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Il futuro del caffè a TriestEspresso Consumi annui in crescita del 2%

A TriestEspresso si fa il punto su quali saranno le tendenze e le prospettive da attendersi nel settore del caffè nell'immediato futuro: per il prossimo anno si prevede una produzione di 145,2 milioni di sacchi

 
24 ottobre 2014 | 09:59

Il futuro del caffè a TriestEspresso Consumi annui in crescita del 2%

A TriestEspresso si fa il punto su quali saranno le tendenze e le prospettive da attendersi nel settore del caffè nell'immediato futuro: per il prossimo anno si prevede una produzione di 145,2 milioni di sacchi

24 ottobre 2014 | 09:59
 

Inaugurata TriestEspresso, il Porto Franco Vecchio si apre agli affari e al commercio. Fino a sabato 25 ottobre i padiglioni nell'antico scalo portuale triestino accoglieranno il caffè, gli operatori e l'industria che vi ruotano attorno. «Siamo emozionati e orgogliosi - nota Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste - di esser riusciti ad aprire il Porto Franco Vecchio alla città, al commercio, agli affari. Qui già nell'800 nascono i traffici di caffè; un luogo di grande valore anche simbolico per questa fiera d'affari che offre concrete e uniche opportunità internazionali a chi lavora nel settore».



Una fiera biennale giunta alla settima edizione che valorizza l'importante cluster produttivo della città: «Il caffè - nota l'assessore provinciale Adele Pino - è nel Dna dei triestini. Qui si trova un filiera che dà occupazione, occupazione stabile, cosa non facile in questo periodo». «Trieste - aggiunge l'assessore regionale Paolo Panotin - è famosa per il vento e per il caffè e da sempre è riconosciuta capitale del caffè in Italia».

«Sono molto contento di essere qui oggi - commenta Max Fabian, presidente associazione Caffè Trieste - in questa collocazione molto bella per questa fiera. Auspico che TriestEspresso continui a essere anche negli anni a venire un punto d'incontro per gli imprenditori del settore. E a questo proposito vorrei ricordare chi in tempi più e meno recenti ha fatto la storia della città e del comparto, imprenditori come Ernesto Illy, Vinko Sandalj, Primo Rovis e Severino Mingardi».

Quanto pesa il settore del caffè, in Italia e nel mondo
Quali le tendenze e le prospettive da attendersi nel settore del caffè nell'immediato futuro: sono partiti da qui gli approfondimenti settoriali di TriestEspresso Expo. «Il porto di Trieste - afferma Max Fabian - sdogana tra un quarto e un terzo di tutto il caffè che entra in Italia; ha quindi un peso estremamente rilevante, è uno dei principali porti per il caffè in Europa. D'altra parte la storia di Trieste e il caffè è lunga tre secoli: l'associazione che ho l'onore di presiedere è stata fondata nel 1891, ovvero quando questa città non faceva ancora parte dell'Italia ma dell'Impero Austro-Ungarico. È un centro d'eccellenza per l'espresso italiano, vista la presenza rilevante dell'industria e di imprenditori conosciuti in tutto il mondo».

Patrick Hoffer, presidente del comitato italiano Caffè organismo di coordinamento delle associazioni nazionali di categoria, ha fatto una panoramica sui punti di forza e sulle problematiche di un mercato, quello italiano, che è uno dei settori industriali più vivaci del food & beverage, con oltre 700 torrefazioni e 7mila addetti che lavorano nel comparto, per un giro d’affari alla produzione di 3,1 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo destinati all’esportazione.



Un mercato maturo, vivace e che cambia velocemente, ha detto Hoffer: «il dato rilevante è che il settore del porzionato continua a crescere, rispetto al macinato moka, sostanzialmente stabile. Nei primi mesi dell’anno, le vendite di caffè porzionato hanno sfiorato una crescita del 6%».

D'ampio respiro il quadro delineato da Robeiro Olivera Silva. L'executive director Ico, partendo dalla presa d'atto del significativo incremento dei prezzi del caffè dalla fine del 2013 a oggi, con relativa notevole volatilità, ha presentato una stima sulla produzione del prossimo anno. 145,2 milioni di sacchi è la cifra prevista, in cui si rileva, però, un significativo scostamento dall'arabica al robusta (robusta +6%, arabica -4%).

Rimane il punto interrogativo sul raccolto del Brasile, mentre in via di ripresa quello della Colombia. Buone notizie anche sul fronte dei consumi con 155 milioni di sacchi e una previsione di crescita complessiva del 2% all'anno, a spalmarsi sia sui mercati emergenti, che i tradizionali che gli esportatori. E quali saranno le minacce da cui guardarsi negli anni a venire? Furio Suggi Liverani, presidente Trieste Coffee Cluster, riconosce nei fenomeni delle concentrazioni industriali una delle principali dinamiche da tener d'occhio.

«Oggi ci sono 4 multinazionali - ha sottolineato Furio Suggi Liverani - che controllano il 60% del mercato Usa e il 40% del mondo. La produzione di verde si sta concentrando: il commercio della materia prima è concentrato in 7 gruppi, la logistica in 2. Da contro, il mercato italiano è molto frammentato, con circa 700 aziende di medie e piccole dimensioni».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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