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Alberghi, Italia terza al mondo 47 nuove strutture in arrivo nel 2017

Sono emersi dati confortanti dal rapporto Hotels and Chains 2017 realizzato da Horwath Htl e Str in collaborazione con Associazione italiana Confindustria alberghi, presentato alla Bocconi di Milano. L'Italia è prima in Europa per numero di camere (1,1 milioni) e terza al mondo, con 33mila strutture sul territorio

di Andrea Radic
10 febbraio 2017 | 16:47
Alberghi, Italia terza al mondo 
47 nuove strutture in arrivo nel 2017
Alberghi, Italia terza al mondo 
47 nuove strutture in arrivo nel 2017

Alberghi, Italia terza al mondo 47 nuove strutture in arrivo nel 2017

Sono emersi dati confortanti dal rapporto Hotels and Chains 2017 realizzato da Horwath Htl e Str in collaborazione con Associazione italiana Confindustria alberghi, presentato alla Bocconi di Milano. L'Italia è prima in Europa per numero di camere (1,1 milioni) e terza al mondo, con 33mila strutture sul territorio

di Andrea Radic
10 febbraio 2017 | 16:47
 

L'albergo come un luogo in cui vivere un'esperienza, luogo ideale per visitare il Belpaese. All'Università Bocconi di Milano è stata presentata, nell'ambito del Master in economia del turismo, la quinta edizione del rapporto Hotels and Chains 2017 realizzato da Horwath Htl, Str e, per la seconda volta, in collaborazione con Associazione italiana Confindustria alberghi.

Il settore alberghiero italiano è in salute  Nel 2017, 47 nuove strutture in arrivo

Magda Antonioli direttore del Master ha introdotto i lavori sottolineando l'utilità dello stretto rapporto tra la formazione post universitaria e il mondo imprenditoriale, in particolare nell'ambito alberghiero, pilastro di quello turistico: «Le catene alberghiere - ha detto - e le piccole medie imprese sono il tessuto ricettivo del territorio il turismo viene riconosciuto in Europa come Industria culturale e creativa e gli investimenti alberghieri sono il perno della crescita, sia come interventi di ammodernamento del patrimonio sia di realizzazione di nuove strutture come risposta alla nuova domanda».

«La risposta - ha proseguito - è la competitività di un paese che si gioca su tutta la supply chain, dal "culture heritage" all'esperienza, anche il brand è sempre più importante nella domanda dei consumatori, in comparti particolari come il lusso. Sono oggi sempre di più le località turistiche che si aprono intorno all'offerta creativa e culturale. Per quanto riguarda il lato occupazionale, la produttività dipende dal fattore umano, il settore alberghiero ancora soffre di un gap di talenti. Non è ancora un settore così "sexy", termine che usiamo nelle nostre ricerche di settore».

«Una fetta importante del Pil - ha continuato Antonioli - è rappresentata dal settore alberghiero che ha potenzialità molto importanti. Gli investimenti sono più flessibili, con Cassa depositi e prestiti e la Bei, ma il piano Junker è ancora insufficiente. I problemi dei visti, di certe località difficilmente raggiungibili, necessitano di un cappello europeo più efficace. Abbiamo segnali positivi come gli incentivi del Mise, il tax ruling a cinque anni, il domicilio in Italia di investitori stranieri, indicatori rilevanti per gli operatori. Così come la proroga del bonus alberghi. L'importanza delle tecnologie come strumento di scelta da parte dei consumatori. Sviluppare questi temi insieme a Confindustria è un fatto molto positivi».

Giorgio Palmucci - Il settore alberghiero italiano è in salute  Nel 2017, 47 nuove strutture in arrivo

Giorgio Palmucci

«Felici di essere presenti - ha detto Giorgio Palmucci, presidente Confindustria alberghi introducendo la mattinata di lavori - e constatare una presenza così numerosa. Stiamo vivendo un forte cambiamento digitale, dei trasporti, degli stessi turisti che sta premiando l'Italia. Le previsioni ci indicano una forte crescita del settore. Il turismo è trainante, è un settore capace di resistere con una crescita del 4%nel 2016 e arrivare a due miliardi di persone che viaggeranno al di fuori dei confini nazionali. Il nostro paese ha indubbiamente sofferto della crisi, segnando una diminuzione dei turisti nazionali, ma dal 2008 ad oggi abbiamo comunque registrato un notevole aumento dell'incoming straniero».

