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#NoTripAdvisor arriva al St.George Il titolare dice basta, i clienti approvano

Al ristorante St.George di Loano (Sv) lo chef titolare ha esposto la vetrofania della campagna di Italia a Tavola #NoTripAdvisor e i clienti apprezzano dicendo: «Finalmente qualcuno che rifiuta le recensioni finte». Il ristorante è storico dalle parti della riviera e per questo rappresenta un segnale forte per la lotta al "gufo"

di Andrea Radic
27 aprile 2017 | 11:27
#NoTripAdvisor arriva al St.George 
Il titolare dice basta, i clienti approvano
#NoTripAdvisor arriva al St.George 
Il titolare dice basta, i clienti approvano

#NoTripAdvisor arriva al St.George Il titolare dice basta, i clienti approvano

Al ristorante St.George di Loano (Sv) lo chef titolare ha esposto la vetrofania della campagna di Italia a Tavola #NoTripAdvisor e i clienti apprezzano dicendo: «Finalmente qualcuno che rifiuta le recensioni finte». Il ristorante è storico dalle parti della riviera e per questo rappresenta un segnale forte per la lotta al "gufo"

di Andrea Radic
27 aprile 2017 | 11:27
 

Giuseppe De Fecondo, chef patron del ristorante St.George a Loano (Sv), è cresciuto nei ristoranti e vanta una lunga esperienza. Proprio per questo ha aderito con entusiasmo alla campagna lanciata da Italia a Tavola #NoTripAdvisor apponendo in bella vista sulla porta del locale la vetrofania che rifiuta il sistema del sito web. «Da quando l'abbiamo esposta - conferma Giuseppe - entrano più clienti, e molti dicono: "finalmente un locale che non è schiavo di TripAdvisor". Abbiamo aderito alla vostra iniziativa perché siamo di fronte ad una mistificazione della libertà che il web dovrebbe offrire».

Pochi giorni fa anche la trasmissione Report di RaiTre ha dedicato un'inchiesta al fenomeno delle false recensioni su TripAdvisor (CLICCA QUI per rivedere la puntata).

#NoTripAdvisor arriva al St.George  Il titolare dice basta, i clienti approvano

Giuseppe, ci racconti cosa succede e come avete deciso di dire no.
Premetto di non aver avuto recensioni negative sulla cucina, ma non mi piace come TripAdvisor viene utilizzato oggi da clienti e colleghi. È quasi uno strumento di ricatto. Il nostro è un locale di livello per materie prime, cucina, sevizio. Abbiamo una clientela di un certo tipo. Non vogliamo essere in ansia per quello che può essere scritto sul web in maniera anonima e senza controlli.

Cosa ha fatto traboccare il vaso?
Leggere recensioni di locali chiusi per ferie, o chiusi da un mese, recensioni autoprodotte o peggio comprate. Almeno nella nostra zona è così. Dopo l'impegno la fatica e il lavoro, non vogliamo essere ostaggi di TripAdivisor, che non interviene mai, neppure quando segnali anomalie gravi. Pare obbligatorio essere su TripAdvisor un sito che non tutela nè il ristoratore, nè l'albergatore.

Cosa non la convince?

Tutto il sistema, in particolare il fatto che le recensioni non siano firmate e non riportino mai la prova che siano esteticamente state realizzate in quel determinato locale. Non le pare strano che arrivino in blocco giusto prima dell'apertura della stagione o alla vigilia di un ponte? Oppure recensioni negative senza costrutto, fatte apposta per danneggiare, per dispetto o per invidia.

Un danno per la categoria…
All'inizio mi preoccupavo, mi era venuta la "sindrome da Tripadvisor" come alcuni colleghi ossessionati dalla classifica. Poi ho cominciato a capire che non rispecchia assolutamente il mondo del food. A Loano dove siamo noi, ai primi dieci posti ci sono ristoranti di basso livello. Chi merita davvero è relegato nei meandri della classifica.

Addirittura un mercato delle recensioni?
Un giorno un cliente mi dice che non sarebbe stato un problema abbiamo migliaia di Id web, facciamo un po' di recensioni. Mi ha chiesto una cifra di 130 euro al mese per un minimo di sei mesi.

Ma i vostri clienti abituali cosa dicono?
La nostra è una clientela di livello che parla bene di noi e fa buon passa parola. Lavoriamo solo pesce fresco e la gente lo riconosce e non perde tempo a scrivere recensioni. Siamo un ristorante che funziona, uno dei migliori della Riviera e non voglio avere a che fare con Tripadvisor. In tre anni abbiamo avuto 63 recensioni, ci sono locali aperti da due mesi che ne hanno tre volte tanto. Una falsità è un danno per tutti, gestori e clienti. Un controsenso assoluto che svilisce la ristorazione.

Tripadvisor è dannoso per il settore?
Secondo me sì, consegna al cliente un'informazione sbagliata. Anche la classifica, che francamente mi fa ridere, è assurda mette insieme bar e ristoranti, paninoteche e pizzerie. A volte anche noi ristoratori abbiamo responsabilità, ci si è buttati sulla massa, non c'è più ricerca, ne parlavo proprio con il presidente della Federazione italiana cuochi.

Un danno anche per il pubblico che si fida
Certo perché pensa che sia tutto vero, che le recensioni siano vere, che la qualità corrisponda alle critiche. Poche sere fa un cliente mi ha detto che legge solo le recensioni negative. Dopo aver letto le nostre è tornato anche la seconda sera. Ma molti si lasciano ingannare dalle recensioni auto prodotte, una vera frode. Come clienti che chiedono lo sconto minacciando recensioni negative.

Una comunicazione adeguata è utile?
Una comunicazione adeguata e sana sì ma Tripadvisor no. Posso farmi il mio sito, fare pubblicità dando messaggi che scelgo io. Se vengono gli ispettori della Michelin hanno comportamenti corretti. Ma persino loro ti chiedono se vuoi stare sulla guida e se vuoi puoi dire no. Tripadvisor lede questo concetto di libertà. Io voglio la libertà di essere su Tripadvisor oppure no. E non voglio esserci.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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