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Prosecco, re dell’export di vino italiano 2,5 miliardi di euro in sei mesi

L’Osservatorio economico dei vini effervescenti ha diffuso i dati relativi al vino italiano acquistato all’estero. Il Prosecco Docg-Doc continua fare il botto all’estero anche nei volumi (+12%, 124 milioni di bottiglie), un record per il primo semestre, notoriamente inferiore al secondo che include le festività di fine anno

22 luglio 2016 | 17:52
Prosecco, re dell’export di vino italiano 
2,5 miliardi di euro in sei mesi
Prosecco, re dell’export di vino italiano 
2,5 miliardi di euro in sei mesi

Prosecco, re dell’export di vino italiano 2,5 miliardi di euro in sei mesi

L’Osservatorio economico dei vini effervescenti ha diffuso i dati relativi al vino italiano acquistato all’estero. Il Prosecco Docg-Doc continua fare il botto all’estero anche nei volumi (+12%, 124 milioni di bottiglie), un record per il primo semestre, notoriamente inferiore al secondo che include le festività di fine anno

22 luglio 2016 | 17:52
 

Nel primo semestre dell’anno il valore del vino italiano spedito all’estero supera i 2,5 miliardi di euro, mai così alto, grazie soprattutto ai prezzi del “sistema Prosecco” che incide per il 90% del fatturato e alla dogana supera il mezzo miliardo di euro. È quanto rende noto all’Ansa l’Ovse-Osservatorio economico dei vini effervescenti, guidato da Giampietro Comolli.



Il Prosecco Docg-Doc continua fare il botto all’estero anche nei volumi (+12%, a 124 milioni di bottiglie), un record per il primo semestre dell’anno, notoriamente inferiore al secondo che include le festività di fine anno. Il Prosecco fa fatturati record sulla scia del prezzo delle uve alle stelle, prenotazioni di vini base in anticipo e ordini continui dall’estero, soprattutto Usa, Gran Bretagna, Giappone e Francia. In Francia sono le prime bollicine Doc al mondo importate. In calo invece il valore dei vini tranquilli e sfusi (-2,1%), quasi 90mila ettolitri in meno rispetto al 2015.

Per i vini tranquilli in calo anche i volumi (oltre l’1% in meno), mentre rimangono pressoché stabili gli sfusi. Per Comolli, «la causa non è solo dovuta alla normale lentezza degli ordini in attesa dei listini, ma ad una politica involutiva pericolosa. C’è bisogno di capire i diversi mercati e Paesi, dare al vino una nuova veste, fare azioni di lungo periodo, impostare una strategia macroeconomica e di promozione concentrata e mirata. Occorre ritornare con altri sistemi alle politiche pubblico-privati della fine anni ‘80 e tutto anni ‘90».

Intanto l’Ovse segnala che rimane ancora grave la situazione dei consumi sul mercato interno. «Il 2016 può portare ad una soglia sotto i 30 litri procapite di consumo annuo - osserva Comolli - da un lato segnale di consumo consapevole, ma che si traduce in un calice di vino ogni 20 giorni a testa nell’arco dell’anno. Urge ancor più una politica di conoscenza e di cultura su come, dove, quando e perché consumare il vino, concordata e integrata al modo di vivere, al benessere e buon gusto, senza puntare solo sul prezzo e promozioni».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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