«Tra i 33mila alberghi presenti sul territorio nazionale - ha sottolineato - possiamo notare una forte concentrazione della crescita tra i 4 e 5 stelle e un calo costante nelle categorie minori dove abbiamo il 30 e il 16% in meno nelle categorie 3 e 2 stelle. E le grandi catene sono meno presenti in Italia di quanto non lo siano in Spagna o in Francia. Il nostro ruolo come associazione e dunque quello di supportare le aziende aiutandole a cogliere opportunità e nuove aree di mercato. La presenza dell'Italia all’International hotel investment forum fra pochi giorni a Berlino, va in questa direzione. Abbiamo lavorato e presenteremo in quella sede un programma "Italia hospitality" per spiegare agli investitori che il nostro Pese non è solo caratterizzato da lungaggini burocratiche ma è dinamico e pronto a favorire gli investimenti. Un ruolo nuovo per l'Italia, sino a poco tempo fa quasi silente rispetto a Francia, Spagna, Germania nei contesti di business internazionali».

«Il governo - ha continuato - ha lavorato al piano di riforma del turismo coinvolgendo attori e associazioni per trovare veri strumenti di crescita, far crescere la presenza turisti e dare peso al settore del turismo turismo nel prodotto interno lordo. Il rapporto Hobart ben fotografa gli scenari di questa trasformazione. Noi rappresentiamo sia catene che alberghi indipendenti, per i secondi cerchiamo sistemi aggregativi che possano dar loro maggiore notorietà. Negli ultimi tre anni il numero dei brand è aumentato a due cifre, rendendo il mercato più attivo. Ma in Italia abbiamo ancora ventidue leggi regionali sulla classificazione alberghiera. In una regione i tre stelle non possono avere camere superiori ai 25 metri quadri. Tutto ciò va modificato. Dobbiamo inoltre aiutare l'albergatore ad essere in grado di offrire un prodotto attuale rispetto alle esigenze del viaggiatore che oggi cerca esperienza ed emozione. L'albergo è il primo luogo dove il turista straniero incontra il life stile italiano».

James Chappel - Il settore alberghiero italiano è in salute  Nel 2017, 47 nuove strutture in arrivo
James Chappel (Global business director Horwath Htl)

Numerose dunque le leve e le azioni di sviluppo che Palmucci ha indicato e il presidente di Confindustria Alberghi termina con un aneddoto. «Ricordo che nel periodo dei miei primi incontri come responsabile dell'associazione, citavo il motto di Barack Obama "yes we can" e dicevo che il settore alberghiero era ancora fermo al "I have a dream" di Martin Luther King. Oggi molto è cambiato e anche noi possiamo contare su un futuro ricco di possibilità».

È stato quindi illustrato il rapporto Hotel & Chain 2017 per l'Italia realizzato da Horwart Htl, dove il nostro Paese è il primo in Europa per numero di camere sul mercato, con quasi 1,1 milioni, cifra che la porta anche al terzo posto assoluto a livello mondiale dietro Usa e Cina. Zoran Bacic, managing partner Horwath Htl, ha anche sottolineato che il Paese conquista la parte alta della classifica anche per quanto riguarda il numero di alberghi, oltre 33mila, con il terzo posto europeo e il quarto mondiale.

Un mercato che appare tutto sommato in salute nonostante le difficoltà, soprattutto perché sostenuto da una domanda dall’estero in costante crescita e che per l’80%si dirige verso i 4 e 5 stelle. Non è un caso, quindi, che la pipeline degli alberghi in costruzione per il 2017 e il 2018 (sebbene difficile da definire nei dettagli, considerata la frammentarietà del nostro mercato) veda su 47 strutture in arrivo, di cui 31 destinate ai 4 e 5 stelle.

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