La figura del bartender svolge un ruolo chiave nella cultura del bere bene e di qualità e del consumo consapevole delle bevande alcoliche. Se ne è parlato a Milano alla tavola rotonda che ha visto professionisti del settore del food&beverage intervenire nell’insolita location rappresentata dal truck di Campari Academy.
Dopo il debutto milanese di oggi, il Campari Academy Truck partirà per un lungo viaggio in giro per l’Italia visitando, fino ad ottobre 2016, 24 città, con l’obiettivo di far conoscere, apprendere e sperimentare l’arte del “bere bene” attraverso 70 appuntamenti dedicati a professionisti e appassionati del settore. Il tour di Campari Academy rientra nell’ambito di #Beremeglio, il nuovo progetto congiunto lanciato da Federvini e Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi volto a sostenere il consumo responsabile e a promuovere la qualità del servizio all’interno dei pubblici esercizi italiani.
Andrea Neri, senior marketing director Gruppo Campari Italy, ha introdotto i lavori spiegando che Campari Academy è una scuola di formazione di bartender nata nel 2012 che aiuta i giovani ad avvicinarsi al mondo del bartending. «Dopo 3 anni di successi - ha spiegato Neri - con un impulso visionario e con grande coraggio abbiamo voluto mettere questi concetti su 4 ruote e farli girare con il Campari Academy Truck per l’Italia partendo da Milano per un itinerario che ci porterà in 24 città, per un totale di oltre 70 giornate di presentazione e di formazione; ciò perché il bartender ha un ruolo fondamentale all’interno della nostra strategia di marketing».
Ma chi è il bartender? Dai numerosi interventi è emerso innanzitutto che è l’anello di congiunzione tra il prodotto e il consumatore. Non è però un semplice barman in quanto le sue competenze sono molto più estese. E se Neri sottolinea che svolge un ruolo fondamentale e rappresenta il mood, il tramite per veicolare il messaggio del #berebene, bere meglio, bere consapevole, Marco Ranocchia, amministratore delegato Planet One, e Guido Morelli, responsabile Flair Academy, ne hanno focalizzano la professionalità.
Al bartender sono delegate mansioni fondamentali come saper fare ordini, acquisti, capacità di vendita, di produzione; è il motore di una delle voci più importanti del fatturato dell’azienda, sa fare marketing perché propone il prodotto di qualità e lo vende. Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, ha spiegato come siano pertanto fondamentali i processi di formazione del personale che somministra le bevande.
Ranocchia ha voluto sottolineare che c’è una energia nuova; nascono nuove startup, assistiamo a un’evoluzione che si traduce in posti di lavoro forniti dai nuovi imprenditori e da quelli vecchi che hanno saputo riciclarsi o riconvertirsi in una economia che ha nuove regole, nuove leggi di mercato soprattutto perché il cliente consumatore è più esigente. «Oggi riempiamo aule di 35-40 persone con titolari di bar che intendono non tanto sopravvivere al mercato, ma vincere sul mercato». E questi imprenditori riportano alla centralità dei bartender, in quanto per la loro azienda hanno bisogno di loro.
Parlando di occupazione Simonpaolo Buongiardino, presidente Capac, Politecnico del Commercio e del Turismo, spiega che il Capac è un istituto di formazione professionale nel campo food&beverage che funziona anche da ufficio di collocamento, perché i giovani formati trovano più facilmente una collocazione grazie alle esperienze di alternanza scuola-lavoro attraverso gli stage che vengono organizzati; spesso il contratto di lavoro è pronto all’atto del diploma.
La formazione è un aspetto fondamentale ricorrente, e lo ha confermato la presenza di Francesco Antonio Malaspina, preside dell’Istituto Alberghiero Carlo Porta Milano. Malaspina, nel suo lungo intervento, ha inoltre spiegato inoltre che la parte culturale va di pari passo con la parte professionale: lo studente oltre che padroneggiare una preparazione specifica deve possedere una cultura generale, per poter comunicare al meglio con il pubblico con cui entra in contatto perché l’Istituto Alberghiero è un istituto di formazione. In conclusione, è positivo rilevare che in Italia i 3/4 dei consumi degli alcolici ruota attorno al pasto. E tale distribuzione del consumo è un esempio del bere positivo.