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Da Papa Francesco e Sergio Mattarella gli appelli alla difesa dei più deboli

Il Pontefice e il Capo dello Stato hanno esortato i partecipanti ai lavori dell'Expo delle idee per combattere contro le diseguaglianze e un'attenzione all'educazione alimentare e alla difesa ambientale

 
07 febbraio 2015 | 18:42

Da Papa Francesco e Sergio Mattarella gli appelli alla difesa dei più deboli

Il Pontefice e il Capo dello Stato hanno esortato i partecipanti ai lavori dell'Expo delle idee per combattere contro le diseguaglianze e un'attenzione all'educazione alimentare e alla difesa ambientale

07 febbraio 2015 | 18:42
 



Si levano forti le voci del Papa e del Presidente della Repubblica in difesa dei più deboli. «Questa economia uccide». Papa Francesco ha voluto ripeterlo nel videomessaggio all'Expo delle idee all'Hangar Bicocca di Milano, sottolinenando che «non è possibile non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada», mentre sia al centro dell'interesse «il ribasso di due punti in borsa». Per il Papa, «la radice di tutti i mali è l'iniquità». E in proposito, nel videomessaggio, ha citato il suo documento programmatico, l'"Evangelii gaudium" per dire «no a un'economia dell'esclusione e della iniquità». «Questo - ha denunciato - è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole».

«Attenzione - ha ammonito Papa Francesco - qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto; infatti gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti, sono avanzi. È dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i problemi e non perderci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è l'iniquità», ha affermato. «Per fare questo ci sono - ha poi elencato - alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità».

Per il Papa, «la prima preoccupazione dev'essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza». In proposito, nel videomessaggio Francesco ha citato San Giovanni Paolo II che condanno' il «paradosso dell'abbondanza» per il quale «c'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi».

«Questo - ha ribadito Bergoglio - è il paradosso che continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica».

L'esortazione del Pontefice è stata dunque a «superare la tentazione dei sofismi, come quel nominalismo del pensiero che va oltre, oltre, oltre, ma non tocca mai la realtà. Servono invece, ha concluso, «uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà».

Temi che in misura diversa, ma con uguale forza, sono stati propositi anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il quale è inaccettabile il gap tra Paesi ricchi e popoli poveri: «L'aumento delle diseguaglianze tra Paesi ricchi e popolazioni povere, in costante lotta per sopravvivere alla denutrizione - scrive in un messaggio - rende indispensabile l'adozione di un nuovo modello di sviluppo che modifichi questa inaccettabile tendenza, nel rispetto dei fondamentali valori riconosciuti e sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo».

«Si tratta di una sfida globale che interessa l'intero pianeta e che richiede scelte politiche e azioni condivise per la gestione sostenibile delle risorse, la difesa delle biodiversità, la salvaguardia e valorizzazione dei territori, troppo spesso messi a rischio da comportamenti egoistici ed irresponsabili», aggiunge il Capo dello Stato. «Il confronto e lo scambio di conoscenze ed esperienze nazionali ed internazionali che si rinnova in questa sede, punto di partenza per la futura sottoscrizione della Carta di Milano, rappresentano una preziosa opportunità per promuovere lo sviluppo di una autentica cultura del rispetto e della tutela del pianeta, fondata su una corretta educazione ambientale ed alimentare. Nella consapevolezza della cruciale importanza dei temi dibattuti, formulo a tutte le autorita' presenti, agli ospiti stranieri, agli illustri relatori e a tutti i partecipanti, un sentito augurio di buon lavoro».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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