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Italia leader in Europa per Dop e Igp con 264 denominazioni tutelate

L'Italia è prima in Europa per la produzione di alimenti con marchio di tutela, saliti a 246, e capaci di generare un fatturato annuo, in Italia e all'estero, di oltre 13 miliardi di euro. Secondo posto per la Francia

 
18 settembre 2014 | 14:19

Italia leader in Europa per Dop e Igp con 264 denominazioni tutelate

L'Italia è prima in Europa per la produzione di alimenti con marchio di tutela, saliti a 246, e capaci di generare un fatturato annuo, in Italia e all'estero, di oltre 13 miliardi di euro. Secondo posto per la Francia

18 settembre 2014 | 14:19
 

Supera i 13 miliardi il fatturato al consumo realizzato in Italia e all'estero dai prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento comunitario (Dop/Igp) che nel 2014 hanno raggiunto il record storico con 264 denominazioni tutelate. È quanto stima la Coldiretti in occasione della pubblicazione del rapporto Istat “I prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg”.



Il nostro Paese è leader in Europa: A oggi, infatti, sono riconosciuti 161 prodotti a denominazione di origine protetta (Dop) e 103 a indicazione d'origine protetta (Igp) oltre a due specialità tradizionali garantite (Stg), mentre la Francia, seconda nell'Ue, ha raggiunto quota 217. La metà del fatturato complessivo viene in realtà realizzata da tre prodotti: il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma.

Ma a frenare lo slancio offerto da questi “gioielli” del Made in Italy è certamente l'italian sounding che nell'alimentare fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari e che colpisce pesantemente i formaggi e i prosciutti ingannando i consumatori con nomi, immagini, colori che richiamano all’italianità senza avere nessun legame con la realtà produttiva nazionale.

A differenza di quanto accade per la moda dove a copiare sono soprattutto i paesi poveri per il cibo Made in Italy le imitazioni proliferano specialmente in quelli ricchi, con gli Stati Uniti in testa, dove ci sono consumatori che hanno disponibilità economiche più elevate e sono affascinati dal cibo italiano.

Senza falso Made in Italy le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare e invece alla perdita di opportunità economiche e occupazionali si somma il danno provocato all'immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti, dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona negativamente le aspettative dei consumatori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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