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La mafia controlla 5mila ristoranti Un mezzo per riciclare denaro illecito

l volume d'affari delle agromafie è salito a 15,4 miliardi di euro in Italia, dove la criminalità organizzata controlla circa 5mila ristoranti, con lo scopo di riciclare il denaro frutto delle attività illecite. La direzione investigativa antimafia ha sequestrato di recente un altro ristorante: “Il baroccio”, a Roma

15 luglio 2015 | 10:49
La mafia controlla 5mila ristoranti 
Un mezzo per riciclare denaro illecito
La mafia controlla 5mila ristoranti 
Un mezzo per riciclare denaro illecito

La mafia controlla 5mila ristoranti Un mezzo per riciclare denaro illecito

l volume d'affari delle agromafie è salito a 15,4 miliardi di euro in Italia, dove la criminalità organizzata controlla circa 5mila ristoranti, con lo scopo di riciclare il denaro frutto delle attività illecite. La direzione investigativa antimafia ha sequestrato di recente un altro ristorante: “Il baroccio”, a Roma

15 luglio 2015 | 10:49
 

Sono almeno 5mila i locali della ristorazione del nostro Paese nelle mani della criminalità organizzata che approfitta della crisi economica per penetrare in modo sempre più massiccio e capillare nell’economia legale. È quanto afferma la Coldiretti in relazione al blitz della direzione investigativa antimafia con il sequestro del ristorante “Il baroccio” nel centro della Capitale di proprietà dello stesso imprenditore a cui nel marzo scorso erano stati sequestrati altri due ristoranti vicini, “Il faciolaro” e “La rotonda” nella zona Pantheon.



Acquisendo e gestendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi le organizzazioni criminali hanno la possibilità di rispondere facilmente ad una delle necessità più pressanti: riciclare il denaro frutto delle attività illecite come è emerso dal terzo rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Il volume d'affari complessivo dell'agromafia è salito a 15,4 miliardi di euro, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese.

L’agroalimentare è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Le attività ristorative sono dunque molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più aggressiva e sempre più integrata nell’economia regolare.

Grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite muovendosi ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale è difficile risalire ai veri proprietari ed all’origine dei capitali. Le operazioni delle Forze dell’ordine svelano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore agroalimentare e in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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