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Fao, una persona su 9 soffre la fame Martina: «Trovare soluzioni efficaci»

Le persone denutrite al mondo sono 805 milioni; 100 milioni in meno rispetto a dieci anni fa, ma comunque un quantità consistente e inaccettabile. L'obiettivo è dimezzare la povertà alimentare entro il 2015. Expo sarà occasione di confronto con oltre 140 Paesi per rafforzare la lotta alla malnutrizione

 
16 settembre 2014 | 15:03

Fao, una persona su 9 soffre la fame Martina: «Trovare soluzioni efficaci»

Le persone denutrite al mondo sono 805 milioni; 100 milioni in meno rispetto a dieci anni fa, ma comunque un quantità consistente e inaccettabile. L'obiettivo è dimezzare la povertà alimentare entro il 2015. Expo sarà occasione di confronto con oltre 140 Paesi per rafforzare la lotta alla malnutrizione

16 settembre 2014 | 15:03
 

Circa 805 milioni di persone al mondo, 1 individuo su 9, soffrono la fame; questo è il risultato del rapporto annuale dell'organizzazione mondiale Fao (Food and Agriculture Organisation). Paradossalmente un dato positivo, visto che è in netta discesa rispetto a dieci anni fa, quando si contavano 100 milioni di persone “senza cibo” in più. Resta però irrisolto il problema per milioni di persone che nel XXI secolo si trovano ancora a lottare per “guadagnarsi” un modesto pasto ogni giorno.

«È necessario dare risposte alle sollecitazioni della Fao - sostiene il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - per arrivare a dimezzare la povertà alimentare entro il 2015. Non è un semplice obiettivo, ma un dovere politico. Quello dell’insicurezza alimentare è un problema che riguarda tutti, solo in Italia ci sono 4 milioni di persone che hanno difficoltà di accesso al cibo. Nel mondo sono ancora 805 milioni. Dobbiamo impegnarci concretamente e trovare soluzioni efficaci».



«Per questo - continua Martina - l’Italia ha deciso di dedicare Expo al tema della sicurezza alimentare. L’appuntamento di Milano sarà una grande piattaforma di dialogo e di dibattito sulle politiche mondiali, sui modelli agricoli, sulle migliori pratiche per garantire l’accessibilità a cibo e acqua nei prossimi decenni. Il futuro del pianeta passa attraverso la consapevolezza che la sfida alimentare è il grande tema geopolitico che dovrà incrociare questioni come la sostenibilità dei modelli economici e alimentari, la gestione più attenta di risorse pubbliche, la produttività stessa della terra».

«Avremo sei mesi - aggiunge Martina - per confrontarci con oltre 140 Paesi e la grande eredità di Expo dovrà essere il contributo in termini di decisioni politiche al rafforzamento della lotta alla fame e alla malnutrizione. L’obiettivo è quello di garantire cibo sano, sicuro e sufficiente ad una popolazione mondiale che è stimata in crescita e che arriverà a 9 miliardi di persone da qui al 2050. In questo contesto l'Europa, anche alla luce delle scelte della nuova politica agricola comune, dovrà fare la sua parte con più coraggio verso questa sfida».

«Abbiamo deciso perciò - conclude il Ministro - di incentrare la riunione del Consiglio informale dei Ministri dell’Agricoltura dell’Ue, che ci vedrà impegnati a Milano dal 28 al 30 settembre, sulla questione della sicurezza alimentare e di organizzare un Forum agricolo globale durante il semestre Expo dove coinvolgeremo i ministri dei 148 paesi partecipanti. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sul Rapporto sullo Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (Sofi) 2014, presentato dalla Fao, con Ifad e il Programma Alimentare Mondiale (Pam)».

La globalizzazione economica e commerciale che impera nel mondo è nata, s'è diffusa e procede senza regole, in modo selvaggio, generando squilibri, discriminazioni, ingiustizie. Occorre una “governance” in grado di affermare una globalizzazione sociale. Dentro ciò la riduzione fino all'azzeramento della fame nel mondo è una sfida cui Paesi sviluppati ed in via di sviluppo non possono sottrarsi.

La Copagri sostiene da tempo che occorre creare le condizioni per produrre di più e non solo per una questione di esclusiva competitività commerciale, ma per sconfiggere la piaga della fame nel mondo che porta a gravissime conseguenze come l'indebolimento del potere politico e contrattuale di interi Paesi e nuove guerre, sempre tra poveri. Una delle azioni coordinate a livello internazionale da intraprendere a tutela delle aree dove è maggiore il problema della denutrizione o malnutrizione è il contrasto del land grabbing con il quale i Paesi ricchi sottraggono territorio coltivabile che potrebbe soddisfare una domanda che invece va ad alimentare il dramma della fame.

Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica. È quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare i dati della Fao; al mondo non c’è ancora cibo sufficiente per tutti, eppure gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo.

Ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno - quasi il 30% della superficie agricola mondiale - ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. La lotta alla fame si combatte anche intervenendo con una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola e alimentare. La politica e l’economia hanno pensato che fosse possibile la globalizzazione senza globalizzare anche le regole fino ad arrivare a trattare il cibo come una merce qualsiasi.

Il risultato contraddittorio è stato il diffondersi dell’obesità e dello spreco di cibo nei Paesi ricchi e il furto delle terre fertili, il cosiddetto land grabbing (71 milioni di ettari dal 2000 ad oggi) e il dramma della fame in quelli poveri. È necessario ora che i politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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