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Ogm, accordo Ue sulla libertà di semina 8 italiani su 10 contro il biotech nei campi

È stato formalizzato l’accordo politico raggiunto dai ministri dell'Ambiente dell'Ue, che lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio. Soddisfatti il 76% degli italiani

 
23 luglio 2014 | 15:46

Ogm, accordo Ue sulla libertà di semina 8 italiani su 10 contro il biotech nei campi

È stato formalizzato l’accordo politico raggiunto dai ministri dell'Ambiente dell'Ue, che lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio. Soddisfatti il 76% degli italiani

23 luglio 2014 | 15:46
 

L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76%) che si oppongono al biotech nei campi. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la formalizzazione dell’accordo politico raggiunto dai ministri dell'Ambiente dell'Ue, che lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio. Spetterà ora alla presidenza italiana di turno dell'Ue perfezionare la procedura, ufficializzando quella che è una svolta profonda nel quadro normativo europeo.



«Il divieto di coltivazione da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari diventa giustamente - precisa Moncalvo - una decisione permanente assunta sulla base del modello di sviluppo che ogni singolo Paese intende sostenere. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy».

L’accordo europeo va ad unirsi al decreto legge nazionale del 24 giugno 2014, n. 91, che ha finalmente previsto le sanzioni a carico di chi semina Ogm, che vanno dalla reclusione da sei mesi a tre anni con una multa che può arrivare anche a trentamila euro. Alle Regioni spetterà di definire, nell’ambito del proprio territorio e sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria, modalità e tempi delle misure che il trasgressore dovrà adottare, a proprie spese, per rimuovere le coltivazioni vietate.

Il primo effetto del decreto è stata la distruzione delle coltivazioni illegali di mais Mon 810 transgenico da parte del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con la Forestale regionale e su delega della Procura della Repubblica di Udine.

Secondo una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui 28, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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