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Si torna a pescare nel mar Adriatico dopo più di un mese di fermo biologico

I pescherecci levano gli ormeggi dai porti del mar Adriatico e tornano in mare con il permesso di pescare. È infatti terminato il periodo di fermo biologico che era scattato lo scorso 13 agosto. Un periodo tuttavia troppo lungo secondo gli addetti ai lavori che chiedono di rivedere i limiti per non mettere in crisi le imprese.

24 settembre 2018 | 11:44
Si torna a pescare nel mar Adriatico 
dopo più di un mese di fermo biologico
Si torna a pescare nel mar Adriatico 
dopo più di un mese di fermo biologico

Si torna a pescare nel mar Adriatico dopo più di un mese di fermo biologico

I pescherecci levano gli ormeggi dai porti del mar Adriatico e tornano in mare con il permesso di pescare. È infatti terminato il periodo di fermo biologico che era scattato lo scorso 13 agosto. Un periodo tuttavia troppo lungo secondo gli addetti ai lavori che chiedono di rivedere i limiti per non mettere in crisi le imprese.

24 settembre 2018 | 11:44
 

I pescherecci levano gli ormeggi dai porti del mar Adriatico e tornano in mare con il permesso di pescare. È infatti terminato il periodo di fermo biologico che era scattato lo scorso 13 agosto. Un periodo tuttavia troppo lungo secondo gli addetti ai lavori che chiedono di rivedere i limiti per non mettere in crisi le imprese.

A renderlo noto è Coldiretti Impresapesca che ricorda anche le tappe che hanno portato alla riapertura totale. La prima finestra era stata aperta nel tratto da Trieste a Pesaro, il 10 settembre, ora mare “aperto” anche per Marche e Abruzzo fino alla costa adriatica della Puglia. Resta invece in vigore fino al 9 ottobre, il divieto di andare in mare per i pescherecci dello Ionio e del Tirreno.

(Si torna a pescare nel mar Adriatico dopo più di un mese di fermo biologico)

Coldiretti Impresapesca però coglie anche l’occasione di questa data importante per tornare sulla questione dei fermi biologici spiegando di aver chiesto a più riprese «una radicale modifica di questo strumento di gestione, che non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi. Questo ha portato a un crollo della produzione la perdita di oltre un terzo delle imprese e di 18mila posti di lavoro. L'auspicio è che dal 2019 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie».

Tra i motivi della protesta anche l’aspetto relativo alla freschezza del cibo servito nei ristoranti che viene messa seriamente a rischio. In tavola, a causa della mancanza di pesce appena pescato, i ristoratori non possono far altro che affidarsi a pesce surgelato oppure, caso ancor più grave, a pesce non italiano spacciato invece per tale.

Nel frattempo, a partire dal primo ottobre scatterà la prossima tappa del fermo biologico 2018 nell'alto Tirreno, da Civitavecchia a Imperia, fino al 30 ottobre. Dal 15 settembre si sono fermate le attività in Sardegna per un mese consecutivo mentre per la Sicilia la Regione ha disposto uno stop di un mese nel periodo compreso tra agosto e ottobre a scelta delle imprese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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