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Stufe radianti a fungo Pericolose se poste in ambienti chiusi

Da qualche anno, in particolare dall’entrata in vigore della legge antifumo nei locali pubblici del 2003, si è assistito al proliferare delle cosiddette “stufe radianti a fungo” alimentate a gas propano liquido (gpl). Ma la loro potenziale pericolosità viene spesso sottovalutata, sia dagli “addetti” ai lavori che dagli utenti.

di Fabio Molinari e Massimo Artorige Giubilesi
06 maggio 2018 | 09:25
Stufe radianti a fungo 
Pericolose se poste in ambienti chiusi
Stufe radianti a fungo 
Pericolose se poste in ambienti chiusi

Stufe radianti a fungo Pericolose se poste in ambienti chiusi

Da qualche anno, in particolare dall’entrata in vigore della legge antifumo nei locali pubblici del 2003, si è assistito al proliferare delle cosiddette “stufe radianti a fungo” alimentate a gas propano liquido (gpl). Ma la loro potenziale pericolosità viene spesso sottovalutata, sia dagli “addetti” ai lavori che dagli utenti.

di Fabio Molinari e Massimo Artorige Giubilesi
06 maggio 2018 | 09:25
 

Da qualche anno, in particolare dall’entrata in vigore della legge antifumo nei locali pubblici del 2003, si è assistito al proliferare delle cosiddette “stufe radianti a fungo” alimentate a gas propano liquido (gpl). Ma la loro potenziale pericolosità viene spesso sottovalutata, sia dagli “addetti” ai lavori che dagli utenti.

Non si può negare che le stufe radianti a fungo emanino un calore piacevole, che permette ai clienti di poter sostare fuori sia temporaneamente (il tempo della cosiddetta “pausa sigaretta”) che per un pasto completo (grazie alla creazione di spazi dedicati). Gli ambienti esterni che si creano sono, solitamente, riscaldati da un numero di bombole a gpl che va da 2 a 4 unità, ed ognuna di esse ha un peso di circa 25 kg. Il loro utilizzo esterno non è vietato e non comporta grossi rischi, previo rispetto del prerequisito obbligatorio di acquistare bombole e attrezzature munite di marcatura CE.

(Stufe radianti a fungo Pericolose se poste in ambienti chiusi)

Il problema emerge nel momento in cui esse devono venire stoccate all’interno dei locali, durante la chiusura serale e/o notturna. La presenza del gpl, infatti, comporta il rischio di incendio ed esplosione: è un gas fortemente infiammabile, più pesante dell’aria, ma non tossico. Alla luce di quanto detto, è obbligo del datore di lavoro ridurre il più possibile la pericolosità di tale attrezzatura; a suo sostegno, diversi comandi dei Vigli del fuoco hanno emanato delle linee guida per una corretta gestione delle bombole a gpl.
  • L’installazione è vietata negli ambienti chiusi ed è consentita in aree all’aperto o in spazi ampiamente ventilati quali portici, tettoie, e simili.
  • L’apparecchio deve recare la seguente avvertenza, direttamente sul suo involucro o su una placca ben visibile all’utente: “L’uso di questo apparecchio in ambienti chiusi può essere pericoloso ed è vietato”.
  • Poiché il gpl è un gas più pesante dell’aria, è vietata l’installazione in spazi interrati o a livello più basso del suolo come pure a distanza minore di 2 metri.
  • Le bombole non allacciate agli apparecchi, anche se vuote, non devono essere tenute in deposito nell’attività o nelle pertinenze della stessa anche se all’aperto.
  • L’installazione/sostituzione delle bombole deve essere effettuata esclusivamente da soggetti adeguatamente formati: in tal caso, si può richiedere un’autocertificazione del possesso dei requisiti professionali all’azienda interessata.
  • Gli apparecchi con bombole allacciate possono essere tenuti in deposito all’aperto sino a un quantitativo massimo di 70 kg di gpl; tali ambienti devono garantire che non avvenga la manomissione da parte di persone non autorizzate.
  • Gli apparecchi e le relative bombole allacciate possono essere tenuti in deposito anche all’interno dell’esercizio, in vani di volume superiore a 10 metri cubi, per un quantitativo massimo di gpl che dipende dalla cubatura dell’ambiente (per esempio: in locali di cubatura compresa tra 20 e 50 è consentito tenere in deposito fino a due apparecchi dotati di relativa bombola allacciata per una capacità complessiva non maggiore di 20 kg di gpl).
  • È vietato, in ogni caso, tenere in deposito apparecchi e relative bombole allacciate in locali classificati con pericolo d’incendio (es. cucine, centrali termiche, locali tecnici, ecc.).
  • I locali in cui vengono tenuti in deposito gli apparecchi e le relative bombole allacciate devono essere ventilati in modo naturale e devono avere una porta verso l’esterno; i locali stessi devono essere dotati di una o più aperture permanenti di ventilazione situate a una quota prossima a quella del pavimento e non devono essere comunicanti con vani interrati.

Infine, va considerato il peso delle bombole: esse possono rappresentare i carichi più pesanti movimentati all’interno di un pubblico esercizio; potendo raggiungere il valore di 25 kg e oltre, si ritiene opportuno ricordare che lo spostamento dovrebbe essere, preferibilmente, effettuato da personale maschile (nel rispetto dei limiti di peso consigliati per le lavoratrici, che non dovrebbe superare i 20 kg).

Per concludere, si ricorda l’importanza di rispettare le linee guida sopra citate, in quanto le autorità competenti (in particolare la Polizia locale) possono comminare sanzioni, che possono portare anche alla chiusura temporanea dell’esercizio nel momento in cui si riscontra un rischio elevato di esplosione.

Per informazioni: www.giubilesiassociati.com

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