherà di allungarla) e costa 15 euro.
Il nome “M’Oro” (con l’apostrofo) vuole ricordare le mura veneziane che cingono Città Alta, dove la M sta per Mura di Bergamo e, togliendo l’apostrofo, l’allusione è al Moro di Venezia. Gli assessori Fava e Lanzani, dopo averlo assaggiato, hanno assicurato al nuovo dolce orobico un futuro radioso, a cominciare dalla vetrina della prossima Expo 2015 dove la novità dovrebbe essere presente a rappresentare la Bergamasca insieme ad altre prelibatezze.
Sono dodici le pasticcerie orobiche che hanno lavorato per mesi a provare e riprovare e che ora hanno cominciato una produzione regolare: Morlacchi di Zanica; Da Vittorio, Brusaporto; Cavour e Manzanilla di Bergamo; Riva, Treviglio; Cortinovis, Ranica; Ol-fa’, Osio Sotto; Brembati, Villa d’Almè; Ruffoni, San Giovanni Bianco; Adriano, Seriate; Melograno, Madone; Oasi, Fara Gera d’Adda. Attualmente il liquore usato nell’impasto è il tradizionale rhum, ma è volontà dei pasticcieri rendere ancor più orobico questo dolce sostituendo il rhum con grappa invecchiata in botte. L’abbinamento consigliato è con il Moscato di Scanzo.