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Intolleranze alimentari, niente paura! Organizzazione e fantasia aiutano

In un primo momento scoprire di soffrire di un'intolleranza alimentare può essere un trauma per il corpo e per la mente, ma se si seguono alcuni accorgimenti tutto sarà più facile; programmare un menu settimanale aiuta. L'organismo si purificherà e la persona affetta da intolleranza raggiungerà un completo stato di benessere

di Tiziana Colombo
08 novembre 2014 | 13:44
Intolleranze alimentari, niente paura! 
Organizzazione e fantasia aiutano
Intolleranze alimentari, niente paura! 
Organizzazione e fantasia aiutano

Intolleranze alimentari, niente paura! Organizzazione e fantasia aiutano

In un primo momento scoprire di soffrire di un'intolleranza alimentare può essere un trauma per il corpo e per la mente, ma se si seguono alcuni accorgimenti tutto sarà più facile; programmare un menu settimanale aiuta. L'organismo si purificherà e la persona affetta da intolleranza raggiungerà un completo stato di benessere

di Tiziana Colombo
08 novembre 2014 | 13:44
 

Se siete costretti a cambiare la vostra alimentazione non vi basterà solo la forza di volontà. Qualsiasi intolleranza crea disagio e non è facile cambiare il proprio stile di vita. Tutto quello che gli altri mangiano con gusto, e che magari fino a ieri non piaceva, sarà una tortura. Avrete molte tentazioni e ogni pretesto sarà buono per farvi cadere. Le abitudini sono difficili da cambiare e magari riuscirete ad ingannare gli altri ma sicuramente non voi stessi.

Vi verranno in mente pensieri del tipo: "In famiglia non mi capiscono", "In giro è impossibile stare in riga, ricomincerò al ritorno", "Con questa dieta non posso mangiare più niente", "Preparare piatti diversi per la cena è troppo impegnativo!" e questi vi impediranno di cambiare e di riscoprire salute e benessere. Basta trovare il modo per trasformare il vostro "handicap" in un gioco e sicuramente vi sembrerà tutto più facile. Tutto s'impara nella vita!



Ovviamente all'inizio dovrete farvi dei promemoria e delle tabelle con gli alimenti concessi e quelli che non lo sono. Al supermercato perderete un po' di tempo a leggere le etichette degli ingredienti, ma via via che passeranno i giorni conoscerete a memoria tutti i prodotti che si possono consumare senza pericolo. Scoprirete nuovi sapori, nuovi alimenti fino a ieri sconosciuti come quìnoa, miglio, grano saraceno, castagne e amaranto, canapa e nuove bevande alternative al latte. Scoprirete un mondo nuovo e in pochissimo tempo vi adatterete e non sarà più una strada in salita.

Per i primi tempi è consigliabile preparare un menu settimanale dove programmare cosa cucinare per pranzo e per cena. Sarà più facile e vi servirà quando andrete a fare la spesa. La dieta a rotazione prevede giorni di dieta libera e durante questi giorni approfitterete per mangiare il piatto che più vi manca. Ci sono piatti che con pochi accorgimenti potrete continuare a mangiare. Ad esempio le lasagne: cambiando la besciamella, usando una lasagna di farina di riso e un ragù bianco verranno ottime comunque.

Dovrete prendere coscienza degli alimenti che potete o meno mangiare e sostituire quello che vi crea problemi con qualcosa di simile, e credetemi fare esperienza di un'alimentazione diversa vi rivelerà molti più ingredienti di quanti ne possiate immaginare. Per i primi mesi raccogliete in un libricino le ricette dei piatti che vi preparate, aiutandovi con Internet, dove di “ricette senza”, come le chiamo io, oramai ce ne sono molte. Parlate della vostra intolleranza con amici e familiari.

I risultati della dieta a rotazione non saranno immediati e durante le prime settimane qualche crisi (diarrea, prurito, asma) si ripresenterà. Bevete molto tra i pasti e cercate di fare esercizio all'aria aperta. Sono piccoli accorgimenti che facilitano l'eliminazione delle tossine. Dopo due settimane io ho avvertito dei segnali di privazione. Eliminando le patate per esempio sono andata in crisi di astinenza, e chi avevo vicino mi ha fatto notare i sintomi: nervosismo, depressione, stanchezza, irritabilità, aggressività, sonno perturbato, ricomparsa di vecchi sintomi etc.

Per due settimane ho seriamente dubitato di riuscire a portare a termine questo percorso, ma poi ho iniziato ad apprezzare gli sforzi fatti e mi sono abituata alla mia nuova alimentazione. Sono andata avanti perché ho visto i risultati sulla bilancia, dormivo meglio e non dovevo correre in bagno 10 volte al giorno.

La dieta sarebbe dovuta continuare per 3 mesi, ma in realtà ho proseguito con il nuovo regime alimentare per almeno 6 mesi prima di poter dire di esserci riuscita. Ho ritrovato il benessere, perso dei chili, non mi sento più gonfia, ho smesso il cortisone e ora posso dirlo: mi sento bene con me stessa. Sono consapevole di ciò che mangio e sono perfettamente in grado di percepire anche la minima reazione che ha il mio corpo.

Talvolta mi concedo uno “strappo alle regole” consapevole del fatto che nei giorni successivi tornerei ad osservare una dieta senza nichel e lattosio; mi sono resa conto che ci sono alimenti che proprio non riesco a tollerare e continuano a causarmi fastidiosi disturbi, per cui ho rinunciato definitivamente a metterli in tavola.

Ricetta del mese: Quenelle di quinoa

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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