Il Gluten Free Expo, in collaborazione con GRS Ricerca e Strategia, ha condotto una ricerca di mercato sull’andamento del mercato del senza glutine. I risultati di questa ricerca sono stati presentanti durante la scorsa edizione del Gluten Free Expo che si è svolta a Rimini Fiera lo scorso novembre. L’indagine ha coinvolto 206 aziende del settore. Per semplicità di esposizione, le domande erano organizzate in 5 categorie concernenti: profilo delle aziende rispondenti; risultati d’esercizio e previsioni per il futuro; i principali mercati di sbocco; considerazioni sull’organico aziendale; fattori di criticità e di sviluppo. La struttura del questionario ha incluso domande a risposta univoca, domande a scelta multipla, oppure richieste di esprimere un giudizio negativo/neutro/positivo su una scala da 1 a 9. Ecco alcuni dei risultati più interessanti.
Innanzitutto la profilazione del campione ha evidenziato come la maggior parte delle rispondenti fosse ascrivibile alla filiera produttiva alimentare, piuttosto che al comparto dei servizi. Ben due aziende su tre hanno dichiarato di non limitare la loro produzione esclusivamente al gluten free, mentre riguardo la provenienza geografica si nota come le regioni più rappresentate siano al nord (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte). Fra gli intervistati si riscontra una netta prevalenza delle realtà imprenditoriali medio-piccole, sia considerando il numero di dipendenti, che il livello di fatturato.
Il campione intervistato sembra riflettere un comparto che gode di buona salute. Per esempio, l’80% si dichiara soddisfatto dell’andamento dell’azienda, oltre il 60% riconosce un trend positivo nel fatturato e un generale andamento positivo del mercato di riferimento. Addirittura i tre quarti degli addetti ai lavori non denunciano grosse criticità nell’accesso al credito.
L’indice di internazionalità sembra essere piuttosto contenuto, in quanto l’export non sembra contare molto rispetto al mercato italiano per la maggior parte delle aziende. I mercati di sbocco prediletti sono comunque quelli contigui europei, o al più quelli americani. Il quadro è confermato anche dal fatto che è piuttosto raro trovare aziende che siano attive su più di 10 mercati. Non sorprende dunque di trovare l’Italia sul podio dei mercati di riferimento del comparto, insieme a Francia e Germania; quest’ultima si dimostra una prospettiva solida anche per il futuro, congiuntamente a una più decisa ascesa dei mercati statunitensi e del Regno Unito.
Tutti i canali di vendita proposti, tranne i super/ipermercati, vengono giudicati positivamente dagli operatori, mentre l’integrazione dei social media nel marketing mix aziendale e la presenza a fiere di settore vengono segnalate come le opportunità più proficue da seguire.
All’interno del settore le condizioni occupazionali sembrano riflettere un generale ottimismo: il 98% delle aziende ha riscontrato una variazione nulla o positiva del personale, merito evidentemente anche dell’influenza dei provvedimenti governativi (Jobs Act) sulle politiche di assunzione; allo stesso modo ci si aspetta che nel prossimo esercizio gli organici rimangano stabili o crescano in numero.
Infine, nel tentativo di riscontrare le maggiori criticità per il comparto in esame, gli elementi che sono emersi con più decisione sono: la burocrazia, il costo della forza lavoro, delle eventuali controversie giudiziarie e dell’acquisto dei fattori produttivi, insieme all’abbassamento dei prezzi di mercato in seguito agli effetti concorrenziali. La sostanziale stabilità del mercato, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta, è certificata dal generale basso livello di investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende gluten free.