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Trasparenza e tracciabilità del pesce Il ristorante non può farne a meno

In seguito ai ripetuti casi di vendita ingannevole di pesce l’Unione europea ha stabilito l’obbligo da parte del commerciante di fornire tutte le informazioni relative ai prodotti ittici, fondamentali per il ristoratore

 
25 giugno 2014 | 12:17

Trasparenza e tracciabilità del pesce Il ristorante non può farne a meno

In seguito ai ripetuti casi di vendita ingannevole di pesce l’Unione europea ha stabilito l’obbligo da parte del commerciante di fornire tutte le informazioni relative ai prodotti ittici, fondamentali per il ristoratore

25 giugno 2014 | 12:17
 

In un mercato come quello italiano dove il consumo ittico è motivato sempre più perché “fa bene alla salute” oltre che dal piacere del gusto, risulta fondamentale dare al consumatore tutta la trasparenza possibile al momento dell’acquisto. Troppo spesso, in passato, si è assistito al comportamento poco corretto di alcuni operatori nel commerciare alcuni prodotti ittici spacciandoli per altri con il solo fine economico.



L’Unione europea, con lo scopo di dare al consumatore la garanzia di una corretta informazione e la tutela dal punto di vista igienico sanitario, ha stabilito l’obbligo da parte del commerciante di fornire tutte le informazioni relative ai prodotti ittici e di avere un sistema di rintracciabilità che permetta di richiamare in maniera puntuale e rapida i vari prodotti. L’operatore commerciale è dunque tenuto ad esporre in fattura e in corrispondenza dei prodotti ittici in vendita la denominazione commerciale (ad esempio mazzancolla), la denominazione scientifica (Penaeus kerathurus), il metodo di produzione (allevato o pescato) e la zona di cattura, che nel caso di prodotto pescato è rappresentata dalla zona Fao mentre nel caso dell’allevato il Paese in cui è stato effettuato l’allevamento.

Queste informazioni sono fondamentali per il ristoratore, sia per non incappare in un incauto acquisto sia per dare al consumatore finale le informazioni corrette. Anche i ristoratori, come tutti gli operatori della filiera alimentare, sono soggetti ai controlli delle autorità di vigilanza, come il servizio veterinario o la capitaneria di porto, che oltre ad essere molto prepararti in materia di riconoscimento delle specie ittiche, possono stabilire la coerenza dell’etichettatura, attraverso analisi di laboratorio più approfondite.

Recentemente una delle frodi più frequenti è quella di vendere tonno rosso dichiarato come tonno Albacares. La Comunità europea ha fissato delle quote di pesca per il tonno rosso ed ha imposto che ogni esemplare fosse accompagnato da una sorta di carta di identità che segua il pesce dalla pesca al ristorante.



Dalla voce esperta di Giovanni Cacciolo Molica, presidente di Orobica Pesca di Bergamo (www.orobicapesca.it), ecco allora un utile consiglio: «La trasparenza di un operatore che applica con correttezza le norme vigenti è sinonimo di garanzia nell’acquisto, perché il fatto di riconoscere una branchia rossa o un occhio trasparente e non infossato, non ci tutela dal fatto di acquistare un prodotto che crediamo dei nostri mari, ma che magari arriva per via aerea dall’altra parte del globo».

In Orobica Pesca i continui e frequenti controlli sui prodotti in ingresso e un solido sistema di rintracciabilità sono la garanzia di una corretta informazione e la tutela in caso di prodotti non conformi immessi sul mercato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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