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Tecnologia, qualità e cooperazione Strategie delicate per il cibo del futuro

Niente cavallette o farina di vermi: nonostante i nuovi stili alimentari (vegan e altro) anche nel 2050 per 9 italiani su 10 prevarranno le eccellenze made in Italy e nel mondo un consumatore su 10 mangerà italiano. È quanto emerso dall’Assemblea della Cooperazione Agroalimentare e della Pesca di Confcooperative.

di Mariella Morosi
27 giugno 2018 | 17:59
Tecnologia, qualità e cooperazione 
Strategie delicate per il cibo del futuro
Tecnologia, qualità e cooperazione 
Strategie delicate per il cibo del futuro

Tecnologia, qualità e cooperazione Strategie delicate per il cibo del futuro

Niente cavallette o farina di vermi: nonostante i nuovi stili alimentari (vegan e altro) anche nel 2050 per 9 italiani su 10 prevarranno le eccellenze made in Italy e nel mondo un consumatore su 10 mangerà italiano. È quanto emerso dall’Assemblea della Cooperazione Agroalimentare e della Pesca di Confcooperative.

di Mariella Morosi
27 giugno 2018 | 17:59
 

Niente cavallette o farina di vermi: nonostante i nuovi stili alimentari (vegan e altro) anche nel 2050 per 9 italiani su 10 prevarranno le eccellenze made in Italy e nel mondo un consumatore su 10 mangerà italiano. È quanto emerso dall’Assemblea della Cooperazione Agroalimentare e della Pesca di Confcooperative.

Vasta la partecipazione dei protagonisti dei vari settori del mondo dell’imprenditoria e della distribuzione del comparto agroalimentare nonché la presenza di esperti delle nuove imperanti tecnologie e dei social che inevitabilmente influiranno sulle scelte del consumatore di domani.

(Tecnologia, qualità e cooperazione Strategie delicate per il cibo del futuro)

La federazione di Confcooperative associa 3.300 cooperative agricole, agroalimentari e della pesca, oltre 430mila soci per un fatturato di 29 miliardi di euro. Per Giorgio Mercuri appena eletto presidente di Confcooperative FedAgriPesca, e per il suo vice con delega alla pesca, Paolo Tiozzo «Il cibo e la sua produzione sono la vera sfida del futuro in un’ottica di valorizzazione della cultura, dello stile di vita e dell’alimentazione del nostro Paese. In tale sfida le cooperative intendono giocare un ruolo da protagonista, attraverso una strategia unitaria. È per questo motivo che abbiamo dato vita a un progetto di rappresentanza, che possa affrontare in un’ottica unitaria tematiche comuni ai vari settori, quali la sostenibilità, l’ambiente, la qualità del cibo, la sicurezza».

All’appuntamento dal tema “A portata di futuro - scenari e tendenze del cibo che verrà”, sono intervenuti anche il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, Paolo De Castro, vice presidente  della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Maurizio Gardini, presidente Confcoopertive e Alleanza delle Cooperative Italiane, Marco Pedroni presidente della Coop Italia, Paolo Barilla presidente dell’Aidepi, Cris Nulli della Fmcg-Food Facebook e Nicolai Yanev della Prime Now Marketplace di Amazon. La giornalista Veronica Gentili ha moderato il dibattito.

In apertura Antonio Villafuerte Martin dell’Instituto Internacional San Telmo ha presentato una complessa relazione sui cambiamenti della filiera del cibo, avvenuti negli ultimi 20 anni, e sulle previsioni di quanto cambierà nei prossimi 20, toccando ogni tema: dall’aumento della popolazione mondiale alle minori risorse disponibili, dalle conseguenze già in atto dei cambiamenti climatici alla minore superficie coltivabile fino alla necessità di acqua. Numerosi gli effetti sull’economia: la maggiore richiesta di cibi soprattutto carni e pesce potrebbe far aumentare o crollare i prezzi e spostare le geografie mondiali: la Cina ha già comprato 3 milioni di ettari in Ucraina per produzione di alimenti e altri Paesi lo stanno facendo.
Ma c’è anche l'esigenza globale del cibo del benessere, della sostenibilità, di colture rispettose dell’ambente, dell’abolizione o almeno della riduzione della chimica. Monito duro, inoltre, sulla salvaguardia del pianeta e dei mari, invasi dalla plastica, dai miliardi di monouso che vengono usati ogni giorno. Inoltre nella scelta del cibo del futuro sarà sempre più determinante la scelta dei millennials, che sono sempre più connessi (il 60% confronta i prezzi dei negozi sul proprio dispositivo mobile), si fidano più del passa parola e dei social che della pubblicità tradizionale, ma spesso sono vittime delle fake news che poi involontariamente trasmettono e amplificano.

(Tecnologia, qualità e cooperazione Strategie delicate per il cibo del futuro)

L'aumento dell'e-commerce (quello dell'alimentare varrebbe 700 milioni di euro, molto poco rispetto a quello degli altri prodotti) non significherà tuttavia la chiusura dei supermercati e dei punti di vendita tradizionali. Secondo lo scrittore Wijnand Jongen si svilupperà la onlife, (online e offline insieme) cioè si sceglie in negozio e si compra on line. Tuttavia per il cibo soprattutto fresco la tendenza è andare ancora personalmente a scegliere e a controllare la freschezza. Ma anche in questa direzione il futuro è oggi: Nikolai Yanev di Amazon ha raccontato come già negli Stati Uniti il cibo pronto si può avere in due ore, senza parlare di altre formule sempre più speedy già in uso in Italia.

Su questa vasta piattaforma di temi, il dibattito della Confcooperative di Roma ha coinvolto molti protagonisti del mondo che ruota intorno al cibo e che ha fatto emergere nuove realtà e innovativi modelli di impresa e di consumo. «Servono ricerca e innovazione - ha detto Mercuri - e solo sulla qualità e sulla sicurezza alimentare si può vincer nel mercato mondiale. Bisogna utilizzare bene le risorse, ma servono politiche di aggregazione. Il comparto agroalimentare è quello che ne ha registrato di più con aumento dell’occupazione (+3,7% nel 2017), del fatturato (+13,8%). Ma occorre insistere per gareggiare ad armi pari con le imprese straniere».

Insieme al vicepresidente Paolo Tiozzo ha fornito dati sui consumi degli italiani sempre più orientati alla tracciabilità e alla sicurezza alimentare che resistono alle tendenze gastro-etniche e maggiore attenzione allo spreco. Sulla presenza delle nostre filiere sui mercati esteri si è svolto un confronto con il Ministro Gian Marco Centinaio e con Paolo De Castro, soprattutto a proposito dell’italian sounding. «Sulla via dell’export - ha detto Mercuri - dobbiamo fare più sistema. Dobbiamo accompagnare le imprese investendo sulla comunicazione all’estero e cercando di arrivare a quegli scaffali per dimostrare la nostra qualità. La contraffazione ci danneggia per 75 miliardi di euro. Nei prossimi tre anni l’innovazione spingerà l’export a 15 miliardi. La cooperazione si misurerà con queste opportunità di sviluppo grazie ai prodotti certificati della sua filiera di qualità tre volte italiana: sede in Italia, dove genera reddito e occupazione e paga le tasse, realizza prodotto italiano con produttori italiani e con lavoro regolare».

(Tecnologia, qualità e cooperazione Strategie delicate per il cibo del futuro)

Inoltre - ha detto - il 70% delle cooperative agroalimentari è impegnato in numerosi progetti: la metà investe sul risparmio dell'acqua con micro irrigazioni, uso dei droni e sensori, uno su tre riutilizza in materia di residui (biomasse) e altrettanto fa su tecnologie per l'ambiente. Anche le cooperative della pesca utilizzano tecniche a basso impatto. «Mi sono reso conto a Lussemburgo - ha detto il Ministro Centinaio - che è importante far sentire la nostra voce per portare avanti le esigenze agricole del nostro Paese e per chiedere regole precise, con una flessibilità accettabile. Far entrare prodotti non conformi, con trattamenti che non accettiamo, per via della cooperazione internazionale (riso dal Myammar) danneggia i nostri agricoltori. Finora la Pac non ha dato grandi benefici ambientali. Sulla pesca, a tutela del consumatore, abbiamo chiesto l'etichettatura del pescato che arriva in Italia. Abbiamo stanziato 22 milioni di euro per i controlli su carne e latte, ma oltre a quello che produciamo dobbiamo controllare ciò che importiamo».

Il successo planetario del made in Italy - secondo Paolo Barilla - è forte e in crescita continua, ma non è sufficientemente protettivo. Servono innovazione, qualità del prodotto e miglioramento delle filiere e nuovi modelli vincenti. Maurizio Gardini, in conclusione dell'incontro ha rivolto un appassionato appello al ministro Centinaio perchè vengano messe fuorilegge le false cooperative. «È sufficiente - ha detto - un piccolo numero di persone, l'imprimatur di un commercialista e pochi euro per costituire una cooperativa creata per delinquere, sfuggire ai controlli e sfruttare i lavoratori (vedi speculazioni sui migranti). Inquinano e delegittimano la cooperazione vera. Sono loro il nostro primo nemico».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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